• 46 - Abbi cura di me.

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Dopo che mi stavate quasi per uccidere perchè non ho pubblicato, ecco a voi il capitolo. :)))
Ps: avevo fatto un avviso sulla bacheca del profilo giusto ieri sera, spesso vi aggiorno lì riguardo il libro senza che intaso la storia di inutili avvisi, per cui se volete restare aggiornati potete seguirmi sul mio profilo!





"Ciao.", sorride.

Ma non riesco a fare lo stesso.
Non più.
Quando lo guardo non vedo altro se non le immagini della videosorveglianza.

Gli è bastato così poco per fare una cosa del genere...

"Tutto bene?", chiede guardandomi, perplesso. Si passa una mano tra i capelli ed avanza leggermente.
"Sarebbe potuto andare meglio se tu non avessi deciso di tradirmi così, Ryan.", ringhio. Istantaneamente la rabbia sale. Come una percentuale che va dallo zero al cento per cento in meno di pochi secondi.

Ryan assume un espressione confusa.
Finge.

"Cosa...? Cosa stai dicendo, Stepha-",

"Tu e Victoria mi avete fatta licenziare dal mio capo facendomi passare per la traditrice di turno che ha sbattuto in faccia al mondo i nuovi brevetti Ford.", continuo.
Finalmente assume un espressione consapevole e fa per parlare ma lo tronco sul nascere.

"Tu! Che mi sei stato così vicino parlandomi della sincerità e dell'essere onesti quando eri tu il falso traditore che è entrato in casa mia solo per appropriarsi delle chiavi dell'archivio!", urlo, stavolta.
E non m'interessa della gente che passa nel parcheggio e mi sente urlare.
È questo quello che si meritano le persone come lui: vergogna.

"Io...Stephanie...Se solo potessi spiegare-", avanza per toccarmi ma mi scanso furiosamente e riduco gli occhi a due fessure.

"Ti spezzo le braccia se mi tocchi. Non c'è un cazzo da spiegare.", puntualizzo.

"Invece sì.", continua e allora pianto le mie braccia sui miei fianchi,  spazientita ed arrabbiata.

"Spiega. Parla. Non ho tutta la giornata.",

Sì passa la lingua tra le labbra.

"Io...beh...Io sono innamorato di te, Stephanie. Lo sono sempre stato e l'unico modo per farti accorgere di me è stato fare questo passo. Anche per Victoria era una buona occasione per avvicinarsi a Richard, ma non è successo.",

Al che sbotto.

"Tu mi hai fatta litigare col mio compagno per farmi accorgere di te! Te ne rendi fottutamente conto?! Tu hai causato tutta questa merda!", urlo talmente tanto da sentire gli occhi quasi uscire fuori dalle orbite.
Non può essere una persona normale se ragiona così.
"Io ti ho voluto bene, Ryan. Ma tanto bene. Così bene che dopo un po' ho creduto di voler stare con te, ma no. Ho capito che era Richard quello con cui sarei dovuta stare, e non tu. E se prima quest'idea era confusa, ora è fottutamente confermata.", sputo acida senza il minimo freno.
Non m'importa di ferire i suoi sentimenti, lui non se n'è importato prima di ferire i miei.

Raccolgo le chiavi della macchina, che per tutta la durata della conversazione sono rimaste a terra, entro in quest'ultima e inserisco la chiave nel quadrante. Il tutto mentre Ryan segue ogni mio movimento, ferito nell'animo e nell'orgoglio.

"Non sai quanto mi dispiace, Stephanie.", mormora poggiando le buste sull'asfalto e sporgendosi di pochissimo nell'auto.
Tolgo il freno a mano e sistemo il piede sull'accelleratore.

"Non me ne faccio nulla delle tue scuse. Stammi lontano.", detto ciò spingo sull'accelleratore e sfreccio via dal parcheggio.
Di lui e di quello che c'è stato rimane solo una piccola cicatrice dentro di me ed una persona che si fa sempre più piccola a mano a mano che mi allontano.

Per un Manhattan di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora