22. passione

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Gli afferrai la mano. Appena le nostre pelli si sfiorarono, lui sussultò.
Andammo dall'altra parte della stanza e poi salimmo le scale. Cercai un bagno e appena lo trovai ci entrai dentro con Riccardo.
Chiusi la porta e feci un giro di chiave.
«Per caso mi vuoi stuprare?» mi chiese appoggiandosi al lavabo.
«Può essere.» dissi avvicinandomi a lui.
Mi avvicinai per sbottonargli la camicia ma lui subito mi tolse le mani dandomi un piccolo colpo.
«Che fai?» mi chiese nervosamente.
«Calmati Riccardo! Vuoi puzzare di alcool tutta la sera?» domandai nervosamente.
Lui alzò gli occhi al cielo e tolse le mani.
Continuai nel mio lavoro e poi, quando ebbi terminato, lui se la sfilò.
Aveva un fisico perfetto. La pelle dorata, gli addominali scolpiti. Presi un asciugamano e poi lo bagnai leggermente. Iniziai a sfregarglielo leggermente sulla pelle per cercare di togliergli l'odore di drink.
Poco dopo il mio sguardo cadde sul suo e il mio cuore prese velocità.
Passai l'asciugamano sui pettorali.
Lui mise una mano sopra la mia, togliendomi l'asciugamano, poi mise una mano sulla mia guancia accarezzandola.
Avvicinammo piano piano le nostre bocche fino a farle congiungerle perfettamente.
Iniziò una battaglia tra le nostre lingue.
Danzavano perfettamente l'una con l'altra.
Lui prese in mano la situazione: mise le mani sul mio sfondo schiena e mi fu naturale saltargli in braccio aggrovigliando le gambe attorno al suo bacino.
Mi fece sedere sul lavandino senza mai staccarsi dalla mie labbra. Sentì qualcosa premere sulla mia intimità e di scatto mi staccai dal bacio ansimando.
Lui spostò i baci dalla bocca a sotto l'orecchio, dal collo fino al seno.
Lo presi dal mento e lo feci tornare sulle mie labbra: mi mancavano terribilmente le sue.
Continuammo a baciarci. Mai prima avevo baciato così un ragazzo.
Lui mi strinse sempre di più a sé ed io aumentai sempre di più la presa con le gambe facendolo ansimare per la prima volta.
Al culmine della passione iniziai a graffiargli la schiena facendolo ansimare per la seconda volta.
D'un tratto qualcuno bussò alla porta e noi ci staccammo subito dal bacio.
«Occupato.» disse Riccardo con un po' di fiatone.
«Riki, sono io, Andreas! Fammi entrare.» affermò la voce dall'altra parte della porta.
E ora cosa si faceva?

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