Capitolo 4

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La mattina seguente andai a scuola. Menomale che ho le mie cuffiette e la mia musica senò andare a scuola sarebbe ancora più stressante di quanto non lo sia,oltre al fatto che è anche lunedi e lo stress è doppio.

Mentre sto scendendo dalla metro,un ragazzo mi dà una spinta facendomi cadere per terra il libro di storia con i miei appunti per l'interrogazione alla quarta ora. "hey" urlo. Lui mi guarda "sta più attenta la prossima volta cretina" e scoppia a ridere.

Dylan Fox. Ecco chi era. Il ragazzo più figo della scuola,tutte le ragazze cadono ai suoi piedi. 18 anni. Occhi stupendi,sorriso magnifico,muscoli scolpiti,sfondato di soldi,villa con piscina,organizza una volta al mese una festa a casa sua e la mia migliore amica mi ha costretto questo sabato ad accompagnarla. Togliendo tutti questi pregi,se cosi si possono definire,resta un bambino viziato,scostumato,puttaniere e maleducato.

"dai ti aiuto io" sento una voce maschile e cosi alzo lo sguardo. "ehm grazie". Raccogliamo velocemente i fogli sparsi prima che la metro riparta per evitare che vengano spazzati via. "comunque piacere io sono-"

"cosa?" la partenza della metro non mi fa capire ciò che dice. "dicevo,sono Steven". "ciao..vabbe grazie per avermi aiutata,ora vado a scuola" rispondo cercando di dileguarmi per non mostrare le mie guance rosse.

Quanto è bello,è stato cosi carino ad aiutarmi. "e non mi dici il tuo nome?" urla mentre inizio a correre verso le scale mobili. Faccio finta di non sentirlo ma ovviamente per aumentare la figura di merda,correndo mi cade il telefono per terra. Fanculo. Mi abbasso per raccoglierlo e i fogli di storia ricadono per terra. Doppio fanculo.

Lui corre di nuovo in mio aiuto. "oggi non è giornata eh?!" dice sorridendo. Mi limito a sorridere non alzando lo sguardo. Lui continua "non mi hai detto il tuo nome". "Giselle" rispondo alzandomi in piedi e mettendo i fogli in borsa. "che bel nome Giselle" ha un sorriso bellissimo. Occhi castani e capelli castani,alto e muscoloso. "grazie" mi limito a rispondere guardandolo con la coda dell'occhio e iniziando a salire le scale mobili.

Lui mi segue,si mette accanto a me e mi prende il viso girandomelo verso di lui costringendomi a guardarlo negli occhi. "sei davvero carina lo sai" le mie guance diventano rosso pomodoro,ne sono sicura perché me le sento calde e inizio a sudare dall'imbarazzo. "ehm grazie" mi libero dalla sua presa e,usciti dalla metro,inizio a correre. "scusa non volevo passare per un maniaco,non volevo spaventarti davvero" si sente dalla voce che le sue scuse sono sincere.

Così mi giro e gli sorrido,tanto da lontano non può vedere la mia faccia fuxia. "e' tutto apposto,ci vediamo" gli urlo per essere gentile,anche se a guardare il mio colorito di pelle non si direbbe. Mi rigiro giusto in tempo per evitare un'altra figuraccia. Stavo per prendere in pieno il palo della luce. Riesco a schivarlo in tempo per fortuna. Che giornata di merda. Odio il lunedi,caso chiuso.

Tu sei luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora