• 17 - Manhattan di troppo.

31.5K 1.3K 117
                                    


"Aaah!",

Le urla gioiose delle mie figlie risuonano nel cortile di casa dotato di piscina mentre giocano con Richard, io invece me ne sto sulla sdraio ad ammirare il suo corpo statuario nascosta dietro agli occhiali da sole.

Perché si sa, l'unica cosa per la quale hanno inventato gli occhiali da sole opachi è perché puoi guardare i manzi di nascosto senza che intercettino il tuo sguardo nè capiscano che li stai divorando con gli occhi.

Le goccioline d'acqua scendono lentamente ed inesorabilmente sul suo corpo abbronzato, ne delineano gli addominali scolpiti, poi scendono sempre più giù e giù, fino alla 'V'  e a raggiungere l'elastico del pantalone, dove non oso immaginare quale cosa divina ci sia sotto.

Sono stata a letto con questo manzo e non ricordo nulla, io lo dico che questa è sfiga.

Si passa una mano tra i capelli biondi, bagnati, poi parte di nuovo alla rincorsa di Chloe, con un sorriso divertito in volto, che sfreccia veloce per tutto il giardino, ma lui riesce ad intercettarla e la afferra per le ascelle gettandola in piscina e facendola ridere a crepapelle.

Improvvisamente vedo Kylie sbracciarsi in piscina e guardare nella mia direzione.

"Richard, mamma! Prendi mamma!",

Cos?

Abbasso gli occhiali sulla punta del naso e nel mio campo visivo si materializza immediatamente il manzo che cammina nella mia direzione come un bulldozer pronto all'attacco.

"No. No. Richard non ti avvicinare.", ma non demorde.
Continua ad avvicinarsi con un sorriso beffardo sulle labbra e allora scatto via dalla sdraio ed inizio a correre per il giardino inseguita da lui.

Non si possono neanche guardare i manzi in pace, oh.

Raggiungo un albero e mi appoggio ad esso col fiatone.

Sì, avete capito bene. Non sono una tipa sportiva. Io non corro mai.

Delle mani freddissime agguantano i miei fianchi caldi e roventi per il sole facendomi tirare un urletto per il contrasto improvviso.

"Presa.", soffia con voce roca vicino al mio orecchio mentre mi tira a sè fino a far combaciare la mia schiena con il suo ventre.

Oh Dio. Non mi trattengo se mi parli con questa voce e se sei solo in costume davanti a me.
Non vorrei traumatizzare le mie figlie a vita.

"Richa- santi numi!", mi ritrovo a testa in giù sulle sue spalle con una bella vista del suo didietro e lo ammiro per qualche secondo prima di iniziare a scalciare.

"Lasciami!",

"Nah, ho una bella vista da qui.", commenta riferendosi al mio sedere coperto solo dal costume.
E allora non trattengo un urlo strozzato ed imbarazzato.

Le mie figlie al posto di difendermi gli danno man forte ridendo ed incitandolo come si fa con un lottatore di boxe.

No, io odio essere buttata in acqua all'improvviso. Devo immergermi piano piano, adattarmi.
Non voglio morire giovane.

E così opto per la soluzione estrema.

A mali estremi, estremi rimedi, baby.

Ne approfitto quando lui è girato verso la piscina e le mie figlie sono distratte.

Gli abbasso i calzoncini del costume prendendo una bella vista del suo culetto dal colore bianco, in contrasto con la pelle abbronzata, ma, purtroppo, al posto di ottenere la mia libertà vengo gettata in malo modo in piscina, perdo il conto di quanta acqua ingerisco e sento la pelle bruciare per il modo in cui l'acqua sembra aver schiaffeggiato la mia pelle.

Per un Manhattan di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora