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Salgo l'ultimo gradino della lunga rampa di scale dell'istituto ed entro nella mia piccola ma accogliente stanzetta.

Mi chiudo a chiave, spengo la luce e raggiungo il letto vuoto e ordinato.

Da quello strano sogno mi sento straniamento meglio. Non sto bene, sto male, ma meglio di prima.

Stringo il ciondolo a forma di farfalla della mia collana. Sembra passata un'eternità da quella volta che la trovai sul mio letto.

Mi tolgo i jeans scomodi e stretti, butto per terra la canottiera rosa e mi rifugio dentro una delle felpe di Jin che avevo preso precedentemente per portarle sempre con me. Ha ancora il suo profumo dolce e familiare.

Familiare.

Famiglia.

Pensare a questa parola mi manda in confusione.

Oltre questa forte botta ricevuta inaspettatamente dopo la scomparsa dell'amore della mia vita, mi ricordo di avere ancora tanto da sistemare.

Con lui pensavo andasse tutto bene e che non ci fosse niente fuori posto. Adesso, senza di lui, piano piano apro gli occhi e capisco che dovrò presto mettere apposto la situazione con Jimin, papà, mamma.. solo al pensiero mi manca il respiro.

So che devo farlo, non ho altra scelta, io e papà abbiamo procrastinato fino ad adesso ma penso che anche lui si sia reso conto che è il caso di parlare a suo figlio prima che la situazione vada degenerando. Sappiamo entrambi che da un momento all'altro potrebbe venirgli in mente di dire una parola di troppo con sua madre o addirittura denunciare una cosa inesistente.

Sicuramente ci sta ancora pensando. Conosco Jimin. Conosco mio fratello.

Papà si è permesso di promettermi che ci parlerà lui, come se non sapesse quello che comporterà far uscire la verità.

Non so proprio come la prenderà. Molto probabilmente mi odierà, esattamente come sta facendo adesso. Non avrei mai pensato che la mia esistenza avrebbe portato un dramma così grande in una famiglia così tanto perfetta.

Se solo fosse tutto più facile.

Non so neanche se considerarmi autrice dei miei stessi problemi. Se fosse così, dove avrei sbagliato? Quali scelte mi hanno portata qui in questa situazione?

Forse è solo il crudele destino che si diverte a giocare con me, con noi, come pedine di un malato gioco solitario in cui a vincere sarà sempre e inevitabilmente lui. Se fosse davvero così, che senso avrebbe lottare ancora?

Non voglio pensarci ulteriormente.
Voglio solo tornare indietro e rivivere la vita che mi apparteneva insieme al mio ragazzo. Voglio che sia lui ad asciugarmi le lacrime, nessun altro.

Prego che tutto vada a finire bene.

Respiro il profumo di Jin che mi fa sentire meno abbandonata.

"Non vedo l'ora del tuo ritorno." parlo da sola e a lui contemporaneamente.

Chiudo gli occhi e spero di addormentarmi e ritrovarlo come la scorsa volta.

Delle chiavi s'infilano dentro la serratura della porta aprendola. Non capendo tiro su la testa confusa.

Il buio della stanza mi impedisce di scoprire chi ho davanti.

Sento il rumore dei suoi stivali calpestare il pavimento seguito da quello delle ruote di una valigia.

"Chi c'è?" dico spaventata.

"Ma che cazzo?" una voce maschile bassa e rauca mi sorprende.

Il "clic" dell'interruttore che il mio ospite inatteso preme accende la lampadina sopra la mia testa portando alla luce tutto l'ambiente.

Butterfly 2 || M.Y.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora