|Capitolo 25|

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Quando terminarono il pranzo, i due ragazzi si rinchiusero in camera per digerire il grande pasto e per preparare i loro borsoni. Si fecero una doccia separatamente, si vestirono e portarono le loro borse in salotto. Mentre aspettavano che la madre preparasse tutto il necessario per partire, si stesero sul divano abbracciati l'uno all'altro.
"Tae ho paura" ammise il minore con il viso sulla spalla dell'altro.
"Di cosa?" Chiese il maggiore, accarezzandogli la schiena e la gamba appoggiata sul suo bacino.
"Del cambiamento" alcune lacrime scesero dagli occhi del più piccolo, il quale nascose il viso nel collo dell'altro.
"Non devi, è normale il cambiamento. Devi essere coraggioso per affrontarlo, può comportare cose negative, è ovvio, ma se senti il bisogno di cambiare, devi farlo.
I cambiamenti servono nella vita, per crescere e per imparare a non commettere gli stessi errori del passato. Non avere paura del cambiamento, è naturale" lo confortò con quelle parole, per poi baciarlo lentamente sulle labbra.
Continuarono a coccolarsi -alternati da diversi baci- per altri venti minuti, fino a quando la madre non si presentò in salotto con una valigia colma di vestiti.
"Ragazzi, sono pronta. Possiamo andare" li avvertì lei. Si alzarono dal letto e si avvicinarono ai nonni per salutarli.
Tae pianse mentre abbracciava i suoi nonni, finalmente li aveva ritrovati e non voleva separarsene così in fretta.
I due anziani ringraziarono Jungkook per aver reso felice il loro nipotino e lo spronarono a rimanere sempre al suo fianco, perché per loro lui era il ragazzo giusto.
Uscirono di casa poco dopo e partirono.
La madre guidò per il primo giorno e mezzo, mentre i due ragazzi riposavano sui sedili posteriori. Per fortuna Jungkook si era tenuto le mappe e le indicazioni per l'andata, così non ebbero problemi a trovare la strada per il ritorno. Successivamente si diedero il cambio e Tae guidò fino alla periferia di Londra. Si erano fermati per quattro volte, per mangiare qualcosa e riposarsi brevemente. Quando entrarono finalmente in centro città, Jungkook sospirò per il sollievo e si stropicciò gli occhi ancora assonnati.

Lunedì sera

Si diressero alla stazione di polizia e parlarono con il primo agente disponibile per denunciare Mark. I poliziotti fecero parecchie domande, tanto che dovettero rimanere nella stazione fino sera tardi. I poliziotti, come previsto, avrebbero indagato nei giorni a seguire, ma tutto ciò non avrebbe comportato l'arresto immediato dell'uomo. Al maggiore balenò in mente un'idea pericolosa, ma forse era l'unica possibilità che avevano per liberarsi di quell'uomo.
Tornarono a casa insieme alla madre del ragazzo, ma prima di entrare Tae si fermò all'entrata e chiamò la polizia, non facendosi sentire dai due. Denunciò un'aggressione avvenuta nella loro casa, affinché i poliziotti li raggiungessero il prima possibile.
Quando entrarono, vennero accolti da un fastidioso silenzio, interrotto solo dal rumore della televisione nel salotto. Jungkook posò a terra la sua borsa e si tolse la giacca. Avanzò a passi lenti verso il salotto con il cuore in gola per la paura, ma si tranquillizzò non appena vide il piccolo Elliot seduto sul divano con Jimin, addormentato vicino a lui.
"Elliot!" Esclamò il ragazzo, costringendo il bambino a voltarsi verso di lui. Il piccolo scese dal divano in fretta e corse verso di lui con le lacrime agli occhi. Lo abbracciò stretto ed iniziò a raccontargli di quanto gli fossero mancati.
Jungkook lasciò poi Elliot con Tae, il quale esultò alla vista del fratellino, per andare verso il suo amico che ancora dormiva sul divano.
"Jiminie, ei svegliati. Puoi andare ora" riuscì a svegliarlo con delle leggere scosse sulla spalla, costringendolo ad alzarsi dal divano. Jimin lo abbracciò stretto e raggiunse anche il suo migliore amico all'entrata, saltandogli addosso per la felicità.
"Come è andata? State bene? Avete dormito? Siete affamati?" Li bormbardò di domande e ricevette in risposta solo risate da parte dei due ragazzi.
"Va tutto bene Chim, ma ora dobbiamo sistemare alcune cose. Domani ti racconto tutto, ok?" Congedò il suo amico, il quale si accorse della donna che aspettava davanti alla porta d'entrata. Jimin gli augurò buona fortuna, per poi uscire da quella casa che negli ultimi giorni era stata una presenza costante nella sua vita.

𝐄𝐬𝐜𝐚𝐩𝐞 - 𝐭𝐚𝐞𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora