41. tienigli compagnia

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Entrai in casa. Uscire con Lucas era un impegno ormai che rispettavo ogni venerdì da due settimane. Odiavo passare il tempo in sua compagnia ma me lo aveva imposto la mamma.
Non sapeva cos'era successo ma aveva capito che qualcosa in me non andava. Che ero diversa. Che il mio cuore si era rotto.
Chiusi la porta e riposi le chiavi sulla mensola, tolsi le scarpe e mi diressi verso la sala.
Sul divano lo vidi seduto e subito mi freddai.
Appena mi vide spalancò gli occhi.
Non diceva nulla, proprio come me.
«Fede, siediti con Riki mentre aspetta Andreas che torna dalla palestra.» disse mia madre alle mie spalle.
«No devo studiare.» ribattei senza togliere il mio sguardo da lui.
«È estate, avrai tempo per studiare. Dai su, fagli compagnia. Magari ti può dare qualche consiglio per farti stare meglio.» disse facendomi sedere sulla poltrona. Se solo avesse saputo che la causa dei miei problemi era proprio lui! Lei se ne tornò in cucina e rimanemmo soli.
Ci guardavamo senza dire nulla.
Io tenevo il suo sguardo e lui teneva il mio.
Nessuno avrebbe parlato per il troppo orgoglio.
Mi tolsi il giubbotto della Black Gang rimanendo in canottiera. Era nera ed abbastanza trasparente. Riccardo mi squadrò e deglutì.
«Che c'è? Hai voglia di usarmi e poi tornare da Sara?» gli chiesi sarcasticamente.
Lui non mi rispose, non fece nulla.
«Esci con Lucas?» chiese poco dopo.
«Sì, mi trovo da favola con lui.» risposi soddisfatta. Non credevo nemmeno io alla stupidata che avevo appena detto.
«Ne sono felice.» ribatté lui serrando la mascella.
«E con Sara come va?» gli chiesi seria.
«Una favola.» rispose felice. Feci un sorriso falso e poi abbassai la testa.
«Come stai?» chiese poco dopo dal nulla.
«Sopravvivo.» risposi alzando le sopracciglia.
Fece una risata amara e poi scosse la testa.
Mi alzai di scatto e mi avvicinai a lui.
«Senti brutto stronzo, ti dovrei urlare tutto quello che ho passato io per colpa tua e fidati che piangeresti!» dissi puntandogli il dito.
D'un tratto la porta si spalancò ed entrò Andreas.
«Che fate?» chiese mio fratello vedendomi così vicina a Riki.
«Stavo insultando questo schifo.» dissi andandomene via.

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