|Capitolo 12|

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Quel giorno fu un vero e proprio incubo per i due ragazzi, perché i genitori non lavoravano la domenica e quindi proposero di andare a pranzo da un collega di Mark.
Magnifico si ripeteva Jungkook, mentre si infilava gli unici abiti più eleganti che possedeva. Una camicia nera a maniche lunghe, uno skinny jeans nero e degli stivaletti anch'essi neri. Si sistemò i capelli nel miglior modo possibile, anche se quel giorno non ne volevano sapere niente di rimanere in ordine. Si profumò il più possibile, assicurandosi di spruzzare anche una buona dose di deodorante.
Infilò gli orecchini e si preparò a scendere. Quando arrivò al piano terra vi trovò i genitori, vestiti nei loro tipici completi da lavoro, il piccolo Elliot, anche lui costretto ad indossare pantaloni e camicia e infine Tae, che indossava una semplice t-shirt bianca, dei jeans neri, una felpa del medesimo colore e delle scarpe da ginnastica.
"Taehyung ti pare di presentarti così? Sei una vergogna" sbuffò il padre, passandosi una mano sulla fronte. Ormai non avevano più tempo per cambiarsi, dovevano correre all'incontro altrimenti sarebbero arrivati in ritardo.
"Grazie, lo so anche io. Possiamo andare?" Afferrò la sua giacca di pelle nera, prima di avvicinarsi al ragazzo più piccolo.
"Ah ah! Non esiste, voi due state separati anche oggi" ordinò il padre, scuotendo l'indice della mano destra in segno di negazione.
"Non ha senso" ribatté suo figlio, rimanendo sempre vicino a Jungkook, il quale teneva lo sguardo basso per trattenersi dal staccare a morsi le vene del collo di Mark.
"Non voglio dare una cattiva impressione, voi due non potrete parlare" ripeté il padre, prima di indossare la giacca e aprire la porta di casa per uscire.
"E mi raccomando, sorridete!" Chiuse la porta, per poi dirigersi verso la limousine che li aspettava davanti a casa loro.

Quando scesero dall'auto, i due ragazzi si accorsero di trovarsi in mezzo al tipico pranzo da ricchi, almeno così pensava Jungkook.
"Mark, è un piacere rivederti!" Lo salutò il suo collega, distraendo così i due genitori che non prestarono più attenzione ai figli.
"TaeTae, Kookie posso stare vicino a voi?" Allungò entrambi le manine verso i due ragazzi, che le afferrarono prontamente sorridendo.
"Ma certo Elliot, però dipende tutto da tuo papà" si abbassò Jungkook, lasciando un piccolo bacio sulla sua manina paffuta.
"Ragazzi, prendete posto" suggerì loro la madre. Quando si avvicinarono al tavolo da pranzo, si ritrovarono davanti almeno una decina di persone che non conoscevano, perciò dovettero presentarsi a ognuno di loro.
Mark si premurò di tenere lontani i due ragazzi, riservando un posto per Taehyung vicino alla figlia del collega, mentre Jungkook si ritrovò vicino alla moglie del collega.
Iniziarono a pranzare, i due ragazzi mantenevano sempre il silenzio, se non per scambiare ogni tanto qualche battuta con Elliot che si trovava vicino ai due genitori, a pica distanza da entrambi.
"Allora, tu sei il nuovo figlio di Mark?" Si voltò la donna verso Jungkook, prima di addentare un pezzo di carne.
"Ehm sono il figlio della nuova moglie" sorrise anche se in realtà moriva dalla rabbia, non sopportava essere associato a quell'uomo.
Per di più, ultimamente, non voleva nemmeno avere legami con sua madre che - a quanto sembrava - preferiva di gran lunga il marito ai figli.
"Sì vabbè, è uguale" concluse la donna, bevendo un sorso di vino.
Jungkook decise di abbandonare quella conversazione, per evitare di discutere persino con quella signora che nemmeno conosceva. Spostò la sua attenzione sul maggiore, il quale stava parlando tranquillamente con la figlia del collega. Era una bella ragazza, capelli rossi e lunghi, occhi chiari e grandi labbra rosse ad attirare l'attenzione. Osservò come i due si sorridevano e sentì una forte fitta al petto, che lo portò a distogliere lo sguardo dai due.
Passò il pranzo in silenzio, cercando di ignorare le risate della ragazza, che teneva una mano sulla spalla di Tae.
"Scusate" si alzò da tavola Jungkook, prima di inchinarsi, per poi dirigersi verso il bagno sotto indicazioni di un domestico.
Il bagno in questione era quello per gli ospiti e sembrava un vero e proprio bagno pubblico. Era composto da tre lavandini e tre cabine, il tutto risaltato dalle pareti in marmo.
Si fermò davanti allo specchio, prese alcuni respiri profondi e si sciacquò il viso per tranquillizzarsi. Mentre stava afferrando l'asciugamano a fianco del primo lavandino, sentì la porta aprirsi.
"Ei, possiamo parlare solo qui. Come sta andando?" Domandò Tae a bassa voce, per evitare di attirare l'attenzione di qualche passante.
"Bene" rispose l'altro freddo, sistemandosi le maniche della camicia.
"Non sembra" avanzò qualche passo verso il più piccolo, ma fu fermato dalle sue parole.
"Sto bene, davvero. Torna pure a goderti il pranzo" si avvicinò alla porta, ma venne tirato indietro dalla forte presa del maggiore sul suo braccio e finì per scontrarsi con il suo petto.
"Che ho fatto di male?" Sembrava un bambino a cui avevano tolto i propri giocattoli con quel broncio adorabile. Tuttavia l'umore di Jungkook non mutò, anzi peggiorò.
"Niente, torna a parlare con la tua amica. Io torno al mio posto, intesi? Bene, ciao" si voltò in fretta e uscì dal bagno, quasi correndo verso il tavolo.
"Jungkook, puoi portare tuo fratello a fare una passeggiata?" Lo bloccò la madre, indicando il piccolo Elliot che si agitava sulla sedia, stringendo il coniglietto rosa.
Il ragazzo si avvicinò a lui e gli accarezzò una spalla
"Elliot, vieni a fare un giretto con me?" Unì le loro mani e lo prese in braccio, per passeggiare nel grande giardino attorno alla villa.
"Kookie tu vuoi bene a TaeTae?" Il bambino osservava attentamente il suo peluche, lanciando ogni tanto qualche sguardo al ragazzo.
"certo" era stranito da quella domanda, è vero in quel momento non voleva parlargli, ma generalmente gli voleva bene.
"Posso svelarti un segreto?" Si fermò d'un tratto, facendo così piegare il ragazzo davanti a lui.
"Un tuo segreto?"
"È una cosa che ho visto, ma non ho mai detto niente giuro" fece il segno della croce con le dita e le baciò, prima di appoggiarle sul cuore.
"Se ti senti di dirmelo, puoi farlo"
"Mi prometti che non dici niente a mamma e papà?"
"Te lo prometto" alzò il mignolo per incrociarlo con quello del bambino, come a suggellare la loro promessa.
"Tempo fa Tae aveva la bua" disse il tono triste, il labbro inferiore era sporgente e lo sguardo era abbassato sul peluche che stringeva al petto.
"In che senso?" Jungkook si preoccupò, pensando che intendesse una malattia.
"usciva sangue dal suo braccio, come dal mio ginocchio" spiegò.
"Quando è successo?"
"Prima di te"
"E lo hai visto ancora, dopo quella volta?" durante tutta la conversazione, Jungkook accarezzò i fianchi del bambino per fargli capire che non c'era da preoccuparsi, ma in realtà Jungkook era molto preoccupato.
"No, ma sta bene?"
"Certo piccolo, sono sicuro che sta benissimo. Ora torniamo in casa?" Afferrò di nuovo la mano del bambino e fece per incamminarsi verso la porta, ma si bloccò per via delle parole che il bambino pronuncio subito dopo.
"Tu piaci tanto a TaeTae, dice che sei bellissimo" il ragazzo arrossì visibilmente e quando tornarono al tavolo, il maggiore non poté non notare il sorriso sul volto del minore.

Verso metà pomeriggio poterono finalmente tornare a casa e Jungkook si fiondò subito in doccia. Dopo essersi vestito, si sedette alla scrivania e provò a fare qualcosa che gli balenava per la testa da giorni.
Digitò al computer il nome di Mark, trovando così informazioni riguardo alla sua attività e alla sua famiglia. Riuscì a trovare il nome della ex-moglie, che scoprì essersi trasferita da Londra, purtroppo però non c'erano informazioni riguardante la sua attuale dimora.
Provò a cercare altre informazioni, anche su i parenti più lontani di Tae, ma quasi tutto sembrava essere stato cancellato oppure si riconduceva a Mark.
Che strano, pensò Jungkook, osservando a lungo le foto della donna, ma venne interrotto da qualcuno che bussò alla porta.
Chiuse di colpo il portatile e si girò appena in tempo, per vedere Tae entrare e richiudersi la porta alle spalle.
"Che ci fai qu-"
"Dobbiamo parlare" lo interruppe Tae, sedendosi sul letto, in modo da essere di fronte a lui.
"Ti ascolto"
"Perché eri arrabbiato con me oggi?"
"Ancora? Non ero arrabbiato con te" si alzò dalla sedia e iniziò a piegare i vestiti che erano appoggiati sullo schienale.
"Da come mi hai risposto, mi è sembrato il contrario" spostò lo sguardo verso il minore, che cercava di riordinare qualsiasi cosa pur di evitare il suo sguardo.
"Non ero arrabbiato, che motivo c'era scusa?"
"Allora guardami quando ti parlo" si alzò dal letto e lo raggiunse a passi svelti.
"I-io.." balbettò Jungkook per la troppa vicinanza, riuscì poi a passare dietro di lui per avere più spazio.
"Scusa, hai ragione. Non mi piaceva quella ragazza, tutto qui" abbassò lo sguardo verso la maglietta che teneva stretta tra le mani e la lanciò contro il letto.
"Perché?" Sorrise Tae, avendo già capito la situazione.
"Perché era molto espansiva, non si toccano così le persone appena conosciute" sbuffò sonoramente, incrociando le braccia al petto.
"Quindi sei geloso" dichiarò Tae, senza mai abbandonare il sorriso.
"No, però ho io una domanda per te"
"Sentiamo"
"Elliot mi ha rivelato che dici che sono bellissimo, lo pensi davvero?" Tutta la rabbia di quel momento sembrò sparita con quelle parole. Jungkook, in cuor suo, sperava che le affermazioni del piccolo Elliot fossero vere, mentre Tae sperava di non ricevere un rifiuto.
"In effetti sì, ti da fastidio?" Tae sembrava un cucciolo indifeso in quel momento, nonostante superasse di gran lunga il minore in altezza.
"No affatto, comunque lo penso anche io...che tu sia bellissimo intendo" sorrise leggermente, prima di avvicinarsi al ragazzo di fronte a lui.
"Ehm vuoi venire a una festa con me, Jimin e un suo amico?" Ne approfittò Jungkook, forse aveva qualche possibilità con lui.
"Quando è?"
"Non lo so ancora" sorrise imbarazzato.
"È la festa di chi?" Tae incrociò le braccia al petto e corrugò le sopracciglia.
"Non so nemmeno questo" ridacchiò mordendosi il labbro inferiore per il nervosismo.
"Mmh verrò, ma solo perché non voglio lasciarti solo"
"Perfetto" sorrise ancora di più se possibile, ma piano piano si perse ad ammirare il viso del maggiore, il quale si stava avvicinando sempre di più a lui. Alzò leggermente il viso verso l'altro per guardarlo negli occhi da quella distanza, il suo sguardò però si posò sulle sue labbra e lì rimase. Allo stesso modo, lo sguardo di Tae si puntò sulle labbra di Jungkook e il loro respiro aumentò visibilmente. I loro nasi stavano per sfiorarsi, quando vennero interrotti dal richiamo del padre per la cena.
Si staccarono l'uno dall'altro e camminarono fino alla sala da pranzo, senza rivolgersi la parola.
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Eii, come state?
Vi chiedo già scusa per eventuali errori
Grazie mille per i voti, i commenti e le visualizzazioni.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, grazie di cuore per tutto!
Buona serata!!

𝐄𝐬𝐜𝐚𝐩𝐞 - 𝐭𝐚𝐞𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora