|Capitolo 17|

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Domenica

La mattina dopo Tae si alzò prima di tutti, per correre verso il bancomat più vicino e prevelò il massimo che poteva. Il padre lo finanziava con quote davvero alte, è vero, tuttavia non poteva prelevare più di un certo importo in un solo giorno.
Quando rientrò a casa, controllò la cassaforte in camera sua dove teneva i suoi risparmi.
Li tirò fuori ed inserì tutti i soldi nel fondo di un borsone nero. Nel caso in cui il padre avesse deciso di bloccare il suo bancomat, non sarebbero rimasti a secco. Iniziò a piegare alcuni vestiti all'interno della borsa, infilò dentro anche lo spazzolino da viaggio e alcuni prodotti per lavarsi. Non potevano portare un grosso peso con loro, dal momento che viaggiavano in macchina e dovevano fare il più in fretta possibile. Si assicurò di avere con sé tutti i documenti e chiuse il borsone, per posizionarlo poi al fondo dell'armadio. Uscì dalla sua camera e camminò verso quella di Jungkook, che ancora dormiva beatamente.
Si assicurò di essersi chiuso la porta alle spalle e si avvicinò al letto del più piccolo.
Si sedette a fianco a lui e prese ad accarezzargli i capelli e il volto. Era di una bellezza sconvolgente, riusciva a toglierti il fiato anche solo con uno sguardo. I suoi occhi erano la parte preferita di Tae, erano grandi, scuri e profondi. Riuscivano a trasmettere qualsiasi emozione che il ragazzo provava, a Tae bastava guardare i suoi occhi per tranquillizzarsi.
Il più piccolo iniziò a muoversi nel sonno, fino a quando non si svegliò ed iniziò a stropicciarsi gli occhi con le nocche delle dita. Si sedette - ancora ad occhi chiusi- e prese a tastarsi la guancia ancora indolenzita dalla sera prima, dove era presente un grosso livido violaceo.
"Buongiorno" lo sorprese Tae, facendolo stringere nelle spalle dallo spavento.
"Sei pazzo? Non farlo mai più" lo rimproverò Jungkook, portandosi una mano al petto.
Si passò una mano sulla fronte e sospirò.
"Hai già preso i soldi?" Sussurrò poi.
"Sì, è già tutto pronto"
"Ah, mi aiuti allora?" Chiese Jungkook con un tenero broncio in viso. Era stanco, odiava muoversi appena sveglio. Ci metteva più o meno un'ora per svegliarsi completamente, infatti non capiva come facesse il più grande ad essere già così attivo.
"Certo, ma devi muovere il tuo bel culo e alzarti dal letto" disse, mentre si alzava anche lui dal letto, trascinando con sé il ragazzo.
"Ei! Aspetta, ho un bel culo?" Si fermò Jungkook, girando il più possibile la testa per provare a guardarsi il sedere coperto dai pantaloni grigi della tuta.
"Dai piantala" sbuffò Tae, senza far sparire il sorriso dalle labbra.
"E tu coltivala" disse Jungkook, fiero della sua battuta che lo portò ad essere spinto sul letto e colpito ripetutamente dal maggiore con il cuscino.
"Nono, daii!!! Sei uno stronzo, basta!!" Gridò tra le risate, provando a coprirsi la faccia il più possibile. Ovviamente Tae era attento a non colpire le zone dove aveva subito le percosse il giorno prima, perciò si occupò principalmente delle gambe.
Quando si fermò, venne tirato dal più piccolo contro il suo corpo e finì per schiacciarlo quasi completamente.
"Attento, ti fai male" rise Tae, appoggiandosi sui suoi avambracci per non pesare sul ragazzo.
Jungkook però non rispose, si fermò solo ad ammirare il volto del maggiore per un paio di minuti, accarezzando il contorno del suo viso e di tanto in tanto i capelli che gli portava dietro l'orecchio.
"Ciao" sussurrò semplicemente, confondendo il maggiore per pochi secondi, il quale non fece in tempo neanche a pensare, che si ritrovò le labbra del più piccolo a contatto con le sue.
Si allontanarono solo di pochi millimetri, Jungkook non aveva tolto neanche un secondo le mani dal viso del ragazzo.
Si avvicinarono di nuovo, un semplice bacio a stampo che si trasformò in qualcosa di più intenso in pochi secondi. Jungkook venne stretto forte tra le braccia di Tae e gli allacciò le gambe al bacino. Le loro lingue entrarono in contatto e nessuno, in quel momento, avrebbe potuto distruggere la loro pace e il loro legame. Continuarono a baciarsi per un paio di minuti, finché il più piccolo non si staccò per primo per riprendere fiato.
"Scusa..." sussurrò con le guance arrossate e le labbra gonfie e umide.
"Se non mi avessi baciato tu, lo avrei fatto io. Era da troppo tempo che volevo farlo" ammise Tae, portando un forte moto di sollievo al minore.
"T-ti è piaciuto?" Chiese con un dito stretto tra i denti per l'ansia. In risposta Tae lo baciò di nuovo, stavolta durò solo qualche secondo ma portò lo stesso il ragazzo a sorridere.
"Vale come risposta?"
"È stato il mio primo bacio" ammise Jungkook, rosso fino alle orecchie.
"Allora grazie" rispose semplicemente Tae, prima di baciarlo su entrambe le guance, per poi alzarsi insieme a lui.
"Ok, ora preparo tutto. Dov'é Mark?" Aprì l'armadio Jungkook, per scegliere i vestiti da portare con sé. Ovviamente prese anche la felpa che aveva rubato tempo prima a Tae ed infilò anch'essa nel borsone.
"Non so, credo sia nel suo ufficio. Non preoccuparti, non ti toccherà più" lo rassicurò Tae, aiutandolo a chiudere la borsa nera per poi nasconderla sotto il letto del più piccolo.
"Tra poco non farà più male neanche a te" lo oltrepassò Jungkook, afferrandogli la mano per dirigersi insieme verso la cucina.
Mangiarono insieme qualcosa e svegliarono anche Elliot. La madre di Jungkook non si faceva vedere dalla sera prima, molto probabilmente era a conoscenza di ciò che era accaduto a suo figlio, ma aveva preferito rimanere nel silenzio e nell'indifferenza. Il minore si convinse ancora di più di non essere importante per la madre, dal momento che lei aveva preferito i soldi e il marito a suo figlio.
Mentre Elliot mangiava i cereali, Jungkook era in camera sua a controllare i suoi risparmi per portarli con sé durante il viaggio. Non aveva molti soldi, ma erano abbastanza per cavarsela almeno la prima settimana. Venne interrotto dalla suoneria del suo cellulare: Jimin.
"Pronto?"
"Ciao Kook, come stai? Tae mi ha chiamato ieri sera, è vero che partite questa notte?" Lo sorprese di domande Jimin con tono agitato.
"Sì, sei arrabbiato?" Chiese Jungkook, pauroso che il suo amico fosse arrabbiato con lui per non averglielo detto prima.
"No, ho solo paura."
"Di cosa?"
"Beh per cominciare ho paura che possiate perdervi o rimanere senza soldi." Jungkook sorrise per la gentilezza del suo amico, cercava di prendersi cura di loro anche da lontano.
"Non preoccuparti per quello, ho già studiato la strada e per i soldi riusciremo cavarcela"
"Mmh..." Jimin non sembrava molto convinto e il suo tono fece trapelare qualcosa di nascosto.
"C'è dell'altro vero?" Capì subito Jungkook.
"Senti Kook, io conosco bene Tae. So quanto possa diventare violento se si arrabbia. Non ti toccherà mai, questo è ovvio, ma può farsi del male da solo." Questo lasciò di sasso Jungkook, il quale si aspettava di tutto tranne questo. Credeva che il maggiore avesse smesso di farsi del male da solo, ma a quanto pare il pericolo era sempre dietro l'angolo.
"Perché mi stai dicendo questo?"
"Se non trovate i suoi parenti, lui si sentirà solo e proverà ancora più odio verso suo padre"
"Non permetterò che si faccia del male" lo rassicurò, determinato a proteggere il maggiore da se stesso.
"Se avete bisogno di qualcosa chiamatemi e tienimi aggiornato su tutto!" Si premurò Jimin, dal momento che lo avvertivano di ciò che succedeva sempre troppo tardi.
"Sì, ti dico tutto. Puoi passare in questi giorni a controllare Elliot?"
"Certo, mi sono già accordato con Tae ieri. Beh allora ci vediamo quando tornate, state attenti per favore"
"Grazie Jimin, per tutto. Appena arriviamo ti chiamo, ciao" lo ringraziò Jungkook, principalmente perché Jimin era diventato suo amico e lo aveva sostenuto, nonostante non si conoscessero da molto tempo.
"Ciao Kookie, buona fortuna e buon viaggio"
Si concluse così la telefonata, quando Jungkook avvertì le urla di Mark al piano inferiore.

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Ciao, come state?
Eh sì, si sono baciati finalmente!!
Spero vi piaccia, scusate per gli errori
Grazie mille per tutto, vi voglio tanto bene!
Buona serata!

𝐄𝐬𝐜𝐚𝐩𝐞 - 𝐭𝐚𝐞𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora