Capitolo 3.

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“Louis, inizierai a svolgere il tuo lavoro domani mattina. Non mi fermo qui a spiegartelo perché domani ci penserà la famiglia Styles a farlo. Adesso vado a dormire, si è fatto tardi” Disse la ragazza di Boston, alzandosi dal letto di Louis. Quest’ultimo si alzò anche e accompagnò Eleanor fino all’uscita della propria camera.
Era in ansia, questo era ovvio, ma non voleva darlo a vedere, così, al posto di mostrarsi curioso, si finse il più gentile del solito. Chissà, magari sarebbe riuscito ad avere un’amica.
Louis non aveva molto amici. E’ sempre stato un tipo solitario. La sua mamma, ogni tanto, per scherzare, lo chiamava lupacchiotto proprio per questo motivo.


“Grazie per l’accoglienza, Eleanor. Vuoi che ti accompagni fino alla tua camera?” gli chiese Louis, con una tonalità di voce che non gli apparteneva realmente.

“No, grazie, Louis e…poi, non sai neanche dov’è la mia camera!” ridacchiò la mora prima di salutare di Louis con un cenno della mano e dargli la buonanotte, andando in camera sua.


Louis rimase solo.
Si guardò attorno e, amaramente, pensò che quella stanza fosse ancora più grigia del cielo che, ore prima, aveva avuto la sfortuna di guardare.
Sospirò e guardò il piccolo orologio che aveva nel comodino accanto al letto; erano le 00.50.
Forse sarebbe stato meglio se si fosse addormentato. Così si sdraiò e spense la luce dell’abatjour.
Si ritrovò avvolto nel buio, ma fortunatamente ci furono i suoi pensieri ad illuminarlo.
Neanche poco dopo dieci minuti, Louis era già tra le braccia di Morfeo.


Il mattino seguente, Louis fu svegliato da dei sottili raggio di luce che filtravano dalla finestra.
Si voltò verso il vecchio orologio di ferro e vide che era ancora molto presto, così decise di dormire un altro po’, ma non appena chiuse gli occhi, una risata femminile che veniva da fuori la stanza, lo disturbò.
Louis sbuffò e roteò gli occhi, così si mise a sedere sul letto e si stropicciò gli occhi.
Si alzò lentamente dal letto e camminò verso il piccolo bagnetto che la stanza riservava per lui.
Si lavò il viso e, dopo averlo asciugato con un panno, alzò lo sguardo e si specchiò.
Rimase a fissare il suo riflesso per più o meno cinque minuti, senza battere un ciglio, ma semplicemente osservandosi.
Louis era un ragazzo meraviglioso, di altezza media con capelli castani e bellissimi occhi azzurri. Aveva un viso affilato, un naso quasi perfetto e le labbra sottili e rosee. Ma Louis, non si vedeva meraviglioso, Louis si vedeva come un ragazzo comune.
Louis non ha mai fatto distinzioni tra persone, non ha mai dato un giudizio personale, semplicemente osservava, ma senza pensare se quella persona fosse bella o brutta. Dopotutto, chi diceva che era il bello ad essere bello e il brutto ad essere il brutto?
I pensieri di Louis vennero interrotti dal bussare della porta della propria camera. Sussultò e si avvicinò alla porta.


“Chi è?” chiese Louis, poggiando le mani e la testa alla porta, preoccupandosi del fatto che potrebbe essere stato un membro della famiglia Styles. Dopotutto, il ragazzo, portava ancora addosso i vestiti del giorno precedente. Si sentiva una capra puzzolente.

“Sono Eleanor, Louis.” Rispose una voce dall’altro capo della porta. Louis sorrise e aprì la porta, trovandovi una Eleanor sorridente, come al solito, con in mano dei vestiti.

“Questa è la tua divisa, Louis.” Cantilenò Eleanor, porgendo i vestiti al ragazzo. “Avrai un cambio non appena la sporcherai.” Aggiunse la mora, guardando Louis da testa a piedi.
Louis la guardava senza far nulla ed Eleanor sollevò un sopracciglio.

“Louis, sai, dovresti prendere questa divisa e metterla…” disse la ragazza in sottovoce, come se a Louis volesse dire un segreto, ma la realtà era che stava prendendo in giro il liscio, che con un’espressione indecifrabile prese la divisa e accennò un sorriso ad Eleanor di ringraziamento e chiuse la porta.
Eleanor, che aveva ricevuto una porta sbattuta in faccia, scoppiò a ridere. Questo fece sorridere Louis.
Si, sarebbero diventati amici, Louis lo sapeva. Magari chissà, la prima vera amica.


Non appena Louis ebbe indossato la divisa, uscì dalla camera e si guardò attorno. Via libera.
Louis camminò a passo felpato, in cerca di Eleanor, per avere un po’ di compagnia e supporto.
Dopotutto, quello era il primo giorno di lavoro per Louis in quel palazzo e non conosceva nessuno.
Non conosceva neanche il lavoro che avrebbe dovuto svolgere.

“Scusi?” domandò una voce femminile alle spalle di Louis. Quest’ultimo sobbalzò e si girò.
Una donna, sulla quarantina, lo guardava curiosa con la testa piegata di lato. “Lei chi è?”

“I-io sono Louis. Louis Tomlinson.” Si inchinò il ragazzo al cospetto della donna, che a quell’atteggiamento, scoppiò dolcemente a ridere. Louis inarcò un sopracciglio e si rimise in posizione eretta. Forse quella donna era un’altra domestica, ma non sembrava proprio.
Aveva un bel portamento, capelli lunghi e neri e occhi tra il verde e l’azzurro.
Louis rimase a fissare quegli occhi per qualche secondo, e chissà perché, ricordò quelli della propria madre.
Erano davvero simili.

“Benvenuto, Louis. Io sono la signora Styles.” Disse guardandosi attorno, ma poi si avvicinò maggiormente al ragazzo, e gli mormorò “Ma tu puoi chiamarmi Anne.”

Louis sgranò gli occhi e accennò un timido sorriso.
Dopotutto, non si sarebbe mai aspettato di ricevere un benvenuto così caloroso.
Stava per pronunciar parola ma fu interrotto dalla donna che sussurrò un “Vieni, ti accompagno da mio marito. Lui ti dirà tutto sul tuo lavoro al palazzo. Attento Louis, è un tipo molto freddo e severo.” Deglutì la donna, abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo e sorridere dolcemente al ragazzo.
Per una seconda volta, in due giorni, Louis ebbe veramente paura.
Nonostante egli non fosse un tipo molto simpatico e socievole, si era già fatto una cattiva immagine del capo famiglia. Freddo e severo. Louis era sempre abituato ad avere gente simpatica ed allegra intorno a se; Di solito, il freddo e severo era proprio lui ad esserlo, agli occhi degli altri, anche se non lo era davvero.
Louis aveva un buon animo, ma non si era mai mostrato come fosse fatto interiormente per via della sua timidezza, della sua solitudine.
Louis seguì la donna fino ad una grande sala, dove c’era un uomo che stava bevendo una tazza di buon tè.
L’uomo smise di sorseggiare il suo tè e si girò in direzione di Louis e di Anne. Si alzò e si avvicinò a loro. Louis quasi giurava di aver visto il vuoto nei suoi occhi; Era un uomo senza emozioni, che non provava neanche a sforzare un sorriso, al quale veniva forse anche difficile il solo vivere.
Louis non voleva apparire come quell’uomo, non voleva per niente.

“Tu dovresti essere Louis. Bene, visto che sei appena arrivato, va anche bene il solo aiutare Eleanor nel suo lavoro, così fai tirocinio.” Disse l’uomo, squadrando Louis da testa a piedi. Anne sospirò. Sembrò sollevata e per un momento si senti così anche Louis.
L’uomo guardò Louis negli occhi. Il ragazzo, pauroso di quegli occhi vuoti, abbassò lo sguardo.
Non voleva di certo mostrarsi debole difronte quell’uomo, che forse da ragazzo, era proprio come Louis.
No, ma cosa pensava Louis. Quell’uomo era un nobile. Louis non lo era. Era una bella differenza.
Dopo qualche minuto, entrò Eleanor con uno scopino in mano. Salutò Louis con un cenno della mano e un dolce e comprensivo sorriso.

“Vai da Eleanor, Louis.” Ordinò l’uomo. “E guai a cosa combini. Non voglio ricevere delusioni.” Eccola, la ramanzina che mise ancora più paura a Louis.
Quest’ultimo si voltò verso Eleanor e poi di nuovo verso i padroni di casa, che si stavano incenerendo con gli sguardi. Magari anche loro, come il papà e la mamma di Louis, non provavano più lo stesso amore. E se non si fossero mai amati?
Louis scacciò quei pensieri dalla mente e seguì Eleanor.

Mentre camminavano nel corridoio, Louis decise di aprirsi sentimentalmente per la prima volta, dicendo “Eleanor, ho paura.”
La ragazza si voltò verso il nuovo arrivato e sospirò. Poggiò una mano sulla sua spalla e lo guardò negli occhi, sorridendogli. Louis la trovò rassicurante.

“Non hai da preoccuparti, Tomlinson. Filerà tutto liscio.” Disse mentre si fermò davanti ad una grande porta. Aprì quest’ultima e Louis sbarrò la bocca.

“Filerà tutto liscio?”


Slave - Larry Stylinson Fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora