Capitolo 25

11.4K 426 56
                                    

Salgo velocemente in camera, infuriata oserei dire, e prendo coperte e cuscini e ritorno giù stando attenta agli scalini per non rischiare di cadere, un'altra dannata volta. Arrivata in salotto poso tutto sul divano e comincio a sistemare le coperte. Finisco e mi siedo accendendo la televisione. Tutto con molta naturalezza. Come se lui non esistesse. Per ironia della sorte, ad un tratto Ian si presenta davanti ai miei occhi e sembra alquanto imbarazzato "hai intenzione di dormire qui stanotte?" chiede un po' impacciatamente. Faccio una smorfia prima di rispondere seccamente "si". "Ci dormo io qui..se proprio non vuoi dormire insieme a me.. Prendi il letto" gesticola con le mani, sembra spaesato. Mi alzo di botto "sai che ti dico?" gli punto il dito contro "che puoi tenerti il letto...che non voglio fare nulla con te! Nè dormire..nè mangiare! Nè parlare nè scherzare..e neanche fare sesso! SESSO!" conto le cose sulle dita delle mani. "Dato che era di questo che si trattava" mi guarda sconvolto e vorrei tanto farlo sentire una merda, proprio come mi sento io. Mi risiedo sul divano con le braccia conserte dopo il mio splendido sfogo, proprio mi ci voleva.. Continua a non dire nulla e odio l'assenza di parole più di qualsiasi altra cosa. Alzo lo sguardo verso di lui "e domani torno a casa..".

"Ma.." cerca di parlare ma si blocca e non dice più niente. Scuoto la testa esasperata e mi volto verso la parte opposta.
La cosa più brutta che ci possa essere è sapere che ho ragione, era solo sesso e niente più.
E lui non dice nulla, NULLA.
---

Dopo il mio spettacolino Ian se n'è andato in camera e mi ha lasciata sola a guardare la televisione coricata sul divano, probabilmente pensando che così sarei sbollita, invece sono ancora più infuriata. Non ha detto nulla.  Avrei voluto sentirmi dire che non era vero, che quella baldracca di Lisa mi ha detto solamente cazzate. Ma nulla. Odio quando qualcuno mi tratta in questo modo. Ormai tutti usano tutti e proprio non tollero che qualcuno mi usi per il sesso. Proprio no.. Vorrei piangere, vorrei abbracciare mamma e farmi consolare e accarezzare. Sentirmi dire che andrà tutto bene.. Sentirmi ancora nel modo in cui solo lei mi faceva sentire, amata. Ma non possiamo avere tutto ciò che vogliamo, dobbiamo farcene una ragione. Lei non c'è e non ci sarà più. Mi metto a pancia in su con lo sguardo rivolto al soffitto e dopo un po' spengo la televisione. Sono quasi le due di notte e non riesco proprio a dormire. Fuori piove. Amo la pioggia, amo sentire il tempo. Il tempo e il mio stato d'animo stasera sono in sincronia. La pioggia che sta cadendo è come la stessa quantità di lacrime che ho gettato negli anni.. Perchè piangere per gli altri quando loro non piangono per te? Perchè piangere quando si è tristi? Perchè piangere quando ci sentiamo soli? Perchè le lacrime sono incontrollabili..ecco. Una lacrima mi riga il volto. Perchè piangere quando ci sentiamo traditi? Mi chiedo cosa stia facendo. Starà dormendo?
--

Vengo svegliata dal suono insistente del campanello, c'è qualcuno alla porta. Guardo l'orologio e sono solo le quattro di notte, non ho dormito nemmeno due ore. "Maledizione" mi tiro giù dal divano. Guardo verso la finestra, piove ancora. Non mi disturbo ad accendere la luce e mi dirigo verso la porta per vedere chi sia. Quando tolgo la catenella dalla porta, il lucchetto e sto per girare la maniglia per aprire, vengo spaventata da Ian che mette una mano sulla porta per evitare che la apra. "Cazzo" sibilo "mi hai fatta spaventare idiota!" le mie parole sembrano più un sussurro. Il campanello non suona più. "Non devi mai aprire senza sapere chi è" sussurra Ian guardandomi con insistenza "specialmente di notte..da sola". Annuisco, in fondo ha ragione, mezza addormentata come sono non ci ho proprio pensato. Scende giù con la mano e la mette sopra la mia che tiene ancora la maniglia e gira lentamente. Quel piccolo contatto delle nostre mani fa malissimo ma non fisicamente. La porta si apre con un cigolìo e rivela Astrid, con i capelli gocciolanti, gli occhi rossi..e le lacrime che scendono lentamente. Non appena mi vede si getta tra le mie braccia bagnando il mio corpo d'acqua. Piange sul mio petto e non posso far altro che stringerla forte. Ian ci guarda, imbarazzato e confuso direi. "Oh, tesoro che succede?" le chiedo ma i singhiozzi prendono il sopravvento su di lei. "Su entra, sei fradicia" metto la mano sulla sua spalla e l'accompagno dentro sorpassando Ian che richiude la porta dietro di noi. "Prendo dei vestiti e torno subito" dico ad Astrid lasciandola in bagno. Quando vado in camera a prendere uno dei miei pigiami Ian irrompe nella stanza "potete dormire qui..dormo io sul divano.." annuisco e lo sorpasso senza dire una parola per tornare da Astrid. Mentre è seduta sul bordo della vasca e le asciugo i capelli sembra essersi calmata, è come occuparsi di una bambina. "Il mio pigiama rosa ti sta proprio bene sai?" mi inginocchio davanti a lei. "Odio il rosa" sorride leggermente mentre ripulisce alcune lacrime. Eppure...vederla in questo stato fa male. Forse perchè è mia amica. Forse perchè in poco tempo anche lei è riuscita a conquistarmi. Proprio così e non ci vuole molto per conquistarmi ma le persone che ci riescono sul serio sono davvero poche. Prendo le salviettine struccanti e comincio a tamponare gli occhi togliendo tutto il trucco ormai rovinato. Quando finisco butto tutto nel cestino. "Ecco" sorrido "sembravi un panda". Riesco a farla ridere per qualche secondo e non c'è cosa più bella di vedere qualcuno che sorride a causa tua anche se negli occhi ha soltanto dolore. Mi siedo accanto a lei e la guardo "allora? Cosa ti ha spinto a venire da me nel cuore della notte?" si rattrista di nuovo. "Non è che potremmo coprirci? Sento freddo" annuisco e andiamo in camera da letto. Ian dorme già. Ci infiliamo sotto le coperte e sono quasi le cinque, non dormiremo mai..e sono così stanca. Si rannicchia e siamo una di fronte all'altra ed inizia a parlare. "Ho paura Erin" dice con gli occhi chiusi. "Di cosa?" parliamo talmente piano che ci sentiamo a malappena. La pioggia fa da sottofondo "che mio nonno mi lasci.." sospira, resto sorpresa.. "È in ospedale..credo che sia in pericolo di vita e proprio non ci riuscivo a stare li..dovevo andare da qualcuno..e..e la mia unica amica sei tu.." comincia a piangere così mi avvicino di più a lei e l'abbraccio. "Parlami di lui.." le chiedo senza pensare. "Beh..è la persona più leale e sincera del mondo.." dice tra un singhiozzo ed un altro "la persona più buona, che mi fa sentire amata, ma non amata come fanno continuamente le persone... Che dicono di amarti e poi al primo ostacolo ti abbandonano e vanno via..ma amata veramente..la mia vera famiglia" sto a sentire e ad annuire..senza dire nulla, ha solo bisogno di essere ascoltata ed io sono qui per questo. "Non voglio che me lo portino via, lui..lui è speciale..l'uomo che ha sempre creduto in me, l'uomo che mi ha sempre dato la forza di andare avanti quando non ne avevo, l'uomo che non ha mai preteso nulla da me, non ha mai preteso buoni voti a scuola come facevano i miei genitori, non mi ha imposto delle regole, ha sempre voluto rispetto e amore e spero di averglielo dato, non ha mai cercato di cambiarmi..e non voglio perdere il mio adorato eroe" le accarezzo i capelli mentre piange "sh..andrà tutto bene".

"Non sei più arrabbiata con me?" dice mentre sta il più rannicchiata possibile. "No..no, ho esagerato ma io ci sarò sempre quando avrai bisogno di me.." sospira ad occhi chiusi mentre si lascia andare e si addormenta stremata.

---

La mattina, se mattina si può chiamare, ovvero le undici e trenta, quando ci alziamo Ian ci fa trovare la colazione pronta e mangiamo mentre loro parlano delle condizioni del caro nonno.. Quanto mi dispiace.

Ian mi lancia occhiatine, sento proprio i suoi occhi addosso..ma faccio finta di nulla.

Cerca anche di parlarmi con la scusa del "passami il latte" o "ti va della spremuta?" ma lo ignoro completamente e Astrid ci guarda confusa. Ad un tratto le sorrido "pomeriggio ti accompagno io in ospedale.." le prendo la mano "tanto devo passare di li..devo andare a casa" lei annuisce e finisce la sua colazione mentre Ian non la finisce, sembra essersi innervosito visto che posa le cose con più forza del dovuto. Mi rivolge un altro dei suoi sguardi "verrai lo stesso al matrimonio?" mmh..bella domanda. Dove non conosco nessuno. "Non credo..". "Quale matrimonio?" chiede Astrid. No..per favore sta zitta..

"Quello di un nostro amico..e ha detto di portare un'altra ragazza per Victor, ti andrebbe di venire?" le chiede Ian. Maledizione!

"Si..mi farebbe bene..credo". Diamine.

"Va bene..allora verrai con Erin" conclude Ian. Porca vacca.

Vorrei ribadire dicendo che forse non è il caso ma vedo che Astrid sorride..e non voglio rovinarle questa spensieratezza del momento..l'ultima volta in cui vedrò Ian sarà il matrimonio del biondo antipatico. Promesso.

Explosion- Ian Somerhalder #Wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora