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Namjoon Pov.

"Le ho dato appuntamento in questo bar." ci dice Lisa indicando la porta del locale.

"Pensi che Jennie sia già dentro?" chiede Jimin.

Jennie.

Sono lontani i ricordi che ho di lei, davvero troppo lontani per sapere quali furono le prime parole che ci scambiammo io e lei. So bene che con me non si è mai sentita a suo agio, come con nessun altro di noi del resto.. con Jin in particolare.

Si sforzò a stare con noi per davvero pochissimo tempo, solo per non abbandonare suo fratello, il suo Yoongi.

Un giorno li sentii litigare. Era entrata nella nostra stanza e usò tutta la grinta, che dal primo momento ci aveva mostrato, contro di lui.

"Yoongi, perché perdi il tuo tempo con queste persone?!" gli disse infuriata.

"Li vedi questi?" rispose lui lanciandole addosso delle banconote, come se fossero stati coriandoli.

"Ti sembra giusto tutto questo? I nostri genitori si stanno spaccando la schiena per mantenerci in questa accademia e tu ti butti nell'illegalità?" continuò lei.

"Stai un po' zitta per favore." le diede le spalle. Sapevo che stava male mentre litigava con lei, lo sentivo, ma la sua superbia vinse quel giorno. Sì, quella sua stupida mente superba.

"No, non sto zitta. Mamma e Papà ci hanno dato un'educazione, non ci hanno mai insegnato a fare certe cazzate, lo sai meglio di me. Solo per degli sporchi soldi?! Davvero Yoongi?! Che ti prende? Solo perché quel coglione, figlio di papà, di Seokjin ti ha scelto come suo complice adesso vuoi buttare al vento tutto l'amore con cui i nostri genitori ci hanno cresciuti?"

"Jennie, non voglio più ascoltarti."

"Sai anche tu che non è giusto quello che stai facendo. Ti senti sporco, ti conosco. Lascia stare queste persone per favore, non sei come loro.. lo so, sono tua sorella, so che sei molto meglio di così."

"Lasciami in pace! Non voglio più sentire la tua voce." si voltò di scatto verso di lei, i suoi occhi colmi di ira la fulminarono come forse nessun altro fece prima di lui.

"Yoongi.."

"Non voglio più sentire parlare di te, di mamma, di papà, di nessuno! Sono felice adesso. Ho sopportato abbastanza tutta una vita, non ho bisogno di ulteriori prediche. Vai via, per favore." le disse ancora duramente.

Lei lo guardò.

Il volto di Yoongi era cambiato, non era più quello che lei aveva visto crescere, quello che rappresentava l'unico suo punto di riferimento, non era più questo. Il volto di Yoongi, in quel momento, era altro, era odio e lei non riuscì a capire il perché.

"Perché fai così? Io.. mi fidavo di te." sussurrò Jennie.

"Vai via e basta." non la guardava più. Forse non riusciva a farlo. Aveva preso una decisione e non voleva guardare in faccia il rimpianto.

Se ne andò. Io rimasi in silenzio e lo stesso fece lui per tutto il giorno.

Quel silenzio tanto pieno di urla o di domande. Quel silenzio è lo stesso con cui sta parlando adesso. È in piedi di fianco a me e dondola sulle punte in imbarazzo.

Jimin si guarda attorno non accorgendosi minimamente del nervosismo del ragazzo pallido vicino a noi.

È una strada come tutte le altre, nulla di strano, esageratamente normale.

"Sì, è dentro, mi ha appena scritto." risponde la ragazza bionda.

"Andiamo allora." Jimin impaziente si muove verso l'entrata.

Butterfly 2 || M.Y.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora