Capitolo 2

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-Ermal

Apro la galleria del telefono per scegliere qualche foto da pubblicare, visto che non lo faccio da un po', e tra le ultime fatte, c'è ancora quella con la strana ragazza del centro. Mi ero dimenticato completamente di averla. Che stupido, ho fatto la foto con il mio telefono.
Dovrei cancellarla? Fargliela avere mi sembra impossibile, a meno che non la pubblichi, certo... se è una fan mi seguirà sicuramente, e poi non è la prima volta che per cellulari scarichi e problemi vari faccio una cosa del genere.
Sto per caricare la foto sul mio profilo, ma mi blocco alla descrizione. E chi si ricorda il suo nome adesso?
R...S... Forse c'era una F?
-ma come diavolo ti chiami?-
Elimino tutto e torno sulla galleria.
Che foto buffa... sembro io il fan, dato che sono stato proprio io a farla, e lei sembra un sorta di... artista molto timida?
Capelli castano scuro, mossi, due occhi verde bottiglia e una maglietta dei Green Day sotto il cappotto.
Mi torna in mente il momento in cui mi ero reso conto che mi stava fissando, anche se non sembrava guardare proprio nella mia direzione, ma piuttosto attraverso essa. Magari stava pensando ad altro, invece che a me. Anche se lì per lì, un moto di egocentrismo personale che di solito non ho, ha fatto sì che le facessi quella domanda.
Mi chiedo di nuovo, dovrei cancellarla?
-ah ma allora sei qui!-
Il mio manager fa capolino dalla porta aperta, una mano ancora appoggiata alla maniglia.
Blocco il telefono e lo faccio scivolare nella tasca della giacca elegante.
-si, scusami, mi sono perso l'ora-
-quelli dell'intervista sono arrivati- mi fa cenno verso l'altra stanza con la testa -dovresti proprio andare da loro-
Sorrido appena e mi alzo dalla sedia in stile "regista" su cui ero seduto, per poi seguirlo, fuori dalla stanza dei costumi di scena.
Sarà una mattinata intensa.

Dopo quaranta lunghissimi minuti sono libero di andare. Non che mi dispiaccia fare le interviste... posso fare un po' di rivelazioni, rimanere un po' misterioso per quanto riguarda i nuovi singoli... Ma quando sono costretto a rimanere da solo con l'intervistatore o l'intervistatrice la cosa si fa un po' noiosa, se invece ci sono anche i fan è molto più bello. C'é più allegria. Sono loro che mi contagiano nelle mie piccole follie.
Tutte le volte vorrei poter scendere dal palco e salutarli tutti. E molti miei colleghi mi danno del folle per questo.
Comunque per altri due giorni sarò a posto, poi domenica verrà lanciata in radio la nuova canzone, e allora dovrò fare nuovamente la mia comparsa. Ma quella volta ci sarà tantissima gente, quindi ci sarà da divertirsi.

Appena rientro in casa, dopo aver messo l'auto in garage, vengo subito travolto dall'équipe che gestisce i miei guardaroba per le occasioni speciali, dove il mio amato modo di essere può uscire in tutto e per tutto.

-proprio ora...?- chiedo con un tono falsamente angosciato.
-si gioia, proprio ora!- esclama di rimando la mia sarta, che ormai è praticamente di casa, come avessi un'altra zia, solo più pignola e un po' pettegola.
Imito nuovamente un volto disperato e poi mi avvicino con le mani alzate, quando lei sbuffa alzando gli occhi al cielo.
-dobbiamo controllare che sia tutto a posto per domenica, lo sai- dice mentre mi fa sfilare la mia giacca e infilare quella del nuovo completo.
-sei stato di nuovo a mangiare fuori?-
-si vede tanto?- ridacchio
-no, ma la giacca adesso si chiude perfettamente... ho fatto bene a tenere un margine di qualche centimetro-
-ah che intuito! Che occhio! Come farei senza di te?- esclamo teatralmente.
-probabilmente ti ritroveresti sotto dieta ferrea- mi schernisce.
Rabbrividisco un po' al pensiero.
-allora credo dovrai rimanere a lavorare per me ancora un altro poco- dico facendo ridere lei e tutto il resto del gruppo.

Più tardi, quando tutti se ne sono andati, reprimo l'istinto di ordinare una pizza, per non sentire altre lamentele a pochi giorni dall'invito in radio, e mi limito a prepararmi qualcosa di non troppo sostanzioso.

Dopo pranzo, mi accascio sulla poltrona in salotto e accendo la tv. Scorro svogliatamente fra i canali, ma visto che non fanno nulla, dopo poco spengo l'apparecchio, mi alzo, cerco un cd che mi ispiri e lo metto nello stereo.
Tutto quello che dovrò fare in questi giorni è davvero poco... il tour inizierà soltanto in estate, e prima di allora, avrò solo svariate interviste qua e là.
Sarò all'altezza di quello che tutti si aspettano?
Ma poi, l'importante è fare quello che mi piace, e metterci tutta l'anima. Il resto verrà da sé.
Partita la musica mi stravacco di nuovo sulla poltrona, la musica mi fa rilassare, e dopo pochi minuti, la testa mi ricade all'indietro sullo schienale, e mi addormento.

Quando mi sveglio, qualche ora più tardi, il salotto è immerso nella penombra. Non saprei se siano le cinque del pomeriggio o le otto di sera... a novembre viene buio così presto che è impossibile dirlo.
Cerco il telefono, ma è rimasto nel tasca della giacca che avevo stamattina.
Alzandomi e cercando un po' a tentoni la ritrovo sul divano, appoggiata ad uno dei braccioli, recupero il telefono e guardo l'ora.
Le sei e mezza.
-dio mio... stanotte non dormirò per niente- borbotto tra me e me.
Dovrei cercare di perdere l'abitudine di parlare da solo?
Sento la caldaia schioccare mentre parte in automatico, rendendomi conto di quanto faccia effettivamente freddo in questa stanza.
Prendo la coperta appoggiata sul tavolino e me la avvolgo sulle spalle. Un po' meglio.

Salgo le scale per ritrovarmi al piano di sopra, davanti al bagno.
Fra poco sarò sotto quel getto bollente.
Mentre aspetto che si scaldi, accendo una piccola stufetta elettrica e inizio

a svestirmi, non senza qualche brivido di freddo.
Quando l'acqua quasi inizia a scottare, mi infilo nella doccia. Tutto quel calore mi scorre addosso, rilassandomi ancora di più, e i miei capelli si bagnano, perdendo a poco a poco i loro ricci, e diventando lisci e lunghi fino alle clavicole. Devo essere alquanto ridicolo conciato così, con l'aspetto di un improbabile Morticia Addams con la barba.
Canticchio per un po' sotto la doccia canzoni non mie, per poi uscire dalla doccia, avvolgermi in un accappatoio e avviarmi gocciolante verso la mia camera, con il phon in una mano e i vestiti ancora puliti nell'altra.

Poco più tardi, asciutto e con dei vestiti comodi addosso, mi siedo sul bordo del letto.
Riprendo in mano il telefono e quando lo sblocco mi trovo nuovamente davanti a quella buffa foto.
Un'altra fan che vista una volta, poi non incontrerò più, o non di persona almeno.
Magari ad un concerto.
-io proprio non me lo ricordo il tuo nome- sbuffo tra i miei pensieri, arrovellandomi nel tentativo di ricordarlo.
Mi passo una mano tra i capelli, scompigliandoli ancor più di quanto non lo siano di loro.
Ma anche lei ha una foto simile a questa, mi ricordo dopo un attimo.
Per un momento sono indeciso.
Premo il dito su "elimina".
"Eliminare questo elemento?"
Faccio per premere sul pulsante "ok" quando lo schermo cambia.
Una chiamata in arrivo dal mio manager.
-pronto?-
-c'è stato un cambio di programma per domenica- dice con voce grave
-che cosa è successo?- chiedo con un velo di ansia.
Un silenzio che non porta nulla di buono risuona dall'altra parte.
Dopo un attimo che sembra eterno finalmente mi risponde.
-...oh niente, solo che invece che alle quattro andrai in onda alle cinque, hanno avuto qualche problema e hanno sbagliato la scaletta della giornata-
-tutto qui? Dannazione stava per venirmi un infarto! Credevo ci avessero annullato tutto!-
Sento una seconda risata che mi suona familiare dall'altro capo della cornetta.
-ha abboccato?- ride ancora
-oh ci puoi scommettere- dice l'altro con cui stavo parlando un attimo fa.
-però potevi stare al gioco un po' di più- lo sento lamentarsi.
-molto divertente ragazzi...- borbotto alzando gli occhi al cielo -siete sempre i soliti-
-oh su, dai, era per divertirci un po'. Sei veramente poco socievole ultimamente-
-si, certo... comunque va bene per domenica, ovviamente. Spero solo che i fan non si lamentino troppo...-
-vedrai che non ci sarà nessun problema -
-d'accordo, va bene-
-buona serata allora!-
-anche a voi due, idioti- dico ridendo prima di riattaccare.
Quando la chiamata termina, quella foto mi si para di nuovo davanti.
Ancora tu?
"Eliminare questo elemento?"
Sbuffo.
-forse non sarà un segno ma... a quanto pare, rimarrai qui ancora per un po'- dico a bassa voce, premendo su "annulla".

Romeo e Giulietta non sono mai esistiti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora