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24 Dicembre, 22.46.

Abbandono la penna sulla scrivania della mia stanza per raggiungere la finestra.

Credo di aver guardato quel foglio per abbastanza ore oggi.

Non posso credere che il giorno prima di Natale l'ho davvero passato seduta su di una sedia con l'intento di scrivere un bel testo, così da portarmi avanti per la prossima canzone. Non che mi aspettassi chissà quale riconoscimento. Il mio primo singolo l'ho realizzato interamente con l'appoggio e l'aiuto di Woobin, e perfino quello è dovuto prima passare sotto gli occhi attenti dei suoi superiori. Mi sento come se qualsiasi cosa io scriva non andrà mai bene, per questo il foglio di carta è ancora lì steso, bianco, immacolato.

È incredibile come il mio cuore suggerisca così tante idee, ma anche come la mia ragione riesca a frenarle tutte. Vorrei buttare fuori tutto questo malessere, trasformarlo in parole nere d'inchiostro, e porlo davanti al mio sguardo. È così che dovrei sfogarmi.

Forse ho solo sprecato tutto il pomeriggio, questa è la verità.

Avrei dovuto chiamare Jimin, dirgli che mi dispiace per la mia impulsività, e chiedergli di stare insieme a me anche solo per qualche minuto. Chissà se invece le passerà con la sua famiglia queste vacanze. Con la sua vera famiglia..

Mi auguro di sì, anche se dubito che se la senti di passare giornate di imbarazzo a causa di nostro padre e di sua madre nella stessa stanza insieme a lui.

Porto tra le dita il ciondolo della mia collana. Vorrei che lui fosse qui fisicamente.

Chiudo gli occhi e riesco a sentire un rimbombo dentro la mia testa. Se solo Jin fosse ancora qui, non avrei più queste esplosioni e crisi improvvise.

Prego ogni giorno e non l'ho mai fatto così tanto in tutta la mia vita. Prego che questo incubo finisca, perché sono stanca, distrutta dai ricordi e dalla mancanza fisica.

Ho ancora davanti a me l'immagine del suo sorriso ma non è reale, non può davvero salvarmi da questa agonia, non potrò baciarlo in cerca di aiuto.

Piango dentro i palmi delle mie mani e anche se mi sto sfogando non sento il dolore abbandonarmi. Fa parte di me ormai.

Sono dentro la mia bolla, un'altra volta, e sono sola, come è giusto che sia.

Sento come se ci fosse un terremoto, come se tutto mi stesse crollando sulle spalle e le mie ginocchia deboli incontrano il pavimento, seguite dalle mie mani e dalle mie lacrime.

Che cosa potrebbe venirmi in soccorso adesso? O meglio, chi si prenderebbe la responsabilità di incontrare il mostro che tiene in ostaggio il mio cuore adesso?

Tutto si blocca. Come un vento caldo un suono entra nella mia stanza. È un suono dolce e melodioso, il suono che avrebbe la pace se solo esistesse, e il suono che cristallizza il mio pianto.

È un pianoforte.

Cammino barcollando lungo il corridoio per uscire dalla porta del mio appartamento.

Voglio seguire la musica per sentirla più chiaramente.

Scendo le scale in marmo grigio che mi conducono fino alla porta in legno massiccio parallela alla mia.

Qui.. qui ci vive Yoongi.

Mi pento subito di aver premuto il campanello perché le note si interrompono bruscamente a causa del fastidioso ronzio che emette.

In pochi secondi apre la porta presentandosi davanti a me.

Nel guardare le sue occhiaie scure mi ricordo di aver appena pianto e che l'effetto che questo fa sui miei occhi è pressoché simile.

Butterfly 2 || M.Y.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora