Capitolo 28

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Presi la metro,correvo senza fermarmi,ridevo e poi piangevo,ero un misto di emozioni. Dopo 4 fermate scesi continuando a correre verso casa dei miei genitori adottivi. Ormai non avevo più fiato ma non volevo fermarmi,era come se avessi paura di ritornare nell'incubo vissuto gli scorsi anni.

Arrivai davanti alla porta e bussai,avevo il cuore in gola,il fiatone e il mascara sciolto per il sudore e per il pianto liberatorio.

"Chi è?" Chiesero dall'altra parte della porta

"Mamma" urlai

Lei spalancó la porta incredula nel vedermi,appena mi vide rimase senza parole perché ci mise un po' per realizzare che ero davvero io.

Mi abbracciò forte,poi arrivò anche mio padre il quale si unì al nostro abbraccio. Io raccontai le mie avventure e loro invece mi dissero che tyler lo vedevano solo a natale e Pasqua ,che lo sentivano una volta al mese e che vanessa era rimasta incinta. Nel sentire della gravidanza di vanessa il cuore si pietrificò.

"Giselle stai bene?" Chiese papà preoccupato

"Si sto bene" risposi abbassando lo sguardo.

Mamma fece un cenno a papà il quale si allontanó lasciandoci sole

"Ascolta Giselle,lo so che tenevi tanto a tyler,so che tra voi c'era un legame che andava oltre l'amicizia e la fratellanza,ma ora ha la sua vita con vanessa ed è felice con lei"

"Lo so" risposi tirando su con il naso e asciugandomi la lacrime. Aveva ragione. Ma che ci potevo fare?! Era sempre nei miei pensieri,nella mia mente.

"Ti manca molto e questo lo capisco ma tu ora devi cercare di comportarti come una sorella con lui. É meglio per tutti,soprattutto per il futuro bambino"

"Va bene" risposi continuando a tenere lo sguardo basso. No che non va bene. Non va affatto bene.Non posso comportarmi come niente fosse,e incontrare Tyler nelle feste di Natale con suo figlio e vedere questa creatura crescere mentre mi chiama zia. Non posso vedere vanessa mentre bacia Tyler e mentre parlano dei loro progetti futuri come sposarsi o avere altri figli.

"Sei una ragazza forte,ci sei mancata molto,la tua camera è rimasta la stessa,non abbiamo toccato niente. Non roviniamo questo momento di felicità pensando al passato. Dobbiamo festeggiare"

"Hai ragione" sorrisi falsamente.

Ci abbracciammo e io corsi in camera mia a sistemare le cose.

La camera era rimasta la stessa. C'erano le mie foto di quando avevo 15 anni con le mie amiche e Tyler. C'era ancora il calendario di 4 anni fa,fermo,come se il tempo non fosse trascorso,ma invece era trascorso eccome; ero cresciuta,maturata ed ero soprattutto più forte. Avrei dovuto modificare qualcosa in questa stanza.

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I giorni seguenti li passai cercando di riprendere le solite abitudini che avevo quando ero più piccola,andavo a scuola,studiavo,aiutavo a cucinare,uscivo con le mie amiche e andavo a danza.

Senza che me ne accorgessi arrivò il natale. La neve iniziò a ricoprire le strade,il freddo aumentava di giorno in giorno,l'aria di festa era sempre più evidente..ed ero consapevole che a cena il 24 sera avrei rivisto dopo quasi quattro anni tyler.

Il 23 dicembre però ci arrivò una chiamata di vanessa che ci diceva che avendo il pancione e stando al sesto mese avevano preferito non muoversi da Amsterdam,così le mie speranze di vederlo erano sparite.

PUNTO DI VISTA DI TYLER:

Avete presente quando avete un sospetto verso qualcuno? Beh,io avevo un lontanissimo sospetto che vanessa mi avesse tradito. Passava intere giornate con il "migliore amico",il sabato stava con lui,lui veniva da noi,e a me sinceramente non dava fastidio. Anzi,ero anche contento che vanessa non mi stesse sempre azzeccata.

Forse in un certo senso speravo anche che mi lasciasse e si mettesse con questo Daniel,sarei potuto tornare dai miei a Londra.

"Voglio fare il test di paternità" dissi una sera mentre stavamo cenando.

Lei iniziò ad agitarsi

"Amore ma perché?che motivo ci sta"

"Lo devo fare,non voglio discussioni"

"Ma amore,non ti fidi? Lo sai che amo solo te. Credimi." Era sempre più preoccupata.

"Domani fisso un appuntamento in clinica" risposi continuando a mangiare tranquillamente mentre lei stranamente era agitata

Dopo nemmeno una settimana ricevemmo i risultati che confermavano che il bambino che vanessa aveva in grembo non era mio.

"Mi hai tradito"

"No,non è vero,cioè si,ma non lo faccio più. Ho sbagliato scusami amore"

"Non mi chiamare amore. Vai dal tuo amico,digli che è lui il padre. Su. Corri. Io mi levo da mezzo." Conclusi iniziando a preparare le valigie

"Dai amore,tyler,su lo so che sei arrabbiato ma non puoi lasciarmi sola proprio ora che sono al nono mese"

"Non é mio figlio,non mi interessa,fatti aiutare da Daniel" risposi andando a prendere le mie scarpe nella scarpiera.

"Ah ho capito sei geloso" disse lei con il sorriso malizioso.

"Non me ne importa niente di te,del bambino,di Daniel. Sai che significa niente? NIENTE. Sono contento di non essere il padre e sai perché? Perché non ti amo. Perché mi fai schifo. Perché per stare con te ho fatto tantissimo chilometri,perché per te ho lasciato tutta la mia vita e tu te ne sei altamente strafregata. Mi dispiace ma è finita.Statti bene" presi le valigie e me ne uscii di casa andando verso la macchina.

Entrai e vanessa mi corse incontro. Io accelerai lasciandomi alle spalle il viale dove avevamo la casa.

Appena imboccai l'autostrada verso l'aeroporto chiamai Daniel

"Ascoltami attentamente. Il figlio di vanessa è tuo. Ora sei tu il padre. Prendi il mio posto,non mi venite a cercare e lasciatemi in pace. Buon divertimento papino" chiusi il telefono senza aspettare una sua risposta.

Tu sei luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora