19.PARANOIE

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Io, Stiles, Lydia e Cora ci appostammo nell' aula di chimica, che in quel momento era completamente vuota, e ci sedemmo tutti e quattro a uno dei tanti banconi. Stiles appoggiò il suo zaino sulla superficie di legno liscio e ne tirò fuori una tavola ouija.
Aspetta, una tavola ouija?!

"Una tavola ouija" disse Lydia guardandolo confusa.
"Una tavola per sedute spiritiche, facciamo un tentativo" rispose stiles.
"Si ma voglio dire perchè no? Chi non vorrebbe essere perseguitato dallo spirito di un morto? Giuro che se moriamo io ti stacco la testa" dissi a Stiles facendo ridacchiare Lydia.

"Non dimentichiamoci per chi lo stiamo facendo. Il capo di Scott, l'uomo che ha salvato le chiappe a tutti noi in più di un' occasione" mi aspettavo che dopo quest' inutile trovata di stiles, Cora avrebbe avuto qualcosa da ridire, o si sarebbe lamentata della nostra ignoranza, invece non fece niente di tutto questo.

Stiles posizionò la Planchette al centro della tavola ouija. "Lo facciamo tutti e quattro?" Chiese Cora con voce palesemente annoiata, ma non potevo biasimarla. " Si"

Mettemmo tutti le mani sulla Planchette.
"Siete pronte?" chiese stiles
"Si"
"Si"
"No"
Scusate, ho sempre odiato queste cose

Gli altri tre ignorarono tutti la mia risposta e stiles iniziò a parlare all'aria come un ebete.
"Dov'è il dottor Deaton?" Ci girammo tutti d'istinto verso Lydia e lei ci guardò stranita. "Che c'è?"
"Non rispondi?" Chiese Stiles alla biondo fragola.

"Io la risposta non la so. Credevo che avremmo chiesto a una specie di spirito" staccai le mani dalla Planchette e mi diedi uno schiaffo sulla fronte.
"E tu conosci qualche spirito?" Chiese Cora.

"Sta facendo sul serio?"

Gli altri due sbuffarono sonoramente, poi tolsero le mani alzando gli occhi al cielo. Stiles rimise la mano nello zaino e ne tirò fuori delle chiavi.
"Allora, queste sono le chiavi della clinica di Deaton. Chiudi gli occhi, te le lascerò cadere in mano e poi vedremo se riesci ad individuare la sua posizione. Si chiama psicometria" io e cora ci guardammo con le sopracciglia alzate chiedendoci se mentre veniva quì, stiles avesse per caso sbattuto la testa contro un muro.

"Non sono una sensitiva"
"Ma sei qualcosa giusto?! Ora Lydia tendi la mano"

La ragazza tese la mano e chiuse gli occhi. Il mio ragazzo appoggiò lentamente le chiavi sul palmo della ragazza che ebbe un sussulto al primo contatto.
"Che c'è?"chiedemmo io e stiles.
"Sono fredde"

Cora alzò gli occhi al cielo mentre io sbattei la testa sul bancone e non molto piano. "Lydia concentrati ti prego. Stiamo cercando di salvare delle vite, per l'amor di dio" la ragazza strinse le chiavi in un pugno mentre teneva gli occhi chiusi. Noi la guardavamo attendendo un qualche miracolo divino.

"Che cosa vedi?"
"Niente"

"Forse dovremmo provare con qualcos'altro" dissi io mettendo una mano sulla spalla di Stiles che sembrava disperato.
Lui tirò fuori un quaderno e una matita, porgendola a Lydia.

"Scrittura automatica" la ragazza cominciò a muovere la matita sul foglio a righe mentre noi altri la osservavamo stufi del suo menefreghismo.
"Lydia che cos'è quello?"
Chiese Stiles notando che quello che stava prendendo forma sul foglio non erano parole o numeri.

"Un' albero"
"Lydia dovresti scrivere delle parole, qualcosa che ci dica dove si trova"

"Non dovrebbe essere un genio?" Chise cora frustata. "Genio si. Sensitiva no"
"Onesta" mormorai io che continuavo a guardarla mentre disegnava.

"Perchè state perdendo tempo con me? Mi sembra praticamente ovvio che dovete parlare con Danny"

"Perchè Danny?"

𝓗𝓲𝓼 𝓔𝔂𝓮𝓼 // 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora