L'incubo

200 19 23
                                    

Quel bacio ha compiuto dieci anni.

Comprendo bene i sentimenti di Rebecca. Non si è mai mostrata gelosa nei miei confronti e lei stessa mi ha spinto più volte a vivere liberamente la mia sessualità. Le avevo confessato durante una delle nostre notti alcoliche negli anni del liceo, di non aver avuto che lei. Deve esserle sembrato assurdo, perché la mia dichiarazione innescò in lei una serie di atteggiamenti al limite dell'incredibile, che all'epoca tuttavia mi apparivano assolutamente normali. Sotto la sua esortazione avevo iniziato ad avere delle relazioni con qualche ragazzo, alcune volte sceglieva per me i miei partner, ne parlavamo per giorni. 

Viste da fuori potevamo somigliare a delle semplici ragazze con una cotta adolescenziale, ma eravamo più simili a dei criminali che pianificano il proprio delitto. Credo godesse nel vedermi tornare ogni volta da lei. Il suo ego straripava dal petto. Inondava la stanza. C'era qualcosa di strano nel suo atteggiamento. Mi riempiva di domande. Voleva le raccontassi ogni cosa, i dettagli, ogni minima sensazione. 

Il modo in cui ero stata spogliata, dove l'avevamo fatto, che tipo di biancheria intima indossasse lui, l'odore che aveva. Ogni cosa le interessava, viveva quei rapporti attraverso me. Non erano dei tradimenti, somigliavano più a delle dispute per la dominazione dei miei sentimenti, e lei ne usciva ogni volta vincente. L'unico con cui non poteva competere era proprio Nikita, il motivo era semplice: all'interno di me occupavano due spazi distinti, li tenevo così distanti l'uno dall'altra che nel mio immaginario non avrebbero neppure potuto incontrarsi. Se Rebecca utilizzava il sesso per dominarmi, e piazzarsi nel punto più alto del podio che lei stessa aveva costruito, Nikita dal canto suo non mi aveva mai neppure sfiorata e non sembrava affatto intenzionato a farlo. Se non partecipava al gioco non poteva essere sconfitto. Credo fosse questo il pensiero di Rebecca. Allo stesso modo, ciò che condividevo con lui apparteneva ad un piano dell'esistenza così alto, che nessuno sarebbe stato all'altezza. 

La mia indole taciturna faceva in modo che non condividessi facilmente i miei pensieri più profondi, questi erano infatti riservati ad un orecchio soltanto. Nikita custodiva per me una collezione di segreti che non avrei mai voluto veder uscire allo scoperto. In qualche modo divideva il loro peso a metà, permettendomi di sopravvivere. Dal punto di vista del sesso invece, io e Rebecca condividevamo ogni cosa, in un modo forse morboso. Capitava spesso ad esempio che facesse l'amore con il mio stesso ragazzo, a distanza di qualche giorno. Somigliavamo ad una coppia di amici alla ricerca di qualche avventura, ma agli occhi dei ragazzi che venivano a letto con noi Rebecca doveva sembrare una sgualdrina, una persona così falsa da fingersi la mia migliore amica per poi agire in modo disonesto alle mie spalle. Nessuno di loro immaginava quanto tutto fosse ancora più subdolo di ciò che sembrava, e come la parte lesa fosse da individuare completamente al di fuori di noi due. 

 Rebecca era totalmente divertita da tutto ciò, ne parlava come si discute di una commedia americana, con la stessa leggerezza e la consapevolezza del peso che ha. Io al contrario ero infastidita dall'idea che potevano farsi di lei e più di una volta ho provato a persuaderla, dicendole che forse avremmo dovuto smetterla di andare a letto con gli stessi ragazzi. Lei non voleva saperne, l'idea di provare esattamente quello che avevo provato io la ossessionava. In più c'era qualcosa in quell'atto che ad oggi non riesco ancora a spiegare lucidamente, era come se andasse a ripulire la scena di un delitto, se riprendesse qualcosa che avevo perduto per restituirmela. È una sensazione davvero strana a cui ancora penso con un po' d'inquietudine.

Vorrei esistesse uno spazio nel mondo, al di fuori della mia mente in cui Nikita e Rebecca coesistessero, ma quel luogo è un oceano di gomma in cui è impossibile immergersi.

Rebecca sembra ridursi nel mio abbraccio, come gli abiti di lana sopravvissuti alla centrifuga.

«Con chi sei stata, mentre non c'ero?»

Mimesi (Bianco caldo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora