"Jungkook dobbiamo parlare" esclamò Tae, appena entrato in casa.
Il minore si trovava steso sul divano a guardare la televisione.
"Prima mi faccio la doccia" si alzò dal divano e fece per correre verso le scale, ma venne fermato dall'altro.
"Ma devi proprio? Non puoi farla dopo?" Domandò il maggiore, portando lo sguardo sul viso candido del ragazzo di fronte a lui.
Ne seguì i lineamenti, fino ad arrivare alla bocca che, in quel momento, gli sembravano un biglietto di accesso al paradiso.
"Dopo parliamo, te lo giuro" promise, prima di correre nel suo bagno per lavarsi e pensare anche a come avrebbe affrontato quella discussione. Doveva essere scontroso e arrabbiato? Oppure doveva semplicemente ascoltare e perdonarlo? Non riusciva a prepararsi, perché non poteva sapere ciò che lui avrebbe detto. Decise di agire con maturità, ossia di ascoltarlo e ragionare prima di dire qualsiasi cosa. Poteva farcela.
Conclusa la doccia, infilò il suo pigiama per stare comodo e si mise anche la felpa del maggiore, tanto ormai lo aveva già visto con quella addosso.
"Eccomi" si palesò appena raggiunto il salotto. Si rannicchiò sul divano, dove si trovava seduto anche il maggiore, e si voltò verso di lui, pronto ad ascoltarlo.
"Voglio scusarmi con te per come ho reagito l'altro giorno. Non era mia intenzione farti del male, tutt'altro. Da come avrai intuito sono cresciuto con mio padre che non si tirava mai indietro dal punirmi, mentre mia mamma fuggì di casa poco dopo la nascita di Elliot. È un tasto dolente per me, perché lei era l'unica che poteva proteggermi da tutto, ma ha preferito scappare, cosa che io non ho mai avuto il coraggio di fare. Ho sempre detto di non voler diventare come mio padre, ma ciò che ho fatto a te è esattamente identico. Scusa ancora" disse il tutto guardandolo negli occhi, senza mai rompere quel contatto, come se i loro sguardi fossero legati da una forza invisibile.
"Non è solo colpa tua, anche io devo chiederti scusa. Sono stato un impiccione, perché sono entrato in camera tua più volte senza il tuo permesso, in più non dovevo dire quelle cose. Non volevo ferire i tuoi sentimenti o farti arrabbiare. Perciò scusa, pace fatta?" Allungò una mano Jungkook, mantenendo lo sguardo un po' in basso.
"Certo, pace fatta." La strinse l'altro, tirandolo verso il suo petto per un abbraccio. Non ci fu bisogno di parole per spiegare quell'abbraccio, entrambi sapevano che era dovuto alla gratitudine di Tae nei confronti del minore per averlo aiutato dopo lo scontro avuto con suo padre.
"Ma chi è il ragazzo di cui parlavate tu e Jimin?" Si staccò leggermente Jungkook.
"Oh quel ragazzo è un maniaco. Il mese scorso ha provato più volte ad importunare e abusare di Jimin, ma io e Yoongi lo abbiamo spaventato. Yoongi è il ragazzo di Jimin, anche se non si decidono ad ufficializzarlo" spiegò il maggiore, sorridendo verso la fine.
"Bene, tra poco arriva Elliot e noi ci occuperemo di lui tutta la sera. Non devi studiare veramente per un'esame, vero?" Si ricordò solo in quel momento della scusa usata dal più piccolo per evitargli quella serata.
"Nono" chiarì, prima di sentire la porta di casa venire aperta e richiusa.
"TaeTae!!" Gridò il piccolo Elliot, correndo tra le braccia del fratellone mentre copiose lacrime solcavano il suo tenero visino.
"Che succede piccolino?" Si allarmò subito il ragazzo, tenendolo stretto a sé.
"Pa-pà mi ha-mi ha colpito p-perché ho-ho det-to che un bam-bino era" non riuscì a terminare la frase perché troppo scosso dai singhiozzi, ma questo bastò a far incavolare Tae.
"Ci parlo io" lo baciò sulla fronte, prima di alzarsi per andare verso lo studio del padre, il quale vi era appena entrato.
"No Tae! Farà del male anche a te, ci parlo io!" Lo bloccò Jungkook, ma non venne ascoltato.
"Porta Elliot in camera sua, subito" disse con voce ferma, camminando spedito verso l'ufficio.
Jungkook prese in braccio il piccolo bambino che ancora piangeva e salì le scale di corsa, per poi chiudersi in camera del più piccolo.
Lo stesso Jungkook aveva gli occhi lucidi, ma come la scorsa volta non poteva mostrarsi debole davanti al povero Elliot che si disperava tra le sue braccia.
"Piccolino, calmati e dimmi cosa è successo esattamente" lo rassicurò, asciugando le sue lacrime con le mani. Gli passò il suo pupazzo preferito ed iniziò ad accarezzargli i capelli.
"Ho detto che un bambino era carino e lui mi ha colpito in faccia. Ha detto che non lo devo più dire" si imbronciò subito dopo, tornando ad abbracciare il ragazzo di fronte a lui. A Jungkook quelle parole fecero rabbrividire, cosa avrebbe fatto l'uomo una volta scoperto dell'omosessualità del ragazzo? Lo avrebbe semplicemente sbattuto fuori di casa?
I suoi pensieri vennero interrotti dal rumore di un vetro rotto, come se qualcuno avesse lanciato un bicchiere o qualcosa di simile.
Jungkook si mise all'erta e aprì leggermente la porta della camera per sbirciare fuori.
"Kookie dove vai?" Brontolò il bambino, facendo per alzarsi dal letto.
Jungkook stava per voltarsi e dirgli di restare dentro, ma fu distratto dalle figure dei genitori che si preparavano velocemente ed uscivano per andare a cena.
Cena alle 18:30? Beh meglio così.
In realtà erano usciti solo per allontanarsi dalla situazione. Mark non voleva ripulire tutto il disastro e voleva solamente godersi la serata, mentre la madre, che ormai non si preoccupava più del figlio e sottostava solo al volere del marito, fingeva di non vedere.
Jungkook si voltò verso il piccolo bambino e si abbassò alla sua altezza.
"Facciamo un gioco. Elliot che ne dici di andare in camera mia e di guardare un po' di cartoni animati? Se esci solo quando te lo dico io avrai una sorpresa" esclamò, nascondendo sia la tristezza che la rabbia.
"Sì! Andiamo" urlò il bambino pieno di gioia. Il ragazzo portò velocemente Elliot in camera sua, lo fece sdraiate sul letto, accese la televisione ed uscì in fretta, chiudendosi la porta alle spalle.
Corse al piano inferiore e cercò il maggiore sia nello studio, sia in salotto. Solo quando arrivò in cucina si accorse dei pezzi di vetro sul pavimento e delle gocce di sangue dietro il bancone. Con il cuore in gola si fece coraggio ed avanzò oltre esso. Ciò che vide lo fece tremare a tal punto da appoggiarsi al ripiano al suo fianco per non cadere. Taehyung era disteso a terra, il viso insanguinato come sempre, ma stavolta era anche cosparso di schegge di vetro su tutto l'addome.
Jungkook si piegò a fianco a lui, fregandosene del vetro sul pavimento, con delicatezza gli prese il viso tra le mani e provò a sollevarlo. Fortunatamente Tae era ancora sveglio, ma era troppo sofferente per emettere anche un solo suono.
Jungkook si fece forza e, nonostante il ragazzo fosse decisamente più grande e grosso di lui, riuscì a metterlo in piedi e a sostenerlo nella camminata fino al divano in soggiorno. Lo appoggiò delicatamente e corse, come non aveva mai fatto prima, per prendere tutte le medicazioni necessarie.
Appoggiò tutto il necessario sul tavolino davanti al divano.
"Tae ora rimuovo le schegge" sussurrò sedendosi accanto al ragazzo. Prese delle pinze e un bicchiere di plastica dove inserire i pezzetti rimossi. Il primo si trovava proprio sulla guancia del ragazzo, ma per fortuna non era andato a fondo, perciò non avrebbe lasciato una cicatrice.
Iniziò a rimuoverle con cura, ma quando toccò a una sul petto, che si trovava abbastanza in profondità, il maggiore emise un forte lamento.
"Scusa" sussurrò Jungkook, continuando a rimuovere le piccole schegge, piangendo anche lui. Infine passò il disinfettante sopra ogni taglio, per poi coprirli con delle garze.
Quando finì anche con le altre ferite, rimise tutto a posto e ripulì anche il disastro in cucina.
"Tae, andiamo di sopra" lo aiutò ad alzarsi e, a fatica, raggiunsero la camera del maggiore.
"Torno subito" sussurrò, prima di lasciargli un dolce bacio sulla fronte.
Andò a riprendere Elliot e lo portò in camera del maggiore, ma prima di entrare si raccomandò su un paio di cose.
"Elliot, ascoltami bene. Tae non si sente tanto bene, perciò ora riposerà un po'. Tu non saltargli in braccio e non svegliarlo, ok? Noi restiamo a fargli compagnia e ci guardiamo un film." Sussurrò, prima di prenderlo in braccio.
"E la sorpresa?" Chiese il bambino, portando un dito verso il viso di Jungkook.
"Domani, quando torno da scuola te la porto, ok?" Gli diede un bacio veloce sulla fronte ed entrò in camera del maggiore, che per fortuna aveva le tapparelle abbassate, così il bambino non avrebbe visto i segni sul viso del fratello.
Entrambi si sedettero sul letto, poi Jungkook fece partire un film dalla televisione di Tae e lasciò il suo spazio al piccolo Elliot.
Andò verso l'armadio del maggiore e ne tirò fuori una maglietta bianca e un pantalone nero. Si avvicinò al ragazzo e sussurrò al suo orecchio "Tae ti cambio i vestiti, ok?" ma il ragazzo lo fermò velocemente, sedendosi meglio sul letto.
"Non preoccuparti, ora vado a farmi una doccia. Torno tra poco" prese i vestiti dalle mani del ragazzo, gli diede un bacio sulla guancia e camminò lentamente verso il bagno.
Ogni tanto barcollava e si reggeva a ciò che gli era più vicino per non cascare rovinosamente a terra. Jungkook non riusciva a vederlo così. Avrebbe voluto solo stringerlo forte, come a proteggerlo da tutto, ma ciò era impossibile. Tuttavia si sentiva in colpa, lui era a conoscenza delle violenze del padre di Tae, ma non aveva ancora detto niente a nessuno.
Era deciso a parlarne con il ragazzo, ma aveva paura della reazione. L'ultima volta non era andata come sperava.
Dopo una decina di minuti il ragazzo tornò e prese posto accanto a Jungkook. Si sdraiò dolorante sulla schiena, ma venne bloccato in tempo dal minore, il quale lo fece appoggiare sul suo addome. Nonostante Tae fosse decisamente più grande di Jungkook, quest'ultimo non ci pensò due volte a farlo stendere praticamente su di sé. Aveva capito che il maggiore avesse bisogno di affetto, in quanto non ne aveva mai ricevuto tanto dai suoi genitori, perciò decise di rimediare anche con piccoli gesti.
E così rimasero fino all'ora di cena.
Jungkook seduto sul letto con le gambe aperte, Tae sdraiato in mezzo ad esse con la schiena contro il busto del più piccolo, il quale gli accarezzava la testa. Elliot, invece, era abbracciato alla gamba destra di Jungkook, mentre osservava il film rapito.
~~~~Ciao, come state?
Scusate se aggiorno solo oggi, ma ieri stavo male sia fisicamente sia psicologicamente.
Spero vi piaccia e vi chiedo già scusa per eventuali errori!
Grazie mille per le visualizzazioni, i voti e i commenti. Vi adoro!!
Buona giornata♡

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𝐄𝐬𝐜𝐚𝐩𝐞 - 𝐭𝐚𝐞𝐤𝐨𝐨𝐤
Fanfiction|COMPLETATA| Jungkook, un semplice ragazzo di periferia, si trova a dover far fronte a una nuova vita, caratterizzata da una nuova famiglia e sopratutto un nuovo "fratello". Ciò che ancora non sa, è che tra i due il rapporto sarà tutt'altro che di...