25. He's here

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In un capitolo precedente dissi che stavo scrivendo un'altra storia su Liam,ma ho dovuto eliminarla perchè non era ben scritta e rileggendola non mi sembrava molto 'buona' per poterla postare. Scusate💕

Dopo la 'voce' (sinceramente non sapevo bene come definirla...) di quel giorno non riuscii a dormire,mi rigirai mille volte nel letto,chiudendo gli occhi e riaprendoli visto che il sonno non accennava a venire. Bussarono alla porta,l'orologio sul muro segnava le 3.30 o forse erano le 3.38,ma non riuscivo a vedere con la poca luce della luna,i miei piedi vagarono un po' per la stanza facendo il giro del letto e poi aprii la porta con le dita che tremavano sul piccolo oggetto di ferro color oro. Niall entrò e chiuse la porta a chiave.

"Niall.." Chiamai,non rispose. "Niall?"

"È qui" disse,tirai il suo braccio facendolo voltare,gli occhi preoccupati lo scrutarono da capo a piedi,non sembrava allarmato quanto me,era tranquillo mentre si avvicinava al letto. Si mise sotto le coperte e mi fece cenno di andare accanto a lui,non lo dovevo fare,ma lo feci ugualmente. Mi sedetti e strinsi le mani attorno alle coperte. "Lui...è qui.. Rimani accanto a me,chiaro?"

"Ho paura e non ho intenzione di restare qui ad aspettare che lui ci venga a prendere! Pensi che sia bello farmi vivere tutto questo,Niall?!"

"Non è bello,nè per me,nè per te,okay? Ma dobbiamo fare meno rumore possibile e non avere paura,perchè lui non vede" Prese il mio viso tra le mani ,sentii le sue labbra sulle mie,ma mi allontanai cercando di mantere più distanze possibili da lui che poggiò la mia testa sul suo petto. Un oggetto,ecco che cosa ero per lui. "Lui sente la paura,lui sente quello che provi quando gli sei davanti...io ho imparato da solo,soffrendo...e tu,tu Emy,farai lo stesso...ma sarà mio compito farlo" rise quando mi allontanai scendendo dal letto. Come poteva esistere una persona del genere al mondo?

"Smettila" sussurrai allontanandomi sempre di più. "Smettila" ripetei. Cercai la chiave a terra,pensando fosse caduta,ma poi mi voltai ritrovandomi Niall con la chiave in mano,mentre osservava il piccolo oggetto.

"Pensi davvero che essere 'il pazzo di New York' comprenda anche essere stupido?"

"Sinceramente?" Incrociai le braccia al petto. Niall mi aveva trattata male per tutto questo tempo,adesso era il mio turno. "Si,Niall,penso di si. Insomma,dopotutto,quale stupido scapperebbe di casa sapendo che rischierebbe la vita? Quale stupido uccide la propria sorella con la consapevolezza che sarebbe stato rintracciato? Quale stupido,Niall,prende una ragazza e la tratta male pur sapendo che prima o poi la pagherà per questo?" Adesso eravamo l'una davanti all'altro,lui arrabbiato,io vittoriosa. Lo avevo ferito e mi sentivo sollevata per questo,come quando lui mi buttava a terra e vinceva sempre su di me,giocando sulla mia paura,sapendo che io mi sentivo piccola davanti a lui. Ma questa volta,era completamente diverso. "Morirai in carcere,Niall." Mi trovai a fissare l'orologio,frustrata, quando la sua mano colpì il mio viso.

PSYCHODove le storie prendono vita. Scoprilo ora