Capitolo 1

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Scoprire all'improvviso di essere stata adottata è qualcosa di terribile,è come se tutte le tue certezze crollassero all'improvviso,come se vedessi tutto il tuo passato distrutto in mille pezzi,come se niente avesse più senso. Beh,se non si fosse capito,ho appena scoperto di essere stata adottata. 'sei abbastanza grande per sapere la verità' ha detto colei che fino a 40 minuti fa ero convinta fosse mia madre. Da una parte sono contenta di aver saputo la verità ma dall'altra,ho solo 15 anni.

Queste notizie si danno con più calma,con un po' di preavviso. La domanda che ora nasce spontanea è"chi sono i miei veri genitori e perché mi hanno abbandonata? E perché sono stata affidata proprio ai signori Parker? Forse conoscevano i miei genitori.." l'unica cosa che sapevo era che dovevo cercare i miei veri genitori,dovevo trovarli,era la mia priorità in quel momento.

Quel ragazzo che credevo mio fratello,non era più nessuno,un amico,un fratellastro,non so nemmeno io come definirlo. Tyler Parker,quel ragazzo che mi ha protetto,che mi ha coperto dalla mamma quando il sabato sera tornavo tardi,che da piccola mi faceva il solletico quando ero triste e che faceva l'areoplanino con il cucchiaio quando non volevo mangiare,ora scopro che non sono del suo stesso sangue,che papà non è del mio stesso sangue,che mamma,nonna,zia,nessuno è del mio stesso sangue,nessuno che credevo lo fosse.

Cammino per strada senza meta,senza un posto dove andare,per ora non voglio tornare in quella casa che non sento più mia,voglio camminare,camminare,camminare e vedere dove arrivo.

Cammino finchè non arrivo al parco giochi, dove da piccola andavo la domenica pomeriggio con papà. Mi portava sull'altalena,sullo scivolo e sul trenino. Era l'unico momento della settimana che passavo con lui perché lavorava notte e giorno. No non posso stare ancora qui.troppi ricordi. Inizio a correre,quasi come volessi scacciare virtualmente il ricordo di quei momenti felici.

Stanca e stremata dopo 10 minuti di corsa,mi siedo su una panchina. Ho camminato talmente tanto che sono arrivata alla mia scuola di danza. Era la mia seconda casa. Passavo e passo tutt'ora intere giornate ad allenarmi per poter affrontare una competizione alla quale mi sono iscritta 3 anni fa e alla quale ogni anno partecipo ma senza vincere arrivando sempre terza.

Mi ricordo quando 12 anni fa mia madre mi iscrisse in questa scuola. Avevo 3 anni. Era una tradizione nella mia famiglia. Mia nonna,mia madre erano ballerine,mi madre ha girato il mondo fin quando ha conosciuto mio padre e,dopo la nascita di Tyler ha smesso di ballare. Ho sempre voluto essere come lei,girare il mondo inseguendo il mio sogno,conoscere un ragazzo che si innamori davvero di me come papà ama mamma e infine avere una figlia alla quale far proseguire la tradizione di famiglia. No. Non devo pensare a questo. Non ora. Corro,corro ancora,finchè non si fa buio e sono costretta a tornare a casa.

Tu sei luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora