Ore 14.45.
Una carezza. Due carezze. Tre carezze. Tante carezze. Talmente tante da non riuscire più a contarle.
Harry le stava facendo su una delle guance del suo amato, che teneva la testa poggiata sulla sua spalla.
Erano seduti su quella panchina, che era di un colore tendente sul grigio. Un po' come il resto della stazione.
Louis sorrideva, felice, accoccolato ad Harry, il quale non non riusciva a tener ferma quella mano che tanto amava stare sulla guancia morbida di Louis.
"Fra pochi minuti, finalmente, partiremo verso casa." Sussurrò Louis, strusciando gentilmente, la guancia poggiata sulla spalla, su quest'ultima, di Harry.
Harry sorrise teneramente, facendo formare quei dolci fossi sulle sue guance. Rimasero in quella posizione per circa venticinque minuti, fin quando non videro arrivare una massa allegra e saltellante.
Sì, ci erano riusciti.
Max arrivò al palazzo alle 15.00, come stabilito. Mentre tutti erano pronti a scappare via da quell'enorme palazzo, in punta di piedi, Gemma si assicurava di non aver ostacoli tra i piedi. Ed era per quel motivo, che la ragazza osservò Kate, entrare dentro una delle molteplici sale del palazzo. Ed era per quel motivo, che decise di essere forte e accertarsi che suo padre fosse abbastanza impegnato.
Quando ne fu convinta, anche lei, sorridente, nonostante tutto ciò che le suo orecchie avevano dovuto subire, si diresse verso la sala principale.
Erano tutti lì, privi di ogni bagaglio, poiché essi si trovavano già con Harry e Louis.
Si guardarono per alcuni secondi, semplicemente respirando, senza spiccicare parola.
Max prese la mano di Eleanor, come Nathan prese quella di Gemma, e come Anne prese coraggio e sorrise, facendo un cenno con la testa. Si misero tutti in punta di piedi, cercando di non ridere e di non inciampare.
Aprirono piano l'enorme porta, senza far rumore, per poi uscire fuori dal palazzo, richiudendo la porta allo stesso modo.
Si trattennero tutti, fin quando non varcarono il vero e proprio accesso al giardino, scoppiando in un urlo. Era un urlo di gioia, che fece girare tutte le persone lì intorno, che vedendoli così felici, sorrisero anche loro.
Fermarono la prima carrozza che passava di lì, e saltarono su, diretti verso la stazione.
Il treno arrivò mezz'ora dopo, e quando salirono su esso, tutto sembrava come un meraviglioso sogno.
Partirono qualche minuto dopo, sorridendo felici. Erano liberi, finalmente.
Lasciarono un sospiro di sollievo, seduti nei loro posti.
Louis poggiò nuovamente la testa sulla spalla di Harry, come aveva fatto precedentemente.
"Allora, voi due, quando avete intenzione di dirci tutto?" chiese Harry, in direzione di Max ed Eleanor. I due sbiancarono, e sembrarono deglutire, anche. Gemma cercò di reprimere una risatina, mentre Nathan non pensava a nulla, se non a guardare la sua meravigliosa fidanzata. Anne sollevò le sopracciglia, visibilmente stupita, ma non troppo.
"Uhm, in realtà noi..." iniziò Eleanor, ma Max, la zittì con un solo sguardo, che non era fulminante, ma dolce, come se volesse dirle qualcosa del tipo 'Lascia parlare me, amore mio.'.
Ed Eleanor si zittì, sorridendo dolcemente a quell'uomo che era riuscito a conquistare il suo cuore.
"Non ne abbiamo ancora parlato, ad essere sincero. So solo che... questa donna al mio fianco, è quella che vorrò per tutta la vita. E so che potrei sembrare esagerato, perché la conosco da poco tempo, ma...
Mi sono innamorato di lei da quando per la prima volta mi accolse, da quando mi corresse dopo aver chiamato Louis, 'Luigi.'"
Louis aggrottò la fronte, cercando di non ridere, ma non disse nulla, non volendo rovinare quel momento.
Max ridacchiò e continuò: "Mi sono innamorato di lei da quando ho pensato fosse un carrarmato e così bella. Mi sono innamorato di lei da quando mi ha porto un tè, da quando ha iniziato ad avvicinarsi a me.
Capito, Eleanor? Sono innamorato di te. E visto che non so esattamente cosa siamo, vuoi essere la mia fidanzata?" concluse Max, con la speranza che brillava nei suoi occhi.
Eleanor rimase senza respiro, cercando in tutti i modi di non scoppiare in lacrime di commozione. Sorrise. Sorrise così ampiamente. E Max si innamorò ancor di più.
"Certo che voglio essere la tua fidanzata! Ti amo." Disse Eleanor, con la voce spezzata dalla gioia.
Abbracciò il suo ragazzo e lo baciò.
"Ti amo anche io, Philippa." Disse Max.
Tutti fecero un 'aw' generale, ma si bloccarono quando sentirono quel nome.
"Philippa?" chiese Harry.
Max annuì, mentre Eleanor scoppiava in una fragorosa risata.
"Sì! E' la mia fidanzata!" rise.
Tutti iniziarono a ridere, anche se avevano un viso che sembrava urlare 'Ma che caspita?!'
"Storia lunga." Spiegò la giovane, rossa in viso.
"Non è poi così lunga, El..." disse Max, aggrottando le sopracciglia, divertito.
Spensieratezza.
Des iniziava a sentire una certa fame.
Erano da giorni che non si presentava nella grande sala dove si svolgeva il pranzo, durante il giusto orario.
Preferiva andare nel pomeriggio, per stare un po' da solo. Di solito trovava gli avanzi, nonché quei piatti che erano cucinati per lui, ma quel giorno, Des non trovò neanche una briciola di pane.
Sgranò gli occhi, sorpreso.
Dato che non c'era nulla da mangiare, "Eleanor!" chiamò.
Nessuna risposta.
Dopo averla chiamata più volte, pensò che sarebbe stato meglio cercarla. E così fece.
Ma in giro per le stanze, non trovò Eleanor. Non trovò Harry. Non trovò Louis. Non trovò Gemma. Non trovò Nathan.
Non trovò Anne.
"Kate!" urlò, allora, in preda alla disperazione.
La ragazza, sentendo quel tono, corse subito da Des, trovandolo con gli occhi sbarrati, persi nel vuoto.
"Des...Cosa..." esalò, Kate.
"Sono andati via." La interruppe Des, diretto.
Sbatté un pugno contro il tavolo, facendo sussultare la ragazza dai capelli rosso fuoco.
"Non dovranno essere così lontani." Disse, lei, incitandolo in qualche modo, a cercarli.
Ma Des scosse la testa.
"Che si godano la libertà."
"Da piccoli, io e Gemma avevamo un canarino di nome Jimmy. " Disse, Harry, sorridente.
"Io non ho mai avuto un animale domestico, a casa." Ammise Louis.
"Io volevo un coniglio, ma i miei genitori non mi permisero di averne uno." Disse Eleanor, sospirando.
"Io avevo un cavallo, ma non ricordo il suo nome..." Rise, Anne.
"Volevo un gatto." Disse fermamente Max, quasi perdendosi nei suoi ricordi.
"Gli animali fanno puzza." Disse Nathan.
Tutti scoppiarono a ridere.
"Ma, Nathan! Se li lavi, non puzzano così tanto." Lo riprese, Anne, divertita.
"Okay, ora basta. Passiamo alla prossima domanda. Che tipo di formaggio preferite?" chiese, Eleanor.
"Il formaggio fa puzza." Disse, Nathan.
"Nathan!" esclamarono, tutti, all'unisono, ridendo.
E passarono così il loro viaggio, per non annoiarsi, di treno in treno.
Ponevano domande, raccontavano barzellette ed eventi divertenti, fin quando l'ultimo treno, non si fermò.
A/N:
KIAO A TUTTY.
SI' OKAY, LO SO CHE NON CI HO MESSO POI COSI' POCO TEMPO, E DOVETE SCUSARMI, PER QUESTO, PER FAVORE.
Bene, ora passiamo alle cose serie.
Questo è il PENULTIMO capitolo della storia.
Sì, lo so, è strano dirlo, leggerlo, anche per me.
Ho passato mesi, con questa storia. Proprio come voi.
Ma vi dò una bella notizia per rallegrarvi: Tra non troppo tempo inizierò una FF nuova, e posterò una OS, quindi, saltellate per me, belle gioie.
Volevo fare un ringraziamento in generale, per i vostri commenti, il vostro sostegno, e quei messaggi che alla lettura mi fanno sentire davvero onorata. Siete fantastici, ragazzi, davvero.
APRITE BENE LE ORECCHIE (IN REALTA' GLI OCCHI, MA DETTAGLI): HO IN MENTE UNA COSA BELLISSIMA PER ME E PER TUTTI VOI. SARA' UNA SORPRESA.
QUINDI TENETEVI PRONTI.
Vi amo tanto, sul serio.
Con questo, saluto Carola, Martina, Luisa, Giorgia, Alessia, Anna (che non so se leggerà...), Miriana e tutte coloro che parlano anche di slave, con me.
Anzi, saluto proprio tutti.
A presto.
Dio vi benedica ora e per sempre; a voi, la vostra famiglia e i vostri cari.
BACI.
A presto!
-Aurora.xx
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Slave - Larry Stylinson Fanfiction.
FanfictieTRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=1zhGgqNqyMg Tratto dal capitolo 1: Louis è sempre stato ritenuto diverso dalla massa di giovani, lì, a San Francisco. Erano tutti propensi a divertirsi, a fare feste quasi ogni giorno...Ma Louis era diverso...