e i g h t e e n

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«Sono tuo fratello, Soyeon».

Mio fratello?
È uno scherzo?

«Quindi sai dov'è mamma» suppongo speranzosa, dato che è la prima cosa a cui penso ultimamente.

«Tua madre si è fatta dei debiti con alcune persone, come già sai dalle lettere che arrivavano continuamente a casa. Per questo se ne andrà in Europa e li ripagherà tutti» dice Minho schietto.

«Quindi non tornerà mai a stare con me e mio padre...» sussurro con le lacrime che stanno per scendere dai miei occhi.

«Non può tornare da voi. Non farebbe una bella fine altrimenti. Che ti piaccia o meno, lei deve andarsene. Tu vuoi il bene di mamma, o no?».

Sono un'illusa.

Minho è stato tutto il tempo con me per dare via libera a mia madre, per farle vivere la vita dei sogni che tanto desiderava. Quasi provo del forte disprezzo per lei, poteva dircelo che aveva dei problemi e l'avremmo aiutata. In una famiglia si affrontano insieme le cose, ma forse lei non ci ha mai considerato come tale.

Avrei voluto dare un forte schiaffo sulla bella guancia del mio nuovo fratellastro, per avermi usata e illusa, ma non glielo diedi.

Scappai piuttosto.

Uscii fuori dal locale e mi sedetti su una panchina lì vicino con la mia pelliccia sopra le spalle a causa del freddo notturno.

Le lacrime ormai scendevano da parecchi minuti, ma non erano per Minho.

La cosa che stavo avendo con lui non era una vera relazione, a dire il vero una parte di me avrebbe voluto mollarlo. Ciò che mi teneva attaccata a lui era il suo aspetto, non le emozioni e purtroppo me ne sono resa conto solo questi giorni, quando si è allontanato da me dopo aver raggiunto i suoi scopi.
Eppure sapevo già dall'inizio che era solo attrazione fisica, ma avevo veramente sperato diventasse qualcosa di più con il passare del tempo.
Mi ricordo quando gli avevo chiesto di restare e lui non rispose, oppure quando lo avevo beccato con una ragazza in discoteca.

Insomma, non gliene è mai fregato nulla di me.

Beh, dopotutto è praticamente mio fratello. Penso fosse pure schifato quando mia madre gli ha detto di mettersi con me.
Non posso biasimarlo.

Detto questo, anche questa volta sono stata io a sbagliare, ad agire troppo d'impulso. Vorrei proprio sapere quando ne farò una giusta.

Il motivo per cui sto piangendo non è quindi per Minho, nè per la decisione di mia madre. Ciò che mi opprime è il fatto che mia madre non ci ha mai considerato come una famiglia e invece io ci ho creduto e l'ho aspettata fino alla fine. Mio padre mi ha tenuto nascosto tutto questo per farmi crescere senza rancori, ma io in compenso ho vissuto nel mistero.

Tra le luci offuscate dei lampioni che illuminano le strade di un giallastro spento intravedo una figura magra e slanciata che attraversa la strada.

È esattamente la persona di cui ho bisogno in questo momento, e questa sta venendo verso di me.

Quando si siede sulla panchina, non dice nulla e aspetta sia io quella a parlare.

«Ero venuta al Crawl per parlare con te, per chiederti un consiglio, ma a quanto pare s'è risolto tutto...più o meno» dico mentre mi giro di fronte a lui asciugandomi gli occhi.

Hyunjin aggrotta le sopracciglia.

«Cosa dovevi chiedermi?» mi chiede con un tono di voce così calmo da placare la confusione che si è creata nella mia mente.

«Volevo raccontarti un po' di come andava tra me e Minho, chiederti se dovevo lasciarlo o meno...ma non serve più» rispondo cercando di cambiare argomento.

«Stavi piangendo perché vi siete lasciati?» mi chiede il ragazzo.

«Stavo piangendo perché mia madre non ci ha mai considerato come una famiglia e perché ha preferito mandare qualcun'altro a dircelo al posto suo. Ovvero Minho, che ho scoperto solo oggi che è il mio fratellastro» spiego velocemente senza aprire strani discorsi.

«Mio dio, e quindi si è messo con te per interessi di tua madre?» chiede cercando di capire la situazione modestamente molto complicata.

«Sì. E menomale che se ne va, magari riuscirò a dimenticarmi di questo schifo» sputo mentre mi copro di più con la pelliccia a causa del freddo.

Hyunjin mi capisce al volo e avvolge le mie spalle con il suo braccio, stringendomi a lui.

«Se ne va? E non ci starai male?» chiede dopo aver realizzato quanto detto prima.

«Sì e no, ho capito che non sarebbe mai stata la persona giusta per me. Mi ero fatta abbindolare dal suo bell'aspetto, anche se devo ammettere che avevo sperato nascesse qualcosa di serio con il passare del tempo» parlo fredda senza far trasparire nulla.

In fondo lo sapevo, che non avrebbe mai funzionato.

«È stato un errore dal principio. Quando ti innamori le prime cose che escono fuori sono i sentimenti, non gli apprezzamenti» dice Hyunjin come se mi stesse facendo la ramanzina, cosa che mi dette un po' fastidio.

«Sono umana anche io, facciamo tutti degli sbagli. E poi tu che ne sai?» mi giro verso di lui un po' urtata.

«Lo so e basta. Esperienza personale» mi risponde guardandomi male dritto negli occhi.

«Ohh e chi è la fortunata?» chiedo ridendo. Non pensavo che il famigerato Hwang Hyunjin fosse capace di innamorarsi.

«Non te lo dico» risponde lui mentre gli si assottigliano gli occhi a causa del suo sorriso.

«Dai, voglio saperlo» cerco di convincerlo a vuotare il sacco.

«Te lo dirò, ma non ora» dice tornando quasi serio.

«Prenditi tutto il tempo che vuoi, ma se questa ti fa soffrire dimmelo che ci penso io» mi metto a braccia conserte facendo l'occhiolino a Hyunjin, che scoppia a ridere subito dopo.

«È bella?» aggiungo poi.

«Bellissima» risponde lui con occhi sognanti mentre guarda il cielo.

«Sono gelosa» dico ironica.

Beh, in realtà proprio ironia non era.

«Soyeon, si sta così bene con te. Ridiamo, scherziamo, piangiamo, ci capiamo al volo e siamo onesti sempre. Non so per te, ma per me sei importante» dice riprendendomi a guardare ignorando completamente ciò che ho detto.

Dopo quelle parole, qualcosa è scattato dentro di me. Non avevo mai pensato a noi due e onestamente, ci siamo legati in così poco tempo. È venuto tutto da sè, dalla macchina alla festa di Yoongi, dalla punizione alla serata in discoteca.
Lui era sempre lì per me, l'unico che veramente mi ha sopportato e sostenuto ogni santa volta.

E io, come sempre, non ho mai visto cosa avevo sotto il naso, perché troppo impegnata a guardare il cielo.

𝒂𝒊𝒓𝒑𝒍𝒂𝒏𝒆 𝒎𝒐𝒅𝒆 ;; hwang hyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora