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Schiudo lentamente i miei occhi e mi ritrovo per la milionesima volta a fissare il soffitto della mia camera mentre lo squillare della sveglia rimbomba nelle mie orecchie.

Innervosita, come al solito, la spengo velocemente e affondo la mia faccia nel cuscino.

Oggi si ricomincia con la solita routine, quella che tanto odio per la sua monotonia.

Oggi rimetterò piede alla SOPA di Seoul, per il quarto anno di seguito.

Non ho alcuna intenzione di ritornare in quella scuola, conosciuta anche come inferno.

Accendo il mio telefono e le mie povere notifiche vengono intasate dal gruppo di classe, tutti felicissimi di ricominciare. Chissà che gli frulla in testa a questi.

Scrivo alla mia migliore amica Minso che passerò a prenderla fra mezz'ora se tutto va bene, perché farò sicuramente ritardo dato che ancora metto piede fuori dal letto.

Dato che non voglio essere in ritardo anche il primo giorno, mi alzo e vado a fare colazione.

Entrata in cucina, apro la dispensa e prendo un pacco di cereali e ne verso un po' in una piccola ciotola bianca.

Apro il frigo, prendo il latte e lo aggiungo ai cereali per poi rimetterlo a posto.

Mentre affondo il cucchiaio nel latte mi viene in mente un'idea geniale.

Attualmente dovrei indossare la divisa scolastica ma non ho per niente voglia, quindi indosso un jeans nero a vita alta e un maglioncino grigio.

Dopo essermi lavata la faccia e i denti, indosso i miei vestiti e mi trucco molto leggermente, giusto per non sembrare uno zombie.

Indosso poi le mie scarpe da ginnastica bianche e avvolgo la mia vita con una cintura di pelle nera.

Metto i miei orecchini a cerchio, il mio ciondolo e mi sistemo l'anello che indosso sempre.

È un ricordo di mia madre, ci ha lasciati molto tempo fa, quando io ero molto piccola.

Non so nulla su di lei, eppure vorrei sapere di più ma nessuno vuole aprire bocca, lasciandomi nell'oscurità.

Mio padre non mi ha mai detto dove fosse andata, se fosse morta o se si fosse trasferita in un altro paese.

Ormai sono abituata a ciò ed è proprio per questo che non sono una persona molto curiosa, mi tengo molti fatti e sentimenti per me senza farli trasparire.

In caso vi chiedeste dov'è mio padre, è sempre a lavoro, alcune volte gli tocca fare turni di notte ed è con me solo nel fine settimana.

Prendo lo zaino e le chiavi per poi uscire di casa ed entrare nella mia macchina nera.

Imbocco la strada per casa di Minso e mi accosto vicino il marciapiede aspettandola.

Apre la portiera salutandomi con un sorriso e subito cambia espressione.

«Ma la tua divisa? Se ti becca il preside ti manda in punizione» dice Minso alquanto preoccupata.

«Tu ti preoccupi troppo, mi facesse brutto. Non mi interessa».

Vado tranquilla a scuola, non è la prima volta che mi caccio nei guai.

Minso si preoccupa anche troppo per me, eppure non dovrebbe.

Anche se è ansiosa per qualunque cosa, ha un carattere fantastico: inizialmente potrebbe sembrare timida ma è molto estroversa e sa perfettamente come divertirsi.

Dopo poco arriviamo nel cortile della scuola, parcheggio e scendiamo dall'auto.

«Bella la macchina, mantenuta dal fidanzatino?» dice un ragazzo che non ho mai visto prima ridendo.

Gli rivolgo uno sguardo dalla testa ai piedi e, pronta a rispondergli con tono, sento la mano di Minso afferrarmi il braccio e trascinarmi via.

Appena entriamo nei corridoi tutti gli sguardi si fiondano su di noi, tanto che la mia migliore amica arrosisce per l'imbarazzo.

Sarà perché non ho la divisa?
Sono veramente così scioccati per una stupidaggine?

Quando entriamo in classe ci catapultiamo negli ultimi due banchi vicino la finestra e aspettiamo l'arrivo della professoressa Song.

«Finalmente un anno che siamo compagne di banco!» esclama Minso.

Quando entra la prof e ci alziamo per dirle il solito "buongiorno", neanche ci saluta e anzi, inizia a guardarmi con degli occhi feroci ma allo stesso tempo sconvolti.

«Signorina Park Seoyon, ha per caso scordato le regole sull'abbigliamento di questa scuola? Vergognoso, ma d'altronde cosa potevo aspettarmi da una come lei...» dice con una strana tranquillità.

«Cosa mi succederà adesso? Mi manderà in presidenza?» dico guardandola negli occhi.

«Mah, onestamente non penso ti serva a qualcosa. Direi che tre ore in punizione questo pomeriggio invece potrebbero fruttare» mi dice con tono aspro.

Neanche le rispondo e sposto lo sguardo sulla mia amica, la quale si sta trattenendo dallo scoppiare dal ridere.

La professoressa, vedendoci, decide di cambiarci di posto, come ogni anno e io rimango al banco da sola mentre Minso si è ormai seduta vicino ad un certo Seo Changbin.

È un ragazzo molto solitario ed è arrivato nella nostra classe l'anno scorso, perché è stato bocciato.

La bidella improvvisamente entra in classe accompagnata da un ragazzo, molto carino.

«Buongiorno, mi chiamo Lee Minho e spero di andare d'accordo con tutti» dice con un sorriso.

Caspita, è bellissimo.

«Signorino, mi dispiace per lei, ma l'unico posto disponibile è quello in fondo».

Minho mi raggiunge e si siede accanto a me, porgendomi la mano.

«Mi chiamo Park Soyeon, piacere di conoscerti» gli stringo la mano e gli sorrido cercando di non far trasparire la mia personalità fredda.

Le lezioni passano velocemente e Minso mi saluta per andare al corso d'arte.

Lei disegna veramente da dio, penso abbia proprio un talento.

Da piccola mi regalava alcuni suoi disegni e io li custodivo tutti come fossero dei tesori.

Ed eccomi qui, a pranzare sulla scalinata della scuola aspettando le mie tre ore di punizione.

𝒂𝒊𝒓𝒑𝒍𝒂𝒏𝒆 𝒎𝒐𝒅𝒆 ;; hwang hyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora