• 29 - La mia Jasmine.

26.8K 1.1K 165
                                    


Speechless, speechless, that's how you make me feel.
When I'm with you, I'm far away,
and nothing is for real.

-Michael Jackson

●●●

Il giorno dopo raggiungo lo stabilimento Ford saltellando per le strade, eh si. Saltellando per le strade, avete letto bene. La macchina non partiva, maledetta, ma non mi sono arrabbiata. Sono così felice che neanche un tornado mi farebbe cambiare umore.

Insomma, per la prima volta tutto va nel verso giusto.

La mia relazione con Richard si deduce che stia andando bene, la mia amicizia con Ryan è a posto, le mie figlie stanno bene, tra poco arriveranno le ferie.
Perfetto, tutto perfetto.
Non vedo l'ora di sdraiarmi sul lettino a divorare il mio Magnum al cioccolato bianco con al mio fianco le mie bambine che giocano spensieratamente e, perché no, anche Richard.

Al solo pensare il suo nome sorrido spontaneamente e varco la soglia del grande grattacielo sulla quale capeggia l'enorme scritta in acciaio 'Ford industries'.

Prendo l'ascensore e sistemo i miei capelli guardandomi nelle pareti di quest'ultimo e sfoggio il mio miglior sorriso non appena le porte si aprono dando vista sull'enorme piano dove sono disseminate tante postazioni. Con lo sguardo le osservo tutte, ma una ragazza seduta alla mia postazione attira la mia attenzione.

Sul cartellino non c'è più scritto il mio nome, ma un certo Thorne.

Oh no. Non dirmi che mi hanno licenziata.

Un profondo senso di angoscia mi pervade e sento il magone salire inesorabilmente.

È tutto perfetto! Ma perfetto un corno. Sono stata licenziata.

Senza pensarci due volte corro in direzione dell'ufficio del capo con l'intenzione di fargli il culo a strisce se non mi da una motivazione valida per la quale mi ha licenziata.
Abbasso la maniglia della porta senza neanche bussare e mi fiondo letteralmente all'interno trovando, a mia sorpresa, Richard intento a sfogliare alcune pratiche.

"Ciao.", mi sorride.

Io invece mi avvicino a falcate larghe e pianto le mie mani sulla scrivania.

Mi ero pure fatta la manicure per te.
Vaffanculo.

"Che c'è?", chiede mentre in volto si fa largo un espressione confusa.

"Come che c'è?!", urlo, "Mi avete praticamente licenziata senza preavviso!",

Senza una cazzo di  motivazione.
Finirò sul lastrico senza soldi, con le mie figlie che muoiono di fame, io che tento di sfamarle facendo elemosina ma nessuno che mi aiuta.

E la cosa che mi fa più innervosire è che è appena scoppiato a ridere.

Mi prendi per il culo?!

"Ti ammazzo.", ringhio facendo il giro della scrivania e allungo le braccia nella sua direzione ma afferra le mie mani e intreccia le sue dita con le mie attirandomi a se'.

Per un Manhattan di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora