f o u r t e e n

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In questo momento sono a scuola, seduta al mio banco, ripensando a tutto ciò che è successo ieri. A quando lui è venuto a casa mia e si è messo a guardare quadri e foto di famiglia. A quando mi ha consolato. A quando mi ha lasciato impalata alla porta.

Cose che non si dimenticano.

L'ultima campanella finalmente si decide a suonare e esco dall'aula col sorriso stampato sul viso.

Oggi è sabato.

«Ehi, come mai questi sorrisoni?»
dice un ragazzo, finito accanto a me a causa della calca di gente che si crea alla fine della scuola.

«Hyunjin, mi sei mancato» lo abbraccio tenendolo stretto a me.

«Sono passati due giorni eh» dice ironico mentre mette una mano sopra la mia testa.

«Oggi è sabato. E tu sai perfettamente cosa significa» alzo un po' la testa per guardarlo negli occhi.

«Ci ubriachiamo fino a quando non sorge il sole?» chiede ridendo.

«Esatto. Ah però stasera non ci sono, esco con un ragazzo» dico sognante.

«Già rimorchi? Ahah scherzo. Chi è il fortunato?»

«Lee Minho» sorrido.

Hyunjin sgrana improvvisamente gli occhi, sembra stupito.

«Ah sì? Come mai lui?» chiede con un filo di disprezzo nella sua voce.

«Non ti sta simpatico?» inarco le sopracciglia.

«Beh mi ha rubato il titolo di quarterback. Quindi no» dice distogliendo lo sguardo.

«Io e Minso invece siamo le capo cheerleader. Mi sono sfidata con Yoora e ho vinto» faccio spallucce e mi scanso i capelli con una mano.

«Quindi farai il tifo per me alle partite?» mi stringe di più facendo avvicinare i nostri visi e guardandomi dritto negli occhi.

Quasi tremo.

«Sì».

Spunta un grande sorriso sul suo volto e sposta lo sguardo sulle mie labbra, ma subito molla la presa e si stacca.

«Ci vediamo in giro, Soyeon» mi dà un bacio sulla guancia e va via con lo zaino in spalla. Entra in macchina con Changbin e sfrecciano via.

Presto anche io torno a casa e mi sdraio sul divano, provando a rilassarmi e magari a dormire.

Qualcuno entra in casa.
Papà.

Mi alzo e corro ad abbracciarlo, mi è mancato tantissimo questa settimana.

«Come va a lavoro?» chiedo dopo esserci staccati dall'abbraccio e dopo esserci seduti comodamente.

«Volevo dirtelo. Dal mese prossimo avremo l'aumento» stringe i pugni ed esulta.

«Ce ne andiamo da questo paese allora» scherzo facendolo ridere.

«Magari, a Las Vegas?» regge il mio gioco.

«Se ci fosse pure mamma però, sarebbe tutt'altra storia» abbasso lo sguardo e mi maledico per aver rovinato un bel momento con la mia impulsività.

Mio padre non reagisce.

«È scomparsa vero?» dico spezzando il silenzio che si era creato.

𝒂𝒊𝒓𝒑𝒍𝒂𝒏𝒆 𝒎𝒐𝒅𝒆 ;; hwang hyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora