Capitolo 23

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"Non vorrai mica fare tardi all'ultimo giorno di scuola"

Spalanco gli occhi, mi alzo dal letto veloce come un fulmine e prendo il telefono. Lo apro e sono ancora le 6 di mattina.

"Christopher Velez questa me la pagherai" dico urlando.

Prendo il cuscino e glielo tiro in faccia.

Lui fa lo stesso, predendo il cuscino  dal divanetto che è sotto la finestra e me lo tira.

Che dire? È scoppiata la guerra.

"Che sta succedendo qui?" dice Joel entrando nella mia cameretta tutto assonnato "Vi rendete conto sono le 6 di matti..."

Non fa in tempo di finire la frase che gli arriva una cuscino proprio sul naso.

"Volete la guerra? Allora che guerra sia"

Abbiamo iniziato a giocare come bambini dell'asilo. Finché non ci rendiamo conto che si sono fatte le 7 e che è tempo di prepararsi.

Ognuno va nella sua camera, ci vestiamo e ci laviamo. Dopo di che scendiamo sotto per fare colazione.

"Waffles, gli adoro"

"Gli ho fatto io" dice Zabdiel.

"Allora mangiateli tu" gli rispondo

"Bella non ti ho mica educato così. Poi dicono che papà Zabdi non è stato bravo"

Tutti scoppiano a ridere.

Prendo due waffle e la nutella, li metto su un piatto e mi siedo a tavola per mangiarli.

Arriva Zabdi e mi toglie il piatto
"Tu non li mangi i MIEI waffle, vai a comprarti la colazione"

"Dai non fare il bambino"

"Tu mi hai offeso e ora io ti lascio senza colazione"

Senza dire un'altra parole, prendo lo zaino ed esco fuori dove ci sono Richard e Clara che mi aspettano per andare a scuola.

"Allora domani ritorni in Italia" mi chiede Richard triste.

Annuisco con la testa. Solo al pensiero piango, perché mi sono affezionata troppo alle persone che ho consociuto, specialmente a questi due.

"Ma l'anno prossimo sarai ancora qua"

"Non lo so. Mio fratello l'anno prossimo farà l'ultimo anno e poi finirà la scuola perciò non so cosa deciderà mio padre se resteremo qui un altro anno oppure ce ne ritorneremo in Italia"

Tra una chiacchiera e l'altra arriviamo a scuola. Oggi ci sarà la festa per l'ultimo giorno di scuola dove quelli che frequentano il corso di musica canteranno e suoneranno e quello che fanno parte delle squadre di basket e calcio della scuola si sfideranno tra di loro. Io che ovviamente durante tutto l'anno scolastico non ho fatto niente resterò ad assistere.

Si inizierà con la partita di calcio dove ci saranno Ricahrd, Joel e Christopher. Questi ultimi due sono nella stessa squadra, mentre Rich è in quella avversaria. Successivamente ci sarà quella di basket dove giocherà mio fratello.
E voi vi chiedere e Zabdiel che fa? Risposta semplice: io e lui siamo uguali. Non ha voluto partecipare a nessun corso perciò resterà a fare il tifo per i suoi amici proprio come me. Clara invece canterà, lei ha una bellissima voce non come la mia che sembra che sta cantando un'oca con una broncopolmonite.

Lasciando stare i dettagli della vita, ci dirigiamo verso il campo dove sta per iniziare la partita di calcio.

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È pomeriggio e tra un ora inizierà il miniconcerto che faranno i ragazzi del corso di musica. Clara è agitatissima, mi chiede ogni poco che ora è e cammina avanti e indietro come una con qualche  rotella fuori posto.

Ah già dimenticavo, le partite. Quella di calcio è finita in parità mentre quella di basket è stata vinta dalla squadra di mio fratello.

Nel frattempo che aspettiamo l'inizio dello spettacolo, andiamo a prendere qualcosa da mangiare alla mensa della scuola.

"Che canzone chanterai Clara?" chiede Zabdiel con la bocca piena.

"Una canzone che ha scritto Chris"

"Quale?" Chiede Christopher perplesso

Se non la sa lui, non posso saperlo mica io.

"E tu scrivi anche canzoni?" gli chiedo io.

"Mai sottovalutare uno sconosciuto" mi risponde sfidandomi con gli occhi.

"Allora volete sapere la canzone?"

"Oh certo"

"È Cometa"

"Sono curioso di sentirla" risponde mio fratello.

Usciamo fuori, sono le 15:45, manca solo un quarto d'ora.

Tutti tranne Clara ovviamente prendiamo posto e dopo un paio di minuti inizia.

Clara è la penultima perciò ancora dovremmo aspettare.

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Arriva il suo turno, sale sul palco. Si vede che è agitata ma nello stesso tempo emozionata. Si siede su uno sgabello e inizia a cantare.

Si, si te vas a ir no me dejes nada
Llévate tus risas, tus caricias y tu voz
Si no vas a volver llévate tu mirada
La que me recuerda que me amaste un día
Cuantas cosas no te dije, cuantas te oculté

Come ascolto queste parole sento una fitta nel cuore. Non so perché ma ho come la sensazione se queste parole fossero indirizzate a me.

Y te irás, te irás, dejando aquí en tu lugar un gran vacío
Y te irás, te irás, como un cometa que se va sin un destino
Buscando en el espacio lo que no encontró en mis brazos

Sento gli occhi umidi, una lacrima mi riga la guancia e cade sulle mie mani che sono strette da quelle di Chris. Non mi ero accorta di niente, né di lui né delle nostre mani intrecciate. Si gira verso di me e mi guarda come se avesse capito tutto quello che io sto provando, come sempre d'altronde.

Mi alzo e scappo fuori. Chris mi rincorre dietro urlandomi di fermarmi. Ma non lo faccio, continuo a scappare dalle mie paure e preoccupazioni. Scappo da tutto quello che mi ferisce.

Sento una mano tirarmi e che mi fa voltare verso di lui.

Lo vedo negli occhi e lo abbraccio.

"Scusami Chris, scusami per tutto quello che ti ho fatto" gli sussuro.








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Scrivendo la parte finale di questo capitolo mi sono un po' commossa, spero anche voi.

Gli opposti si attraggono #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora