Capitolo 24

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Il giorno stesso che la scuola terminó,partii con il signor Evans in un campo di addestramento per un mese,senza cellulare,computer,amici,abbracci e felicitá. Mi allenava ogni giorno per 15 ore:imparai a sparare,a difendermi da un attacco,a proteggermi e a dare un primo soccorso.

Tornata a Londra rimasi chiusa in casa per qualche settimana,stanca e stremata per il duro lavoro del mese precedente,finché non ricevetti una chiamata dalle mie amiche "ciao ragazze" risposi alla chiamata. Ero molto contenta di sentire le loro voci,mi erano mancate

"Che fine hai fatto?" Disse kayla con tono arrabbiato

"Infatti ci hai fatto preoccupare. Ti stiamo chiamando da più di un mese in continuazione,volevamo sapere come ti trovi dagli Evans"

"Scusate. Sono stata molto impegnata. Va tutto bene. Sono stata fuori con mio padre. Mi stai aiutando a..a entrare.."

"A entrare dove?" Chiese curiosa Allyson

"Nell'esercito" risposi io tutta di un fiato.

"Stai scherzando vero?" Risero.

"Mai stata così seria in vita mia" dissi frustrata dalla situazione

"Ma tu odi il militare,hai paura del sangue,delle pistole,non hai manco un muscolo. Che ti sta succedendo Giselle? Sei uscita pazza?"

"Fatti i fatti tuoi kayla" sbottai

Lei rimase in silenzio.

"Calmati Giselle,stava scherzando. Ci sorprende questa tua scelta,ecco tutto"

"Allyson non rompere anche tu per piacere."

Non so perché me la sono presa con loro. Forse dovevo sfogarmi con qualcuno perché stavo passando un brutto periodo.

"Bah" sentii dall'altro lato del telefono e poi la chiamata si chiuse. Sicuro si erano arrabbiate e dispiaciute. Non volevo offenderle. Così decisi di uscire e andare dalle ragazze a chiedere scusa. Erano le mie migliori amiche,non si meritavano questo mio atteggiamento.

Bussai alla porta di Allyson e lei comparve sulla soglia.

"Che vuoi?" Disse con tono scocciato

"Posso entrare?" Chiesi.

"Che vuoi?" Insistette lei alzando il tono della voce.

"Volevo chiedervi scusa"

"Mh" rispose. Quando dice così significa che é davvero arrabbiata.

Poi si avvicinó anche kayla alla porta.

"Ah sei tu" disse lei.

"Davvero scusatemi ragazze,non so che mi é preso. Sto passando un brutto periodo. Davvero scusate. Non volevo rispondervi male"

"Ok" disse Allyson

"Tutto qui? Solo ok sapete dire?"

"Che cosa starebbe succedendo di così grave da risponderci male dopo che non ti sei fatta sentire per un mese e mezzo?!" Chiede kayla

"Non posso dirvelo. Con il fatto del militare ho il cervello e i muscoli in fumo" risposi io per cercare una scusa.

"Hai ragione,in fondo siamo solo le tue migliori amiche. Non devi dirci che succede. Hai ragione" continuó Allyson.

"Vorrei dirvelo,davvero. Ma non posso"

"Da quando se ne é andato tyler e ti sei trasferita sei cambiata. Non so che ti é preso. Sei irriconoscibile. Rispondi male,non ti fai vedere ne sentire,sei scontrosa.."

"Non potete capire raga. Davvero. Sta succedendo un casino"

"Che casino?"

"Non posso dirlo. Mi hanno detto di non dire niente. Mi dispiace"

"Giselle vaffanculo" e mi chiusero la porta in faccia.

Ormai le lacrime non uscivano più. Il signor Evans mi aveva insegnato a non piangere. Ero più forte anche dal punto di vista emotivo.

Mentre tornavo a casa mi arrivó un messaggio.

-Da kayla:

Scusa anche noi abbiamo esagerato. Fa niente se non ce lo vuoi dire. Ci vediamo quando puoi

-Da Giselle:

Scusatemi. Ci vediamo

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Tornata a casa,mi buttai sul letto. Erano le 18.35. Cavolo. Alle 18.00 dovevo andare in palestra con Jacob e Tomas. Mi misi subito la tuta e corsi verso la palestra.

Appena arrivai li vidi che si stavano allenando nella lotta uno contro uno.

"Scusatemi. Ho fatto tardi. Ero uscita a salutare delle mie amiche e-"

Non feci in tempo a finire la frase che Papá mi prese per la maglia sbattendomi contro il muro.

"Gli orari si rispettano" mi diede un pugno dello stomaco

"Fai un'altra volta tardi e non ti faccio mai più uscire di casa chiaro?"

Non riuscivo a respirare,nemmeno a parlare o a muovermi

"Chiaro?" Urló ancora più forte dandomi un altro pugno.

"Chiaro" stavo letteralmente svenendo. Non mi reggevo in piedi.ma dovevo farcela. Mi feci forza e andai a fare le flessioni e gli addominali.

"Muoviti Giselle. Sei una lumaca"

Sbraitó Tomas mentre correvo sul tapis roulant. Mancava solo mezz'ora. Non ce la facevo più. Volevo stendermi sul letto e riposare.

In quel momento mi chiesi cosa stesse facendo tyler o la mamma e il Papá. I miei occhi si gonfiarono di lacrime ma subito me li asciugai. Sono forte. Ce la posso fare,anche da sola. Ce la faró.

Tu sei luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora