-ErmalAgitazione è la parola d'ordine.
Fra dieci minuti verrò accolto nello studio, davanti a un centinaio di fan in carne ed ossa, e a chissà quanti all'ascolto della radio.
Ho aspettato questo giorno con ansia sempre più crescente, come tutte le volte che una mia nuova canzone viene fatta ascoltare al pubblico per la prima volta.
Non riesco a fermare le mie gambe dal camminare avanti e indietro sul pavimento dell'anticamera dello studio.
I ragazzi della radio, che dovranno parlare con me per la prossima ora e mezza, entrano per dare il cambio ai colleghi delle ore precedenti, mentre l'intervallo con la pubblicità spezza l'atmosfera.
In questo momento poi, stanno anche facendo entrare i miei fan. Al pensiero mi sento elettrizzato, un lieve sorriso mi viene spontaneo. Ma le mie mani non smettono comunque di tormentarsi tra loro, un paio di anelli che tintinnano uno contro l'altro.
La pubblicità finisce, l'annunciatore saluta il pubblico in sala e quello a casa, in auto, sul treno, in qualsiasi parte dell'Italia.
Poi, mentre sento un moto d'orgoglio martellarmi il petto, come ogni volta, misto ad un'ansia pazzesca, lo sento gridare ai fan il titolo della mia nuova canzone, e quella viene fatta partire a tutto volume dentro lo studio e dentro milioni di altri apparecchi.
-a voi, miei lupi, Piccola anima- sussurro da dietro le quinte.-la collaborazione con Elisa è stata davvero magnifica, lei ha una voce molto particolare e devo dire che sono davvero felice per come poi tutto è risultato- dico sorridendo -poi ci siamo divertiti un casino a girare il video, ed Elisa continuava a canticchiare improvvisazioni con frasi casuali dette dai ragazzi della troupe mentre faceva le riprese, è stato da morire dal ridere- continuo guardando verso la piccola platea, sentendo partire sonore risate in risposta.
-comunque, tornando agli ultimi giorni...- riprende il mio interlocutore -sappiamo che per quest'ultimo lancio sei sparito dalla circolazione, nessuno ti ha più visto in giro e non ci sono state foto di te negli ultimi tempi- ridacchia -le tue fan non sono state molto contente-
Nessuna foto? Allora quella ragazza non l'ha nemmeno pubblicata.
-in realtà un paio di giorni in giro li ho fatti, ma sono passato in incognito- dico con fare misterioso facendo ridere tutti -sono tornato in una città che mi è piaciuta molto, e in cui ho fatto un paio di concerti- continuo rimanendo sul vago.
Il ragazzo della radio sta per ricominciare a parlare, quando lo interrompo, preso da una nuova iniziativa.
-e a dire il vero una foto dovrebbe esserci, anzi, ce ne sono due, e una ce l'ho io. Ho incontrato una ragazza, una fan, ma non credo a questo punto che lei abbia pubblicato la foto...- mi guardo intorno, mettendo una mano fra me e i presentatori radiofonici, come per dire un segreto al pubblico -magari sono venuto troppo male- sussurro a voce falsamente bassa, suscitando le risate generali.
Magari mi sta ascoltando.
Magari in qualche modo le arriverà la notizia che quella foto non l'ho cancellata.
-e com'è che una foto ce l'hai tu?- cerca di pizzicarmi il ragazzo.
-oh niente, solo una figura da idiota epocale- rido tra me e me -sapete, è una mia brutta abitudine!-
L'intero studio scoppia a ridere, trascinando anche me per un po'.Forse mi sto facendo troppi problemi. E poi annunciare in radio qualcosa che penseranno mi importi almeno un po', scatenerà un casino. Dio, che stupido.
Ora quella ragazza sarà fortunata se mezza Italia non si metterà a cercarla.
Spero davvero che non la pubblichi mai, quella foto.
E mi auguro, se mai abbia sentito questa intervista, che faccia lo stesso ragionamento che ho appena fatto io, e che per colpa mia non si ritrovi davvero una folla sotto casa.
Sorrido ancora al piccolo pubblico.Milano è davvero bella con questo buio, tutta illuminata dai lampioni. Il freddo sembra penetrare dappertutto, anche con il riscaldamento acceso al massimo, e mi fa rabbrividire nel cappotto pesante.
Sto tornando da solo. Abbiamo già festeggiato il lancio di Piccola anima, e ormai si sono fatte quasi le due.
Mi fermo davanti al portone, quando in radio parte la mia canzone. La sento per la prima volta dal punto di vista di chi sta dall'altra parte del microfono.
Mi concedo quei pochi minuti per ascoltarla, ed è strano come ogni volta che ne sento una mia in radio, mi sembri così strana, come se appartenesse a qualcun altro.
Sorrido sotto la luce dei fanali, che di riflesso sul portone illuminano l'abitacolo.
È venuta bene.La stanchezza mi sta divorando stanotte, mi giro e mi rigiro nel letto, stanco morto, ma senza riuscire a chiudere occhio per poco più di dieci minuti per volta.
Riprendo nuovamente in mano il cellulare e guardo l'ora, constatando come siano ancora le cinque e mezza.
Con una mano mi stropiccio il viso, poi con calma mi alzo, se non riesco a dormire, tanto vale faccia qualcosa.
Mentre mi trascino verso il bagno, vengo distratto da una luce proveniente dalla finestra in fondo al corridoio, che evidentemente mi sono dimenticato di chiudere.
Mi avvicino, sta per arrivare l'alba.
Torno velocemente in camera, indosso un maglione pesante sopra al pigiama, cerco il mio pacchetto di sigarette e l'accendino nelle tasche dei pantaloni di ieri sera e afferro una coperta.
Non mi capita quasi mai di svegliarmi così presto.
La porta-finestra fa un po' di resistenza per via del freddo, ma poi si apre, lasciandomi uscire sul piccolo balcone.
La luce sta pian piano facendo capolino all'orizzonte.
Mi appoggio al muro, avvolto nella coperta che non mi scalda abbastanza. I miei piedi si alternano nell'appoggiarsi sulle mattonelle gelide.
Presto, gli sbuffi di vapore del mio fiato vanno a mischiarsi con il fumo di una sigaretta.
Il cielo si colora di un lieve chiarore, diventa giallo, muta nel rosso e nell'arancione, per poi raggiungere quel bell'azzurro mattutino, mentre i raggi del sole iniziano a scaldarmi.
Rimango ancora un attimo a guardare le stelle svanire, poi rientro in casa.
Il letto ancora tiepido è così invitante, che non ci penso due volte a rimettermi sotto le coperte.
La mia testa si è come svuotata, mi sento finalmente rilassato.
Sono le sei ormai, ma anche se è lunedì, oggi non ho nulla di particolare da fare, quindi dormire mi sembra più che lecito.Quando mi sveglio, alcune ore dopo, il sole è già alto nel cielo e i miei occhi fanno fatica ad abituarsi alla luce che filtra dalle persiane.
Mi rendo conto di essermi addormentato con il telefono affianco, dove devo averlo lasciato questa notte prima di uscire sul balcone. Lo sblocco, girovagando un po' sui social a casaccio. Un sacco di messaggi mi chiedono chi sia la ragazza misteriosa. Alcuni addirittura, di poter vedere la foto.
Lo sapevo che avrei combinato un casino.
Apro la galleria per riguardarla, ritrovandomi davanti quel viso incorniciato dai capelli scuri, in un'espressione un po' confusa ed un me che sorride sinceramente.
La mia mente corre ancora, per la terza volta in questi giorni, ma il suo nome continua a sfuggirmi, ed anzi, sembra proprio non esistere nei miei ricordi.
-eppure me lo aveva detto... sono stato proprio io a chiederglielo- borbotto stropicciandomi gli occhi con il dorso della mano.
Era semplicemente un'altra fan, mi devo ricordare, e in una settimana di solito ne incontro a centinaia.
Ma c'è un perché, se questa amnesia mi infastidisce, ed il motivo è che in tutti quei giorni in cui sono sparito, in tutto quel tempo, l'unico volto nuovo che ho incontrato è stata lei.
-é possibile che non mi ricordi? Di una persona con cui ho parlato, anche se appena, in un momento di totale tranquillità, lontano da altri mille volti confusi?-
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Romeo e Giulietta non sono mai esistiti.
RomanceQuando una domanda sembra fuori luogo basta alzare lo sguardo.