Capitolo 20

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La mattina seguente tyler mi sveglió con baci dolci sul viso.

"Piccola svegliati"

Mi stiracchiai aprendo gli occhi "hey"

"Devo parlarti,riguarda i tuoi genitori. È importante" disse con tono più distaccato.

A quel punto mi svegliai di botto,pronta per ascoltare cosa volesse dirmi.

"Allora,abbiamo trovato i tuoi genitori"

All'improvviso un sorriso a 32 denti apparve sul mio viso,iniziai a saltare sul letto contenta per questa bella notizia.

"Grazie" lo abbracciai.

"E non è finita qui..tua mamma é la signora del cane,ti ricordi? Appena l'ho vista ho subito pensato fosse lei. Siete identiche"

Ero troppo emozionata. Finalmente stava andando tutto per il verso giusto.

Tyler era un po' triste. Aveva la stessa espressione che avevo io il giorno che vanessa ci aveva dato quella notizia del trasferimento a cena. Aveva paura di perdermi,aveva paura che mi sarei allontanata da lui e dai nostri genitori.

Gli presi il viso tra le mani in modo da farmi guardare negli occhi

"Ascoltami,voglio solo conoscerli. Resterò qui,non me ne vado. Te lo prometto amore"

Un piccolo sorriso gli comparve sul viso.

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Bussammo alla porta. Ero emozionata.

"Ciao ragazzi,avete bisogno di qualcosa?"

Delle lacrime mi uscirono dagli occhi. Si dice che di solito i genitori riconoscono i propri figli guardandoli negli occhi,lei invece non mi aveva riconosciuto. Forse mi aveva completamente rimosso dai ricordi..

"Non..non ti ricordi di me?" Dissi piangendo

Lei sembrava impassibile

"certo,mi avete tenuto il cane qualche giorno fa" tyler mi diede la mano per darmi forza.

"Occhi verdi,capelli castani chiaro. Non le ricordano niente?! Davvero non riesce a riconoscermi?!"

"Ragazzi sentite,dovete andare via" fece per chiudere la porta ma tyler la bloccó

"Senta,noi ce ne andiamo, ma prima Giselle vorrebbe conoscere la verità da voi,e sapete bene di che verità parlo" disse tyler con la mascella serrata

"Non so di che verità parliate. Scusate devo andare" stava per chiudere la porta quando comparve il marito,mio padre.

Mi guardó come se avesse visto un mostro "Giselle?!"

"Papà" corsi ad abbracciarlo. Papà mi aveva riconosciuto. Non ci potevo credere. Almeno lui

"Pensavo fossi morta,così mi avevano detto. Sei viva figlia mia" ricambió l'abbraccio.

La signora guardava tyler come se cercasse di dirgli qualcosa. Aveva uno sguardo un po' impaurito.

"Papá sono pronto. Andiamo?!" Sentii una voce provenire dall'interno e poi un ragazzo sui 25 anni comparire sulla porta. Avevo un fratello?! Indossava una tuta da guerra,dalla quale si intravedevano i muscoli scolpiti. Occhi verdi come i miei e capelli castani. Si vedeva che era mio fratello. Ma perché mi avevano abbandonato allora?!

Lui mi guardó. Mi scrutó per bene nei particolari per poi guardare mamma la quale gli fece un cenno con la testa tornando poi a fissarmi

"Giselle" mi prese in braccio "non ci posso credere. Mia sorella. Sei qui. Sei viva." Viva?! Certo che sono viva. Perché non dovrei esserlo. Mi strinse forte dandomi dei baci sulla guancia.

Tyler guardava la scena un po' in imbarazzo e un po' geloso. Quanto é bello.

"Ehm ciao.. Tu sei?" Risposi

"Sono Tomas"

"Abbiamo tanto di cui parlare piccola mia" disse papà tirandomi in casa. La mamma cercava di attirare l'attenzioni di tyler con alcuni gesti. Lui non riusciva a capire.

"Mi dispiace. Passa tra un paio d'ore" rispose papà verso tyler chiudendogli la porta in faccia. Lui mi guardó dalla finestra sorridendo. Io gli mandai un bacio.

La casa era enorme. Davvero ben curata. Ci sedemmo su un grande divano circolare.

"Giselle,io sono jacob e lei é olivia, siamo i tuoi veri genitori. Ci avevano detto che eri morta. Ora,detto questo. Devi trasferirti da noi. Subito. Devi venire con me e Tomas nell'esercito. Non voglio obiezioni. Questo é il futuro ti tutti gli Evans"

Il sorriso sul mio viso scomparve all'improvviso. "Ehm..no mi scusi. Io resterò dai miei genitori adottivi. Volevo solo conoscervi. Il mio futuro é con loro"

"Il mese prossimo iniziamo le pratiche dell'adozione. Il giudice di sicuro acconsentirà per farti tornare con noi."

Stavo sudando. Avevo bisogno di tyler. Non riuscivo a svincolarmi da questa situazione.

"No grazie,resto con loro. Grazie di tutto." Mi alzai per andarmene ma Papá mi bloccó per il braccio stritolandomelo. "Tu da ora starai con noi. Hai 2 mesi,poi ti trasferirai qui,e entrerai nell'esercito"

Aveva una voce tranquilla,ma un viso molto duro. Faceva paura.

Mi faceva molto male. E non lasciava la presa. Anzi,stringeva sempre di più finché poi non mi diede un pizzico molto forte spingendomi per terra. La mamma guardava senza reagire. Tomas sembrava quasi acconsentire a questo comportamento.

Voglio tornare a casa. A casa mia. Da miei genitori. Iniziai a piangere.

"Non piangere" mi diede uno schiaffo sul viso facendomi sbattere la testa vicino al tavolino di cristallo.

Strinsi i denti. Dovevo trattenere le lacrime. Ma perché faceva così?!

"Tomas andiamo" passarono accanto a me e Papá mi prese per il mento stringendo forte la mia mascella. "Sarai un militare. Sei minorenne e comando io che sono tuo padre" poi mi diede un altro schiaffo lasciando la presa del mio viso buttandomi di nuovo per terra.

Appena uscirono di casa mamma si avvicinò a me.

"Non farne parola con nessuno di quanto è successo ora. Da piccola ti avevo protetto dicendo che eri morta. A pochi giorni di vita già ti picchiava. Diceva che doveva allenarti al dolore per abituarti all'esercito. Nella sua famiglia tutti hanno fatto il militare. Mi dispiace Giselle. Non posso fare niente per te." Mi porse un bicchiere d'acqua

Iniziai a piangere. Non riuscivo a fermarmi. Volevo un abbraccio. Ma non lo ricevetti.

"Per questo ho fatto finta di non riconoscerti in questi giorni. Volevo proteggerti. Non hai altra scelta che fare ciò che ti dice tuo padre. 3 anni passeranno velocemente."

Mi fece alzare accompagnandomi alla porta "e ricorda. Non farne parola con nessuno"

Mi diede un bacio sulla fronte "ti voglio bene piccola mia. Mi dispiace" e poi chiuse la porta lasciandomi fuori con mille dubbi e con un futuro ormai scritto.

Tu sei luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora