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Entro nella stanza 65. La nostra stanza. La stanza che ha visto mentre ci amavamo, ci ha visti litigare, poi piangere e poi ritornare una tra le braccia dell'altro.

Sento la sua risata tra queste mura che riecheggia come se fosse vera. Sto diventando pazza.

"Basta basta basta." mi siedo per terra serrando gli occhi e tappandomi le orecchie.

"Dove sei?!" urlo.

Mi sento intrappolata, attorno a me c'è una tempesta nera fatta di ricordi e paure.

Ho sempre pensato che se un giorno lui non fosse più stato con me io sarei crollata. Adesso che quel momento è arrivato non trovo più il motivo per andare avanti, non trovo più la forza e la voglia di farlo. Lui era indispensabile per me e per la mia vita, niente ha senso adesso.

Non può essersene andato per davvero, so che tornerà prima o poi.

Tutto quello che abbiamo passato insieme è lontanissimo e adesso la distanza che ci divide è profondissima.

Ho ancora il ricordo delle sue mani sulla mia pelle.

Vorrei rivivere quel sogno insieme, tutto da capo. La mia storia con lui.

Perché esiste il dolore? Perché esiste questo dolore?

Come può essere successo?

Non posso restare in questa camera, non più, ogni angolo di questa ha un'immagine sua impossibile da cancellare.

Prendo le valigie e chiudo la porta, ma non le mie paure.

Cammino come se mi fossi persa in mezzo al corridoio ed effettivamente non so più cosa fare della mia vita. Dopo troppo tempo che non succedeva mi riparo dentro il mio piccolo rifugio, la stanza più remota e dimenticata di questo posto, che reputo ormai di mia proprietà.

Mi butto sul letto.

I miei sospiri mi accompagniano all'interno di un sonno profondo. È giorni che non dormo normalmente ed è giorni che la mia testa non ha pace.

Il mio respiro freddo mi colpisce il petto; si blocca dolorosamente per qualche secondo ogni volta che sento una fitta lacerarmi il cuore. Penso di star per morire. Forse lo voglio davvero. Forse voglio morire.

Qualcosa nella mia testa ha smesso di funzionare, qualcuno ha staccato la spina e non ho idea di come riparare questa spenta interruzione.

Le palpebre sono diventate pesantissime, devo aprire gli occhi adesso o mai più. Adesso o mai più. Tutto attorno a me è bianco, percepisco quelcosa in lontananza ma mi sembra impossibile raggiungere quelle figure anch'esse incolore.

Sto sognando, lo so, non ho mai visto un posto del genere e credo che non esista neanche.

Non c'è un solo rumore appartenente a questo luogo, tutto è piatto e piano, l'unico suono che riesco a sentire è il mio cuore che batte stranamente più tranquillo rispetto a prima.

Mi rendo conto abbastanza in fretta che la pace di questo posto è tale che ogni mio dolore è sparito nel nulla. Sto bene. Non c'è modo di ritrovarlo, non posso essere sulla Terra, qui non può esistere tristezza. Sento in qualche modo la mancanza di questa; è come se dopo tanto tempo di secchiate d'acqua fredda finalmente mi è stata porta una copera calda che asciuga ogni lacrima.

Mi guardo ancora attorno ma tutto sembra uguale qui dentro. Uno spazio infinito di stabile energia positiva.

Inizio a camminare senza una precisa meta. Guardo i miei piedi nudi che accarezzano il terreno sbiadito. I miei passi non producono nessun suono.

Butterfly 2 || M.Y.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora