• 31 - Tienimi.

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Mi fido solo di chi
non promette nulla.

Cit. Noemi Antonelli.
noemiquill

~

È da quasi due ore che siamo chiusi in ufficio e lavoriamo come due macchine.
Ovviamente io ho più roba arretrata di lui perché, a differenza sua, mi fermo di tanto in tanto ad ammirare il suo volto mentre lavora.

Tipo come sto facendo ora.

Mantiene la sua testa con una mano mentre si morde il labbro rendendolo turgido e lascia scorrere le sue iridi tra le parole scritte sui fogli; i capelli ricadono sulla sua fronte ma non sembrano minimamente dargli fastidio.

"Non mi sembra che sul mio viso ci siano scritte pratiche, Steph.",

E porco Giuda.

Sorride e abbasso di scatto il capo sui fogli fingendo di lavorare, ma quando mi accorgo che mi sta fissando inizio sudare e non riesco più a concentrarmi.
Rileggo più volte le stesse frasi ma non sembrano assumere senso così,  frustrata,  mi volto verso di lui.

"Potresti smetterla di fissarmi?",

"Vale a dire ciò che stavi facendo tu prima? Anzi, tutto il tempo.", ribatte.
Il suo pomo d'Adamo si alza non appena deglutisce e si morde nuovamente il labbro sorridendo.

Troppa bellezza,io non ce la posso fare.

"Non ti stavo guardando.", rispondo cercando di mascherare l'imbarazzo con una punta di fastidio.
Lascio cadere i fogli sulla scrivania e poggio la mia schiena sullo schienale imbottito della sedia rilasciando un sospiro, ma non smette di fissarmi.

"La pianti?", stavolta incrocio le braccia al petto.

Mi mette in soggezione essere guardata.

"Di fare cosa?", e riesco a leggere nei suoi occhi una sottile malizia.
Richard, tu sei pericoloso.
"Di fissarmi.",

"Sei bellissima.", dice così, all'improvviso.

Ma si, tanto il cuore non è il tuo.
Tanto non sai quanto cazzo sta saltando adesso, tu continua a fare questi complimenti all'improvviso.
Morirò giovane, lo sento.

"Ed è inutile che continuo a lavorare, tanto non ci capisco nulla con te qua vicino. Mi distrai, Stephanie.",

"Bugiardo. Fino a poco fa sembravi più serio di Chloe quando cerca di fare le treccine alle bambole.",

"Allora è vero che mi stavi fissando.",

No, stavo solo cercando di trapassarti il cranio con gli occhi, tranquillo.

"Vaffanculo.", sbotto arricciando il naso.

"Steph.", mi richiama.
Contro la mia volontà sposto il mio sguardo su di lui incontrando i suoi occhi, profondi e azzurri come l'oceano.

Perché a me non servirebbe andare al mare per poterlo guardare,
ce l'avrei già qui.
E vorrei potermi svegliare ogni giorno al tuo fianco e affondarci dentro.

"Mh?",

"Baciami.",

***

*il giorno dopo*

Oggi si che sono arrabbiata.
Sono stata convocata di primo mattino agli uffici Ford dal padre di Richard per un urgenza, a sua detta.

Per un Manhattan di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora