Capitolo 9

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Sofia.

Calata la notte, Annabeth era esausta, sentiva ogni fibra del suo corpo, contorcersi ed irrigidirsi, mentre le ginocchia iniziavano a cederle ad ogni passo. Aveva portato a termine tutti i suoi compiti, e se ne sarebbe volentieri tornata nella sua cabina a godersi un pò di meritato riposo, ma una piccola mano, calda e più svelta di una biscia le afferrò il polso, impedendole di scendere le scale che l'avrebbero condotta sottocoperta. Quando la rossa si voltò, incontrò due furbetti occhioni verdi che la studiavano sospettosi, ed una matassa di scompigliati capelli castani che le impedivano la vista della fronte ambrata del ragazzino.

 -Cos'ho dimenticato ora Marco?- chiese sbuffando la giovane, alzando gli occhi al cielo. Era veramente assurdo, quel mocciosetto le aveva dato ordini durante tutta la giornata, per assurdo era lui che dirigeva le sue mansioni, ergo, il piccolo Marco Verdi era il suo capo. 

-Ti vuole Zio Vito- sentenziò il giovanotto, incrociando le braccia al petto. 

-Chi?- Annabeth non sapeva che Marco avesse uno zio, ne che a bordo della Jungle's Scream ci fosse un pirata di nome Vito. Non che avesse fatto la conoscenza con tutti, gli unici che le parlavano erano Jace Big, per prenderla in giro, Liam Hombres, per corteggiarla e Jakob per farle ricordare di restare lucida e non dare di matto, oh, giusto, anche Kevin , ovviamente, ma la signorina Williams faceva volentieri a meno della sua compagnia. Dopo il loro piccolo battibecco Annabeth non l'aveva più visto, si era richiuso nella sua cabina come un topo da biblioteca, a studiare e ristudiare stupide carte geografiche e vecchi manoscritti. Chissà cosa andava cercando. 

-Zio Vito! Somara! Muoviti!- continuò il redazzatore, trascinando Annabeth in sottocoperta. Non c'era che dire, la Jungle's Scream era veramente grande. Fino a quel momento la ragazza aveva visitato soltanto l'ala destinata alle cabine, non si sarebbe mai immaginata di trovare una sala dedicata al pranzo ed alla cena. Uno spazio ampio occupato da due tavoli in legno ed un sorta di bancone, dove erano esposte bevande alcoliche d'ogni tipo. 

Molti uomini della ciurma si erano già radunati lì, e tutti sembravano andare d'amore e d'accordo, per quanto possa andare d'accordo una banda di pirati scalmanati e privi di buone maniere come loro. Su un tavolo, Liam ed altri uomini stavano giocando a carte, su quello affianco, altri due stavano "giocando" a braccio di ferro, mentre il resto della ciurma faceva scommesse su chi avrebbe distrutto l'altro. 

C'era una gran confusione ed a stento Annabeth riusciva a sentire i propri pensieri riguardo a quella scena a dir poco sconvolgente. Al suo arrivo, gli occhi dei presenti si puntarono su di lei, ma solo per brevi attimi, la ciurma era troppo occupata per fregarsene di una schiava come la Signorina Williams. 

Marco la condusse dietro al bancone, facendola passare oltre una porta in legno vecchia e malandata che l'avrebbe condotta alla famigerata cucina. In quel momento gli occhi di Annabeth si puntarono su un uomo grasso e dal faccione sbarbato, con un grembiule bianco legato in vita e la fronte coperta da una bandana del medesimo colore, il sui scopo era quello di trattenere il sudore, anche se non sembra riuscirci. Armeggiava sopra ai fornelli con maestria, facendo ribollire nell'aria un delizioso sapore di verdure e carne. 

-Zio Vito, ti ho portato la ragazza!- affermò il giovanotto. 

-Oh, bene, bene, meraviglioso!- esclamò l'omone correndo verso Annabeth per afferrarle la mano -Sono Vito Pacielli, tanto piacere!- continuò questo, gesticolando con le mani ed accennando ad uno strano accento, sicuramente proveniente dal sud Italia. Quindi era lui lo zio di Marco? 

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