Flashback -Depressione-

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Settembre 2005. Papà ha perso il lavoro. È seduto sul divano da quindici giorni. Mamma gli dice d'alzarsi e cercare tra gli annunci una cosa qualsiasi, gli dice che è stanca, non ce la fa più a continuare così. Mamma si alza alle sei del mattino ogni giorno, ci lascia i soldi per la merenda sul tavolo e poi va al lavoro. Rientra stremata la sera, pulisce la casa e prepara la cena. Oggi è il suo giorno libero. Samuele quando la sente gridare mi viene vicino.

«Tata, secondo te papà è alcolizzato?»

Faccio di no con la testa. «Mamma dice che è depresso.»

Apro la borsa di mia madre e prendo venti euro dal suo portafogli. Li guardo, mentre lei gli vomita in faccia il suo disgusto.

«Porto Samuele a mangiare il gelato.»

Nessuno risponde.

Cammino tenendo per mano mio fratello. È incredibile quanto somigli a nostro padre. Sullo specchio a casa della nonna ci sono due foto. Una è di Samuele e accanto ce ne è una di nostro padre. Se non fosse per la carta ingiallita ed i vestiti, non saprei distinguerli.

«Perché mi hai chiesto se papà è alcolizzato?»

«Lo hanno detto a scuola, che gli alcolizzati spesso perdono il lavoro e si ritrovano a non fare niente tutto il giorno.»

«Ma tu lo hai visto bere papà?»

«No, mai.»

«Papà non è alcolizzato, è soltanto molto triste.»

Cerco dentro di me le parole per spiegare a mio fratello cos'è la depressione.

«Papà ha una malattia, la testa non gli funziona tanto bene... Lui è intelligente come lo era prima, ma non riesce a fare nulla, perché è troppo triste per fare qualunque cosa. E non c'è un motivo. Non è come quando muore qualcuno che si è molto tristi, ma si conosce il motivo. Lo si è e basta. E quando ti prende questa malattia poi è difficile guarire.»

Samuele mi guarda. Cerco attraverso i suoi occhi di comprendere se ha realmente capito cosa gli ho detto.

«Perché non facciamo fare a Papà qualcosa di bello?»

«Perché ora che ha questa malattia a papà non piace fare nulla. È questa la cosa più brutta, per questo è così difficile guarire.»

Mamma lavora così tanto perché vuole portarlo da un dottore. Dice che ne conosce uno molto bravo che potrebbe guarire papà. Vuole che ci andiamo tutti insieme così papà non si sentirà solo. Ma io penso che lui si senta già così, soprattutto quando lei grida in quel modo.

Una volta ho sentito mia madre e mia nonna litigare, mia madre le aveva chiesto dei soldi per portare mio padre dal medico, ma lei si rifiutava di darglieli. Continuava a ripetere che suo figlio non era pazzo e non aveva bisogno di nessun dottore. Mia madre le disse che così l'avrebbe ucciso.

Questo non posso dirlo a Samuele.

Prendiamo due coni gelato e li mangiamo seduti sull'altalena.

Mimesi (Bianco caldo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora