capitolo 12

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Entriamo  subito nel negozio  preferito di Lana,  "LE CHAT NOIR", dove vendono oggetti strani  per la casa, di uso comune ma con forme e sagome impensabili, o , che a primo impatto  non  capiresti mai la  funzionalità. Negozio interessante e bizzarro. Facciamo anche un giro nel negozio di libri, al parco e alla pista di pattinaggio, dove nonostante il sostegno di Lucas, sono riuscita a cadere un paio di volte.  Pranziamo in un ristorante stile vecchio West, non appena io e la mia amica entriamo, capiamo subito perché i ragazzi hanno scelto proprio questo locale.  Le cameriere sembrano  tutte modelle e  indossano invisibili  pantaloncini di jeans, camicietta a quadri annodata sotto il seno e il cappello da cowboy.    Una di queste   fa la cretina con Lucas, che sembra lusingato ma non troppo interessato.  Credo sia abituato a  gestire questo tipo di attenzioni.  Il  cibo e il locale non sono male, nonostante  la tipa stia tutto il tempo nei dintorni del nostro tavolo, fissando Lucas. Cerca di mettersi in mostra, sbattendogli  davanti il naso la sua mercanzia,sbottonandosi la camicia ancora un bottone puy giú,   gli fa l' occhiolino, un sorrisetto ammiccante e ancheggia vistosamente mentre  porta i piatti al nostro tavolo o in quello  accanto. Che spudorata!! Arriva addirittura a scrivere sul retro dello scontrino il suo numero di telefono.

 <<mi aspettate? Devo andare  in bagnodico poco prima di andar via Il ristorante è grande e invece di arrivare nella toilette,  mi ritrovo davanti ad un piccolo magazzino, adiacente alla cucina. mentre cerco di raggiungere la toilette, sento le cameriere parlare :

-《 secondo me  il bello  e tenebroso ragazzo dagli occhi verdi del  tavolo 30 ti chiamerà non  appena la sua insulsa ragazza si distrae》

-《Non credo  proprio che quella tipa strana  fosse la sua ragazza, erano seduti accanto ma non li ho visti baciarsi, o abbracciarsi,  o tenersi la mano,  cosa che invece faceva l' altra coppia" 》

-《 effettivamente hai ragione, uno così non può stare con una come  quella lì, come diavolo era conciata? >> Ridono di gusto
<<Era orribile,  Sembrava una spaventapasseri. La maglia  gialla  e quella gonna  fucsia poi, sotto il ginocchio ,  nemmeno mia nonna la indosserebbe. Lui invece guardava la tua camicetta come se te la volesse strappare a morsi》aggiunge l'altra

-《magari è sua sorella, oppure lui fa  volontariato in una casa famiglia e lei per questo va in giro vestita così, mi rifiuto di pensare che ci siano ragazze che vanno in giro vestite così》 dice ironica, e ridono entrambe come due matte.

Basta. Metto le dita per tapparmi le orecchie ed esco da quella maledetto corridoio. Non voglio sentire altro. Questo è già abbastanza per farmi stare male per tutta la giornata, anzi vita. Mi gira la testa, mi viene da  vomitare, la gambe cominciano a tremare e mi sembra di svenire.  Mi sento un idiota, profondamente  umiliata....

E' davvero così che mi vede la gente?  Sento le lacrime salire fino agli occhi, ma non posso piangere qui. Le ricaccio  subito dentro.  Respiro  e scuoto la testa.  Passo davanti ad un belissimo specchio decorato con fiori gialli e blu,  che avevo notato prima, ma adesso l' unica cosa  che vedo è la mia immagine riflessa.
Mi fisso con disgusto, Quelle due stupide cameriere hanno ragione.  Sembro davvero uno spaventapasseri. Sono orribile. Faccio schifo anche a me stessa, figurati agli altri ,penso, asciugando una piccola lacrima con il dito.

Arrivo davanti ai ragazzi che mi aspettano in piedi vicino all'entrata. Incontro lo sguardo  sorridente di Lana e abbasso gli occhi a terra. Cercando di nascondere la mia faccia triste e distrutta. Ma lei capisce che qualcosa non va.
 La tua migliore amica non sarebbe tale se non si accorgesse subito che stai male.

Mi viene incontro. E prima ancora di lasciarla parlare le sussurro

ti prego portami subito a casa!!》.

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