n i n e t e e n

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Dopo quella sera fu difficile riprendermi, lo shock era tanto e non avrei mai pensato di ritrovarmi quasi ogni notte a piangere. È passata circa una settimana da quel lunedì sera e posso dire di essermi quasi ripresa. La situazione era tragica ma Minso mi è sempre stata accanto, ogni giorno che passava era lì per consolarmi e anzi, mi trattava come se non fosse accaduto nulla, facendomi abituare alla normalità. Ha passato cinque notti di seguito a casa mia, raccontandomi anche le minime cose per distrarmi. Ricordo quando mi disse che Changbin ricambiava i suoi sentimenti e lei non riusciva a stare ferma. È stata l'intero giorno a sclerare e a ringraziare i santi, e no non sto scherzando.

Anche Hyunjin ha fatto tanto, con i suoi abbracci rubati durante i cambi dell'ora a scuola mi sentivo più protetta e più sicura. Durante la ricreazione mi portava nel campus della scuola a fare lunghe passeggiate e ogni volta ci ritrovavamo a scappare per ritornare in classe perché perdevamo la cognizione del tempo. Hyunjin mi parlava del suo essere playboy con tutte le ragazze e il fatto che aveva improvvisamente smesso, perché si sentiva sporco, o almeno così mi ha detto. Mi ricordo che quando l'avevo conosciuto, mi aveva dato l'impressione di un narcisista e di uno che non aveva nulla da fare nella vita. Strano come la cosa sia cambiata così drasticamente. Quando penso a lui penso ad un ragazzo divertente, che mi fa ridere, che mi tratta bene e che mi fa stare bene. Insomma, non un ricreduto, o almeno, non sempre.

E signori,
la bellezza non manca di certo.

Mi riprendo dai miei pensieri e noto che sono ancora a scuola, e che la lezione di matematica sta per finire, e che oggi è sabato, e quando è sabato si sboccia.

«Signorina Park, ma vuole stare un po' più attenta? Se continua così dubito che riuscirà ad arrivare a fine quadrimestre senza debiti» mi rimprovera la professoressa.

Ma la campanella suona la fine dell'ora e io non le rispondo neanche ed esco fuori da quella classe.

Una volta uscite da scuola, Hyunjin corre verso di me, tutto gasato per chissà quale motivo.

«Soyeon, stasera vogliamo uscire?» chiede posando le sue mani sulle guance e avvicinando i nostri volti.

Da così vicini riesco a vedere le stelle che escono dai suoi occhi e non posso non annuire sorridendo.

«Stai aspettando questo sabato da anni? Sembra che ti escono le stelle dagli occhi» chiedo divertita dal suo atteggiamento.

«Sì, e stasera ti voglio portare da qualche parte figa e ci divertiamo» risponde lasciando le mie guance.

Io, che m'ero mezza persa nei suoi occhi, annuisco felice.

«Ti passo a prendere alle dieci allora» mi saluta sfiorando il mio naso con il dito, cosa che fa molto spesso.

-Minso POV-

È da poco suonata la campanella e Soyeon è già uscita, io invece sto tranquillamente camminando per i corridoi, in cerca della persona che ha occupato gran parte dei miei pensieri in questi giorni.

Changbin mi aveva detto di incontrarci in non so quale posto della scuola appena dopo la campanella. Teoricamente è proibito stare a scuola dopo la chiusura delle lezioni, ma non ce ne frega nulla e non ci possiamo fare niente.

Sento il mio braccio venire tirato e in pochi secondi sono dentro un'aula, con Changbin che mette un dito sulla mia bocca per non farmi parlare.

Siamo così vicini che mi manca l'aria e il mio cuore sta letteralmente impazzendo. Lui guarda di fuori per vedere se c'è qualcuno nei paraggi e poi mi fa cenno di stare tranquilla, segno che non c'è nessuno, dopo di che chiude a chiave.

Forse allora è il momento giusto per chiederlo.

«Changbin,..» parlo sottovoce a causa di quel velo di insicurezza che mi sovrasta ogni giorno.

Lui solleva lo sguardo e mi guarda, levandosi il berretto dalla testa.

«...ma noi cosa siamo?» dico fissandolo negli occhi per fargli capire quanto importante sia per me questa cosa.

Lui accenna un sorriso e distoglie lo sguardo, scendendo poi dal banco e avvicinandosi a me, premendomi contro di lui.

«Minso, io ti ho detto tutto quello che avevo da dire e non mi stancherò mai di farlo» parla mentre mi prende alcune ciocche di capelli e me le mette dietro l'orecchio.

«Ti amo» sussurra al mio orecchio, al punto di farmi perdere qualche battito.

Io mi incanto a guardarlo, a vedere quei suoi particolari del viso, quelle sue sopracciglia e quelle sue ciocche di capelli scompigliati. Sposto lo sguardo sulle sue labbra e subito mi ritorna in mente il nostro bacio, così casuale, ma così bello.

Quando lo riguardo negli occhi noto che sta fissando anche lui le mie labbra e allora abbandono tutte le mie insicurezze e mi lascio andare.

«Ti amo anche io».

E lui non esitò un attimo a far rincontrare le nostre labbra, che tanto si erano mancate.

-Soyeon POV-

Hyunjin alla fine mi ha portato in questo posto favoloso, pieno di luci e riflettori, con la migliore musica alle casse e i migliori alcolici della zona. Insomma il paradiso ha un nome, ed è "TheDISCO". Proprio adesso stiamo andando a prendere da bere e come sempre prenderò della Tequila.

Hyunjin chiede al barman due tequila e tre margaritas e rimango un po' stupita. Gli chiedo se va tutto bene e lui mi risponde come se ciò fosse scontato.

«È sabato o no?» mi dice.

Posiamo alcuni drink su un tavolo e andiamo a ballare al centro. La musica è altissima e ci facciamo trasportare facilmente, sia per l'alcool che ci stava dando alla testa sia per la voglia di lasciarsi andare.

Hyunjin inizia a fare mosse strane e particolari e io, ovviamente, lo seguo. Visti da fuori potevamo sembrare due ritardati mezzi fumati.

I bicchieri iniziarono a svuotarsi e Hyunjin bevve tutte e tre le margaritas, facendosi vedere chiaramente brillo.

Io, che mi ero bevuta una tequila dopo l'altra nel giro di qualche minuto, ero messa quasi come lui, ma avevo ancora l'auto controllo, cosa che lui sembrava non avere più.

«Soyeon, sono stanco, ci sediamo a qualche divanetto?» mi chiede prendendomi per mano.

Io ovviamente cercai di trovare qualche posto libero per farlo sedere, ma il locale era così pieno che era rimasta solo una poltroncina. Lui si sedette lì e io sulle sue gambe. La testa mi girava così forte che avevo bisogno anche io di sedermi e a lui parve non dispiacere.

«Soyeon, avvicinati un po' di più devo dirti una cosa» dice Hyunjin mezzo urlando a causa della musica troppo alta.

Mi sposto tra le sue gambe e mi giro verso di lui, avvicinandomi al suo viso con la mano sulla sua spalla.

All'inizio sembrava veramente intenzionato a dirmi qualcosa, anche parecchio seria data la sua espressione, ma poi iniziò a guardarmi negli occhi, così profondamente da farmi cascare nei suoi.

E fu lì che non ci vedemmo più.

Posò la sua mano dietro il mio collo e si fiondò sulle mie labbra, cercandole con passione. Inizialmente non seppi cosa fare, poiché lui era probabilmente ubriaco.

Eppure non si sa per quale assurdo motivo ricambiai quel bacio con tanta foga che lui si staccò da me per sorridermi e poi riprese a baciarmi, anche più di prima.

Ero così felice con lui.

Ed una cosa era certa,
non era l'effetto dell'alcool.

𝒂𝒊𝒓𝒑𝒍𝒂𝒏𝒆 𝒎𝒐𝒅𝒆 ;; hwang hyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora