• 47 - Ciaone gente.

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Un mese dopo.

"Quante volte ti ho detto che non devi lasciare l'intimo in giro per casa! Richaaaard!",

Urlo tenendo stretto il manico della scopa tra le mani.
Perché in questa casa, da quando Richard si è trasferito qui, non c'è nessuno che mi aiuta e regna il caos più totale ogni santissima mattina.

"Ma non sei stanca dopo ieri notte?", sospira lasciando cadere le sue braccia lungo i fianchi mentre nella mia mente passano flashback della serata precedente passata a girarmi tra le coperte con lui.
Eh si, ci è andato pesante, ma non mi abbatte niente.

"Zitto e raccogli.",

"Sei intrattabile oggi, eh?",

"Sì! Lo sono!",

Perché è il mio compleanno e nessuno si è ricordato di nulla.
La settimana scorsa è stato quello di Richard, ha compiuto ventisette anni, e gli ho organizzato una festa coi fiocchi.
Oggi è il mio compleanno e neanche le mie figlie se ne sono ricordate, ma fa nulla. Non glielo dirò. Arriverò alla fine della giornata a dirlo, così si sentiranno in colpa per il resto della loro vita.

"Ben vi sta!", urlo piantando il piede per terra.
Richard mi guarda stralunato prima di raccogliere l'intimo e fuggire letteralmente dal mio campo visivo.

Bravo. Bravo.

Nel giro di un'ora riesco a riordinare e pulire l'intera casa e, non appena finisco, vado in giardino e mi siedo sulla sdraio per prendere un po' di sole mentre le gemelle giocano in piscina con Richard.

Metto gli occhiali da sole, così da poter sbirciare un po' senza farmi intercettare.
Perché, si, nonostante io lo veda mezzo nudo quasi sempre resta sempre il fatto che è dannatamente sexy e che non mi stancherei mai di guardarlo.

Le goccioline scivolano sui pettorali abbronzati, poi sulla tartaruga addominale, fino alla 'V' e a raggiungere l'elastico del costume sotto la quale è nascosto il ben di Dio.

I capelli bagnati riflettono leggermente la luce del sole facendolo sembrare il dio Apollo.

Improvvisamente noto che ha iniziato a guardarmi.
Sento le sue iridi scorrere lentamente dalle mie gambe fino alla scollatura del mio bikini e avvampo violentemente ma cerco di nasconderlo.
Fa forza sulle braccia ed esce dalla piscina raggiungendomi rapidamente.

Oh cazzo.
M'ha beccata, m'ha beccata!

Mi tolgo gli occhiali da sole fingendo una tosse e ritorno al mio stato di casalinga incazzata non appena mi rivolge la parola.

"Stephanie.", inizia, "Cosa c'è che non va?", domanda sedendosi sulla sdraio, al mio fianco.
Alcune goccioline cadono sul mio ventre e rabbrividisco.

"Nulla. Va tutto alla perfezione. Non vedi? Sono felice come una pasqua!", spiego con forse troppa enfasi.
Il biondo mi rivolge un'occhiata esitante prima di passarsi la lingua tra le labbra.

Per un Manhattan di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora