36. English people

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Non potete nemmeno immaginare quanto vi sia grata per tutto questo.
Ho un grande,grandissimo sogno. Vorrei diventare scrittrice.
E solo grazie a voi il mio sogno si sta realizzando a piccoli pezzi,facendomi sorridere ogni volta che scrivo una parola del capitolo.
Grazie mille,davvero,non so che farei senza le mie fans (se posso chiamarvi così c':) e mie lettrici.

La camera di albergo era grande,tanto da poterci stare comodi prima di poter trovare una casa per entrambi. O dovrei dire noi tre. Perchè io lo sapevo,io lo sentivo,sapevo che lui era lì. Era come se solo io potessi sentire la sua presenza,come mi ha raccontato Niall. Io posso sentirlo,li altri non possono. Come se fosse un segreto tra me e lui. Lasciai Niall andare uscire dalla stanza, mentre io buttavo i vari vestiti sul letto alla ricerca del pigiama,mi voltai sentendo la porta sbattere.

"Signorina?"

"Ehm.. Si,aspetti un attimo... Come ha fatto ad entrare?" Mi voltai ritrovandomi il bianco davanti,le unghie erano sporche di rosso,come se avesse appena commesso un omicidio. E io continuavo a riflettere sul fatto che sotto quelle unghie,tra pochi secondi,forse ci sarebbe stato il mio sangue. Mi chiedevo come si potesse sentire dopo ogni sua cattiveria,dopo ogni sua dimostrazione di odio.

"Diciamo che..." Alzò le mani,guardando le sue mani e strofinandosi i palmi tra loro. Mio Dio,volevo scappare da lui. "Me lo so cavare" rise,anche se,per me,c'era da piangere. Raggiunsi la porta del bagno,aprendola. Sentii i suoi passi avvicinarsi,la maniglia si piegò in giù. Cominciai a cercare la chiave nel bagno,visto che dentro alla serratura non si trovava niente se non polvere. Aprii un mobile sotto il lavandino,dove non trovai niente se non piccoli contenitori per la cura che aveva sistemato da Niall. Aprii il mobile e finalmente la trovai,con un passo raggiunsi la porta che lui spalancò. "Volevi chiudermi fuori,piccola?" Si avvicinò,poggiando le mani sui miei fianchi,tirai uno schiaffo sulla sua guancia. Ma il bianco rimase bianco,io rimasi pentita ... E il demone rimase tale,sbattendomi contro il muro.

"Scusa" disse asciugando una lacrima. "Scusa,io... Io non volevo,ho avuto paura"

"Ne hai anche adesso" rise. "Sai,sento la paura. Dovresti saperlo,te lo dovrebbe aver detto Niall,o sbaglio?"

Mi piegai in due,poggiando una mano sul mio stomaco,quando un pugno colpì la mia pelle. Il muro freddo entrò in contatto con essa,facendomi rabbrividire più di quanto già non lo fossi a causa della paura.

"Non me ne frega un cazzo delle tue scuse"

Chiusi gli occhi,lasciando che le lacrime scorressero sulle guance perchè era l'unica cosa che adesso potevo fare. Sentii il sangue scorrere sul mio viso,quando quest'ultimo fu colpito ancora una volta,si voltò e si trattava di circa dieci secondi che potevo sfruttare per fuggire. E così feci,sbattendo la porta per svantaggiarlo di quel poco che forse poteva avvantaggiare me. Errore,Emy. Ed infatti vidi il corridoio solo di sfuggita,visto che mi ritrovai con la porta sbattuta in faccia e il mio corpo spinto all'interno della stanza. Basta,implorai a voce bassa,tanto da farlo sembrare più un borbottio che un'implorazione. La sua mano tappò le mie labbra,quanto alcuni inglesi uscirono dalle loro stanze,chiusi gli occhi mentre cercavo di strappare le sue mani via da me. Immaginai i loro volti incoscenti di quello che mi stava accadendo,immaginai un uomo con la sua moglie che tranquillizzava sua figlia,immagina due bambini che urlavano 'non è nulla!' nella stanza,come mia madre faceva per riunire la famiglia a pranzo. Immaginai i loro sguardi vaganti nel corridoio,alla ricerca della porta che aveva sbattuto.

"Veniva da qui..." Sentii. Alcuni passi e poi il niente,solo un leggero bussare alla mia porta. "Credo che non ci sia nessuno..." Disse un'altra voce. "Mamma,torniamo nella camera?" Sorrisi a quella voce dolce,sperando che non potesse succederle niente. La stretta sulla mia mano diminuì,facendomi aprire la porta di scatto,mi affacciai mentre lui era dietro di me,allo scoperto. E nessuno,dico nessuno di loro,lo vedeva, nessuno aveva lo sguardo stupito o incredulo. "Ragazza,tutto bene?" Mi chiese la bambina.

"Uh.. Emh.." La sua stretta si strinse attorno ai miei fianchi,la porta dell'ascensore si aprì,mostrandomi Niall con due buste di un fast food,mi guardò per un attimo. La sua stretta si faceva sempre più forte su di me. "Si,sono solo caduta... Scusate,c'è.. C'è il mio..ehm,ragazzo lì" lui mi lasciò andare e io mi diressi da Niall abracciandolo e sentendo i passi delle persone sparire borbottando qualcosa.

"Dov'è?" Disse serio,quando entrammo posò le buste sul tavolo,rimanendo serio come prima.

"È-è andato via" risposi,aprendo lentamente le labbra gonfie. Il mio corpo fu letteralmente strattonato nel bagno,mi sedetti sul water guardando il suo corpo fare su e giù per il bagno alla ricerca di un disinfettante. "C-credo sia sotto al lavandino" balbettai. Un mal di testa mi colpì,facendomi poggiare la testa sulle mani quando lui la rialzò,pulendo lentamente le gocce di sangue che cadevano sul mio viso.

PSYCHODove le storie prendono vita. Scoprilo ora