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Jimin Pov.

"Quindi.. perché mi hai portato qui?" dico mentre guardo il riflesso della luna sull'acqua del lago.

Sota si sporge insieme a me appoggiandosi alla staccionata.

"Mi hai detto che tuo padre ti portava spesso al lago quando eri piccolo."

"È vero.." sorrido cercando di non emozionarmi pensando a quelle immagini.

La sua camicia bianca è abbastanza trasparente da poter mostrare l'inchiostro dei suoi tatuaggi.

Si sentono solo i rumori della natura.

"Vuoi per caso farmi diventare malinconico?" scherzo.

"No.. io volevo solo essere romantico." non riesco a leggere la sua espressione.

"È da molto che non parlo con mio padre.. almeno, è da molto che non parliamo genuinamente come anni fa."

"Capisco." risponde.

"Mi sarebbe piaciuto avere un padre come quello che mi racconti tu." dice dopo qualche minuto.

Mi volto verso di lui. I raggi lunari illuminano il suo contorno ed il suo sguardo concentrato sul cielo.

"Lo so." continuo a guardarlo.

L'atmosfera è davvero tranquilla ma sento che dentro di lui qualcosa lo tormenta.

"Dannazione. Non farmi diventare malinconico." mi imita strofinandosi gli occhi con le dita.

Il solito. Sbuffo una risata. Lo amo.

Avvicino la mano alla sua e subito se ne appropria.

"Non ti piacerà ciò che sto per dirti." stringe la presa.

Il mio sorriso si trasforma in preoccupazione.

"Ricordi quando ti dissi che mio padre stava ancora cercando Kim Seokjin?"

"Sì.." so dove vuole andare a parare con questo suo discorso.

"La prossima settimana.. manderà degli uomini qui in Corea."

"Cosa vuol dire questo?" il mio cuore batte ma mi fa male il petto ogni volta che lo fa.

"Non so cosa sia successo. Le notizie che circolano su tua sorella sono abbastanza esplicite. Chiunque l'avrebbe capito Jimin."

"Cosa? Capito cosa?" mi allontano da lui affranto.

"Che non fosse Jisoo la ragazza di Seokjin. È chiaro ormai. Una volta fatta fuori quella ragazza lui non si è mai presentato. L'avevano dato per morto. Ma dopo le voci che hanno iniziato a girare in questi giorni, di lui e Rose, mio padre e i suoi si sono fatti due domande.. capisci?"

È un incubo. È un fottutissimo incubo.

"Mi avevi promesso che non gli avresti permesso di fare nulla." dico sofferente.

Distoglie lo sguardo e pensa per qualche secondo.

"Ci ho provato Jimin. Ci ho provato in tutti i modi. Mi sono sentito dare dell'incapace da mio padre e mi ha ordinato di lasciare lavorare altre persone su questo caso, più capaci di me." si avvicina ma i miei passi mi portano sempre più lontano da lui.

Non so che altro dire.

È la fine. Non c'è altro che possiamo fare.

Jin non aveva pensato a questo. Sarebbe tornato, ma non l'ha mai fatto.

Lo sapevo, cazzo, io lo sapevo.

"Lasciami solo." gli dico prima di voltarmi e camminare più lontano.

Butterfly 2 || M.Y.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora