40. facci pace

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Andreas era abbacchiato. Proprio come me, non usciva, stava sempre solo in casa a mangiare schifezze ed a guardare la televisione.
«Facci pace.» dissi un giorno di agosto.
«Cosa?» chiese lui ammutolendo la televisione.
«Facci pace con Riccardo: sei perso senza di lui.» dissi seria.
Andreas scoppiò a ridere e poi abbassò la testa.
«È inutile che fingi Andreas.» affermai con le braccia conserte.
«Dimentica quello che è stato tra di noi. Odio riccardo con tutto il mio cuore.» dissi secca.
«Sì bella questa, l'ho già sentita.» affermò ridendo. Scossi la testa e poi mi sedetti al suo fianco.
«Per una volta non pensare a me ma a te. Ti ha tradito come ti ho tradito io. Perché mi perdoni ma lui no?» gli chiesi mettendolo in difficoltà.
«Sei mia sorella.» affermò guardandomi negli occhi.
«E lui è tuo fratello.» ribattei sorridendo.
Andreas abbassò la testa ed annuì.
«Ok. Cercherò di non fartelo vedere.» affermò a testa bassa.
«Ok, grazie.» poi mi alzai e gli diedi un bacio sulla guancia.
Corsi in camera e cercai di addormentarmi.
Non facevo altro che dormire. Il tempo passava più in fretta ed i sogni erano gli unici posti in cui ero felice.
Ero cambiata o per lo meno me lo ero ripromessa. Non sarei più stata l'ingenua e dolce Federica che faceva di tutto per le persone importanti. Non mi fidavo più di nessuno. Il mio cuore era spento, per sempre.
Ero arrogante, fredda, egoista, stronza e cattiva. Ero diventata tutto ciò che odiavo.
Non stavo più bene come prima. Non stavo abbastanza bene da essere felice o da andare avanti a vivere come prima. Una parte di me non stava bene per niente, anzi era distrutta. Stava cadendo a pezzi, stava crollando, non sapevo nemmeno come salvarla. Se n'era andata via con Riccardo.

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