|EPILOGO|

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Dicembre

La neve cadeva leggera sul prato che circondava l'immenso Hotel, in quel momento testimone di un grande amore.
Jungkook si trovava steso sul letto della camera, coperto solo da un lenzuolo che teneva stretto a sé, mentre dietro di lui il suo amato ragazzo lo stringeva al petto.
Osservavano entrambi i numerosi fiocchi bianchi che coprivano il cielo, pensando a ciò che stava succedendo nella loro vita.
Mark ormai non faceva più parte delle loro vite, tuttavia avevano impiegato il doppio del tempo che speravano per liberarsene.
Vivevano entrambi nella casa che un tempo apparteneva al padre di Tae, mentre Elliot viveva insieme alla madre in un appartamento in centro.
Essendo periodo natalizio a breve, in casa Kim, sarebbero arrivati i nonni e gli amici del ragazzo, per festeggiare insieme la festività. Jungkook era rimasto in contatto con Hobi, Namjoon e Jin, perciò invitarono anche loro. Da un mesetto, Hoseok aveva venduto il motel e cercava un edificio in centro città, adatto per trasformarlo in un vero e proprio hotel. Ovviamente avrebbe assunto i suoi due migliori amici, senza pensarci due volte.

Quella sera, i due innamorati, si trovavano a Parigi. Il maggiore aveva tanto insistito per visitarla, così decisero di partire insieme prima dell'arrivo dei loro parenti. Avevano bisogno di un po' di pace e tranquillità da soli, sopratutto dopo quell'anno intenso.
Jungkook si alzò dal letto e si infilò quei pochi vestiti che aveva buttato sul pavimento, per poi sedersi sul balcone della camera.
"Ma che fai? Si gela fuori!" Lo rimproverò Tae, infilandosi anche lui i vestiti, per poi prendere una coperta e avvicinarsi al più piccolo.
Si sedette al suo fianco, si avvolse nella coperta e coprì anche il suo ragazzo, stringendolo a sé.
Per fortuna il balcone era coperto da un tendone, altrimenti si sarebbero trasformati in due pupazzi di neve.
"Tae come stai?"
"Che vuoi dire? Sto bene"
"Intendo veramente, dopo tutto ciò che è successo. Non hai voglia di urlare i tuoi sentimenti?"
"Tu vuoi farlo?"
"Sì"
"Allora fallo"
"Io sto finalmente bene. Non avrei mai pensato di trovare qualcuno come te. Ti amo, sei la persona più importante al mondo per me.
Ho imparato tantissime cose in un solo anno. Abbiamo vissuto situazioni che non vorrei mai ripetere in tutta la mia vita.
Ma ho anche vissuto con te tutte le mie prime volte, il mio primo bacio, la mia prima fuga, la mia prima volta e anche il mio primo appuntamento. Sei il mio primo amore Kim Taehyung e non smetterai mai di esserlo. Io non voglio allontanarmi da te neanche un secondo, sei il mio ossigeno. Ho bisogno di te. Se dovessi perderti io...i-io.." non riuscì a concludere la frase, poiché i troppi singhiozzi gli impedirono di formulare anche solo una parola. Il maggiore, commosso dalle parole del suo ragazzo, lo strinse di più a sé e gli asciugò le lacrime sul suo viso.
"Sono qui, amore. Non ti lascerò" lo costrinse a guardarlo e, dopo qualche carezza, lo baciò sulle labbra arrossate.
"Ti amo anche io" sussurrò, prima di riprendere a baciarlo.
D'un tratto Tae si allontanò da lui, lo avvolse con la coperta e lo prese in braccio tipo fagotto.
"Tae! Mettimi giù" continuò a ridere, nonostante quella non fosse la posizione più comoda. Lo appoggiò solo quando entrò nel bagno.
"Dobbiamo lavarci velocemente, perché ci aspetta una serata intensa" lo informò Tae, spingendolo verso la doccia.
Quando finirono, si vestirono con capi abbastanza pesanti per contrastare il freddo ed uscirono dall'hotel mano nella mano.
"Dove andiamo?" Domandò Jungkook mentre attraversavano la strada per raggiungere il lato opposto.
"Per prima cosa ti porto a cena"
"E poi?"
"Lo vedrai" sorrise Tae, prima di circondargli le spalle con un braccio. Camminarono per una ventina di minuti, guardandosi intorno meravigliati per ogni minimo dettaglio. Ogni tanto Jungkook rischiava di inciampare tra i sassi che caratterizzavano quelle strade, per fortuna però c'era Tae pronto a prenderlo, evitandogli così una slogatura.
"Uff non riesco a camminare su sti cosi" si lamentò Jungkook, all'ennesima perdita di equilibrio. Tae si fermò davanti a lui e si piegò leggermente.
"Che stai facendo?" Si fermò Jungkook, guardandolo di traverso.
"Dai sali, ti porto io" gli spiegò Tae, indicandosi la schiena con un dito.
"Ma peso e poi ti faccio mal-" provò a dire Jungkook, ma venne interrotto dai movimenti del maggiore, il quale si abbassò ancora un po' e lo prese dal retro delle ginocchia per far sì che si aggrappasse alla sua schiena.
"Ecco fatto" disse, prima di riprendere a camminare tranquillamente.
"Sei un'idiota, se ti fai male mi incavolo" gli circondò il collo Jungkook, dopo aver appoggiato la testa sulla sua spalla.
Mentre Tae camminava, il più piccolo gli indicava ogni tanto qualche piccolo uccellino nascosto tra i rami degli alberi, ammirando i loro colori.
Prima di arrivare davanti al ristorante, Tae fece scendere Jungkook e lo aiutò a camminare fino all'entrata.
"Salve, un tavolo per due" provò a dire il maggiore in francese, sbagliando qualche accento. Vennero portati fino a un tavolo abbastanza appartato e si accomodarono.
Non andarono in un ristorante di lusso, che ovviamente potevano permettersi, bensì preferirono un posto più tranquillo. Ormai Tae aveva capito che il più piccolo non pretendesse chissà cosa, preferiva semplici gesti fatti con amore, piuttosto che grandi cose fatte solo per impressionare.
"Ti piace?" Chiese Jungkook, mentre gustava il suo piatto.
"Molto, sono curioso di scoprire la cucina di altri paesi" sorrise, prima di pulirsi gli angoli della bocca con il tovagliolo.
"Posso accompagnarti in queste scoperte?" Chiese il minore con occhi da cucciolo.
"Mi sembra ovvio" lo rincuorò Tae, stringendogli la mano sul tavolo, dopo avergli baciato le nocche.
"Ti amo" lo baciò sulle labbra Jungkook, prima di alzarsi dalla sedia.
"Vado un attimo in bagno" annunciò, appoggiando il tovagliolo sul tavolo, per poi dirigersi verso la toilette.
Quando tornò verso il tavolo, strinse i pugni alla vista di un cameriere che faceva gli occhi dolci al suo ragazzo, il quale cercava di concludere la conversazione, ma senza successo.
"Amore, eccomi" si palesò Jungkook, riprendendo il suo posto e baciando di nuovo il suo ragazzo. Voltò poi lo sguardo verso il cameriere, ora imbarazzato e deluso, il quale prese i piatti velocemente e se ne andò.
"Sei tremendo" rise Tae, stringendogli la mano, caratterizzata da un piccolo anello argento regalatogli da lui mesi prima per il suo compleanno.
"Sì e tu sei il mio ragazzo, quindi quello tiene giù le mani" sorrise falsamente, prima di bere un sorso di acqua.
Terminarono la cena in tranquillità ed uscirono insieme, per camminare verso il parco più vicino.
Nella strada verso il parco, Tae ricevette una chiamata da sua madre. Voleva sapere quando tornasse, così da poter avvertire i nonni che dovevano ancora partire. Terminò la chiamata e prese per mano il suo ragazzo, per condurlo nel parco di fronte alla Torre Eiffel. Camminarono con le mani intrecciate attraverso gli alberi, pestando il grande strato di neve ormai creatosi. Si fermarono solo una volta arrivati vicino alla Torre Eiffel e lì Tae si fermò di fronte al minore.
Gli afferrò anche l'altra mano e fece scontrare le loro fronti, chiudendo gli occhi.
"Prima mi hai chiesto come sto. Non sono molto bravo nel esprimere i miei sentimenti, l'unica cosa che riesco a dire è che ti amo. Però voglio provare a dirti ciò che sento, sopratutto ora. L'ultimo anno è stato pesante, è vero. Per me è stato un nuovo inizio, allontarmi da mio padre e incontrare la mia famiglia. Tutto non sarebbe successo se non fosse stato per te. Mi hai dato la forza e il coraggio di affrontare i problemi che cercavo di evitare. Grazie a te ho capito cosa vuol dire avere qualcuno che ti ama per ciò che sei. Quando siamo vicini, il mio cuore impazzisce. Inizia a battere sempre più forte, il mio corpo sente la necessità di toccarti ed io sento la necessità di guardarti, annusare il tuo odore e dirti quanto ti amo. Questo è l'unico modo in cui riesco a spiegarmi" rise Tae con gli occhi lucidi, accarezzando le guance del più piccolo, bagnate dalle lacrime "non è granché, ma è ciò che sento. Ti amo e sono contento di poter dire di aver conosciuto quella parte di te che nessun altro avrà" concluse, prima di abbracciarlo e stringerlo a sé il più possibile. Jungkook iniziò a singhiozzare e strinse ancora di più il suo ragazzo, si allontanò un attimo e sussurrò un semplice "ti amo", prima di baciarlo ancora davanti alle luci della Torre Eiffel.
Potevano sembrare due pazzi, in mezzo alla neve, infreddoliti e bagnati. Forse lo erano.
Ma sapevano di amarsi, di essere lì, in quel momento, per amarsi infinitamente.
Per baciarsi nella tipica "città dell'amore".
Per sorridere insieme, dopo tante disavventure. Per vivere insieme quella storia d'amore, che Tae definiva una fuga dalla tristezza di un tempo.

                                     Fine

𝐄𝐬𝐜𝐚𝐩𝐞 - 𝐭𝐚𝐞𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora