|Capitolo 3|

6.5K 414 134
                                    


Venerdì

Il giorno dopo a scuola, Jungkook si sentí osservato per tutto il tempo.
Non sapeva nemmeno lui il perché, in fondo a scuola conosceva solo Jimin, che era con lui in quel momento, perciò nessun altro poteva osservarlo, no?
Passò la giornata ad ascoltare le noiose lezioni e a parlale con il rosa, fino al momento di tornare a casa.
Una volta rientrato fece un saluto generale, ma non ricevette risposta da nessuno.
Forse sono usciti, pensò togliendosi le scarpe, per poi appendere la giacca all'attaccapanni. Salí velocemente le scale e raggiunse la sua camera, nella quale vi rimase chiuso per una ventina di minuti per riposarsi.
Subito dopo si fece una doccia e si infilò una felpa più comoda per stare in casa.
Verso ora di cena, senti dei rumori provenienti dall'ingresso, si affacciò e vide sua madre e Mark baciarsi, prima di dirigersi in salotto.
Nonostante Jungkook non avesse relazioni con Tae, non smetteva di chiedersi dove fosse finito.
Magari é in camera sua a dormire.
Dopo mezz'ora fu chiamato da sua madre e raggiunse la sala da pranzo. Si sedette al solito posto e iniziò a cenare, nonostante il maggiore non fosse ancora presente.
"Tesoro come é andata oggi?" Chiese la madre, tagliuzzando le carote bollite.
"Bene" rispose velocemente, prima di infilarsi un pezzo di insalata in bocca per non parlare. La madre fece per ribadire, ma venne interrotta dal rumore della porta d'ingresso. Tae fece capolino dalla sala e raggiunse i 'familiari' a cena. Si sedette svogliatamente affianco a Jungkook, il quale gli lanciò un semplice sguardo, per poi tornare ad osservare quel piatto che attirava tutta la sua attenzione.
"Bene, ora che siete entrambi qui, dobbiamo comunicarvi una cosa. Questo weekend lo passerete soli, perciò vi chiediamo di non distruggere casa" iniziò l'uomo, abbandonando le posate sul piatto, rivolgendo la completa attenzione ai ragazzi.
"Perché?" Chiese Jungkook, dal momento che doveva passare un intero weekend in solitudine, voleva conoscerne almeno il motivo.
"Per questioni di lavoro devo spostarmi in un'altra città per due giorni, perciò io e vostra madr-" venne interrotto bruscamente dallo sbattere della mano di Tae sulla superficie del tavolo.
"Zitto!" Gridò lui, completamente rosso in viso per la rabbia.
"Lei non é mia madre, non lo sarà mai. Ficcatelo in quella testa!" Si alzò violentemente da tavola, prima di uscire dalla sala per dirigersi al piano superiore.
"Taehyung!" Gridò il padre, senza avvertire nessuna risposta.
Jungkook rimase pietrificato da quella scena, aveva paura di Tae, é vero, ma aveva più paura di sua madre e Mark. Non si stavano accorgendo del dolore che provocavano a entrambi.
Il padre si alzò e raggiunse in fretta la camera del maggiore.

Quando Mark rientrò in cucina, aveva le nocche rosse e il viso contratto in una smorfia. Jungkook inaspettatamente si preoccupò per il maggiore e, una volta sparecchiato, salí di corsa le scale, seguito a ruota da Elliot, che poverino non riusciva a capire la situazione.
Camminò fino alla camera del maggiore e bussò delicatamente alla porta.
"Tae, stai bene?" Da quando utilizzava un nomignolo nei suoi confronti?
"Sì, vattene" proferì l'altro, lasciando un senso di gelo in tutto il corpo del minore.
Jungkook decise di non oltrepassare nessun limite, mise Elliot a letto, il quale gli chiese di leggergli una favola e si rinchiuse in camera, aspettando che la notte arrivasse.

Sabato

Il giorno dopo i genitori e Elliot partirono all'alba, lasciando così i due ragazzi soli e costretti a prepararsi il pranzo.
Quando Jungkook si svegliò, non trovò nessuno in casa.
Strano, ci sono sempre tutti in questa casa.
Sbuffò sonoramente, per poi dirigersi verso la cucina e prepararsi qualcosa da mangiare.
Aprì il frigorifero e vi trovò dentro le più varie tipologie di formaggi.
Ma che schifo, si cibano solo di formaggio? Pensò con una smorfia disgustata, prima di afferrare una mela verde per colazione.
La lavò e, mentre la mangiava, si diresse verso il piano superiore.
Non sapeva cosa fare, Tae non c'era quindi non aveva nemmeno qualcuno con cui litigare. Quella casa, poi, era immensa, ma restare soli lì dentro era un incubo, perché si percepiva di più la solitudine.
Si avvicinò alla camera del maggiore, pronto a curiosare tra le sue cose.
Tanto non potrà saperlo, si ripetè mentalmente prima di abbassare la maniglia della porta. Fece passare prima la testa, giusto per accertarsi che il ragazzo non stesse solamente dormendo. Entrò e portò la sua attenzione sulla scrivania posta a lato della porta. Questa volta era tremendamente ordinata, perciò Jungkook non ebbe molto da sbirciare.
Certo era un impiccione e trovarsi in camera del suo 'fratellastro' dopo il suo esplicito divieto ne era la conferma, tuttavia non avrebbe mai frugato nei cassetti o nell'armadio solo per scoprire qualcosa.
Doveva rispettare comunque la sua privacy, voleva solo dare un occhiata alle cose del maggiore.
Sì avvicinò all'armadio e, una volta aperto, venne inebriato dal profumo del ragazzo.
A quanto pare il suo profumo preferito era Hugo Boss Red, perché Jungkook lo riconobbe subito a primo impatto. D'altronde adorava quella fragranza.
Prima di toccare i vestiti, appoggiò la mela, mangiata per metà, sulla scrivania del maggiore, poi passò in rassegna alcuni abiti di Tae, fino a trovarsi davanti una felpa grigia oversize, abbastanza grande per perdersi dentro. Se la infilò e, avvertendo subito il calore di quell'indumento, decise di prenderlo in prestito. Poteva dare la colpa a sua madre, dicendo che si era sbagliata nello distribuire i vestiti stirati.
Come ultima tappa della sua esplorazione, raggiunse il comodino a fianco al letto e prese in mano una sorta di blocco da disegno nero. Lo aprì e le immagini che vi trovò dentro lo spaventarono alquanto. Erano tutti disegni fatti a matita, alcuni bagnati in diversi punti. La maggior parte rappresentavano fitte foreste e animali feriti, mentre altri semplici farfalle.
Si soffermò sull'ultimo disegno, a quanto pare incompleto, ovvero una sagoma maschile con un braccio allungato verso le fiamme di un camino. Decise di non pensare troppo a quelle immagini e ripose il quaderno nello stesso punto, per poi uscire dalla camera richiudendo la porta dietro di lui, dimenticandosi completamente di quella mezza mela sulla scrivania.

Tornò in camera sua e ripose la felpa in uno dei cassetti del suo armadio, affinché non fosse così semplice trovarla.
Rimase un paio di orette a guardare la televisione, fino a che non sentì un brontolio giungergli alle orecchie.
Si alzò svogliatamente, inciampando anche sul tappeto, per dirigersi verso la cucina e preparare qualcosa. Non sapeva cucinare molto bene, infatti la maggior parte delle volte che restava in casa da solo si ritrovava a mangiare frutta o cibo d'asporto.
Mentre stava tagliando dei pezzi di pollo, sentì la porta di casa aprirsi, per poi richiudersi velocemente con forza.
Jungkook avvertì i passi del ragazzo sulle scale e decise di far finta di niente, per poi versare dell'olio in una pentola e i pezzi di pollo. Grande errore.
Mescolò per un po' il petto di pollo, finché non si sentì richiamare con forza dal maggiore.
"Jungkook!" Urlò lui, spaventando il più piccolo che si strinse nelle spalle per lo spavento.
"Sì?" Chiese lui, leggermente intimorito dal tono dell'altro.
Che ho fatto stavolta di male? Si domandò mentalmente, ma la risposta non tardò ad arrivare, quando vide Tae davanti a sé con la mela della colazione in mano.
"Non ti avevo detto di stare lontano dalla mia camera?!" Il minore alzò lentamente lo sguardo, fino a incrociare quello duro del ragazzo.
"I-io scusa! Ero curioso..." ammise, rosso in viso per la vergogna.
"Sì sai cosa? Fatti una manciata di affari tuoi" proferì, prima di gettare la mela nel bidone. Strano, pensò Jungkook.
Non lo aveva colpito, non aveva usato parolacce, anzi era stato particolarmente tranquillo.
Alzò le spalle, come a scordarsi di quei pensieri e si voltò verso i fornelli, ma non fece in tempo che Tae lo tirò forte da un braccio.
"Attento!" Gridò, prima di spegnere l'alta fiamma che si era creata, dovuto all'olio bollente sulla padella.
Jungkook si portò una mano al petto per lo spavento, cercò di regolarizzare il suo respiro mentre si perdeva nei movimenti del ragazzo davanti a lui.
"G-grazie" disse a fatica, mandando giù la saliva che gli bloccava la gola.
"Stai più attento la prossima volta...ah cavolo è tutto bruciato" si lamentò Tae, mentre rigirava i pezzi di pollo nella padella. Gettò il cibo bruciato nel bidone e tirò fuori dalla tasca del pantalone il proprio cellulare.
"Pronto? Sì salve, vorrei ordinare due pizze..." iniziò a parlare con il pizzaiolo, ma Jungkook si perse tutto il discorso, troppo impegnato ad ammirare il profilo del più grande.
Non aveva mai provato attrazione verso qualcuno, se non per il vampiro Spike di Buffy l'ammazzavampiri. Ciò che sentiva, però, era più forte della semplice attrazione.
Fece finta di nulla e tornò in camera sua.
Si stese sul letto per una decina di minuti, ma fu interrotto dall'irruzione di Tae in camera sua.
"Che fai?" Chiese il minore perplesso. Non aveva detto di farsi gli affari propri?
"Dato che ti diverti a curiosare in camera mia quando non ci sono, ora lo faccio anche io" rispose l'altro, cominciando subito ad osservare ogni minimo dettaglio all'interno di quelle quattro mura.
"Uff, va bene. Ma non c'è nulla di interessante, dal momento che mi sono trasferito qui pochi giorni fa" ribatté Jungkook, prima di alzarsi dal letto.
Tuttavia il ragazzo non lo ascoltò e prese a girare per la camera, alla ricerca di qualcosa apparentemente invisibile.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma in realtà voleva restare lì con il più piccolo perché si sentiva tremendamente solo e sotto sotto apprezzava la sua compagnia e la voglia che aveva di creare un legame amichevole con lui.
"Allora? C'è qualcosa di interessante o sono del tutto da scartare?" Domandò il minore, sentendo una forte ansia scorrere in tutto il corpo.
"No" rispose Tae, prima di avvicinarsi alla porta. Questo fece male a Jungkook, sperava di valere qualcosa almeno per lui, ma a quanto pare si sbagliava.
"Sei del tutto interessante" concluse il ragazzo, uscendo dalla camera.
Jungkook con gli occhi spalancati e le gote rosse, si girò verso la porta ormai chiusa e sorrise, come non faceva da tempo.
Anche tu lo sei, credimi.
                                  ~~~~~

Scusate ma dovevo fare un riferimento a Buffy, quella serie era la mia infanzia.

𝐄𝐬𝐜𝐚𝐩𝐞 - 𝐭𝐚𝐞𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora