Capitolo 9.

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Era domenica mattina e Louis si svegliò di buon umore. Aveva fatto un bel sogno e il sorriso gli affiorò sulle labbra non appena aprì gli occhi. Sognò che la sua famiglia aveva finalmente riavuto una casa, il panificio e che tutto era stato riparato; ma non appena Louis realizzò che era appunto un sogno e non la realtà, si incupì. Chissà come stavano le sue donne, se avessero riavuto la casa e l’attività commerciale, chissà se pensavano a Louis. Quest’ultimo pensò che inviare loro una lettera sarebbe stata una buonissima idea, ma, non avendo più una casa, a che indirizzo avrebbe dovuta inviarla? Così Louis si rassegnò e si abbandonò alla speranza di riceverne una da loro. Si lavò e si vestì velocemente e, una volta pronto, aprì la porta e si fiondò sul corridoio, andando a sbattere contro qualcosa, di nuovo. Ormai sembrava quasi un momento della routine sbattere contro qualcuno e farsi passare per persona distratta.

“Oops.” disse Louis.

“Ciao.” Rispose l’altro con la sua voce roca, facendo rabbrividire Louis.
Il ragazzo più basso alzò lo sguardo verso il viso del più alto, facendo scontrare i loro sguardi come due carrozze in un incidente catastrofico. Ma lo scontrarsi dei loro occhi era un impatto ancora più forte che non chiedeva riparo. Non era un danno.
Gli occhi di Harry erano leggermente lucidi e più brillanti che mai; Sicuramente si era appena svegliato.
Aveva i capelli ancora spettinati e ,solo dopo aver abbassato lo sguardo verso il suo busto, Louis notò che portasse ancora una vestaglia. Era di colore blu scuro e si abbinava meravigliosamente alla sua pelle bianco latte. Louis avrebbe voluto berla quella pelle, quella del suo amico Harry.

“Buongiorno, Harry.” Sorrise Louis. Il suo gesto si rispecchiò su di Harry, facendolo sorridere di rimando.
Il riccio si abbassò sul liscio e gli lasciò un dolce bacio sulla guancia, facendolo arrossire. “Dormito bene, Lou?”

Louis annuì semplicemente, osservando incantato il viso di Harry.
Come faceva ad essere così bello? Perché Louis si sentiva in dovere di pensare che il più piccolo fosse meravigliosamente meraviglioso? Voleva custodire quella bellezza, voleva essere il solo a poterla ammirare.

“Louis, credo sia ancora presto per fare colazione, ti va di fare una passeggiata in giardino con me?”

Louis fu entusiasta di quella richiesta, e non ci pensò neanche due volte ad accettare.
Velocemente, senza incontrare nessuno per il corridoio, Harry prese Louis per mano, e lo trascinò in giardino.
 L’aria fredda di Londra avvolse i due ragazzi che si strinsero nei propri vestiti, rabbrividendo.
Aveva appena finito di nevicare e tutto il giardino era ricoperto di candida neve. Louis si guardò attorno, meravigliato. Mentre camminavano, riusciva a vedere alcune rose sporgere dalla bianca neve e sorrise.
Bianco, rosso e verde. Quel paesaggio sembrava quasi il viso di Harry, bianco come la neve, con le labbra rosse come quei petali di rosa e gli occhi verdi come quei gambi. Louis si girò verso il più piccolo; Il suo viso era pallido per il freddo, le sue labbra ancora più rosse e i suoi occhi ancora più verdi e lucenti. Il ragazzo voleva dirgli quanto lui fosse bello e quanto quei colori che aveva difronte si abbinassero a lui. Così, pensando che Harry fosse suo amico e che fargli complimenti non sarebbe stato nulla di male, si prese di coraggio e “Sei bellissimo, Harry.”

Harry si voltò verso Louis, con le guance arrossate per il complimento e un timido sorriso a dipingergli le labbra. Louis quasi si pentì di avergli fatto quel complimento; Magari Harry se la sarebbe presa e non gli avrebbe più parlato. Magari avrebbe pensato male. E invece no: Harry si avvicinò a Louis e lo guardò negli occhi. Louis quasi non riusciva più a percepire il freddo; Era avvolto dal calore della presenza di Harry, del suo sguardo affettuoso e delle sue mani che si erano appropriate delle proprie. “Lo sei anche tu, Louis.”

Dopo qualche minuto, interrompendo quello scambio di sguardi, Harry si allontanò da Louis. Quest’ultimo era confuso. Per quale motivo Harry si era allontanato?
Non appena Louis vide che Harry si chinò verso una rosa, realizzò. Il più piccolo si avvicinò al più grande e, dopo aver tolto con attenzione tutte le spine, gli porse il bellissimo e rosso fiore. Louis diventò dello stesso colore di esso, in viso. Sorrise ad Harry e prese in mano la rosa, portandola poi sotto il naso e respirandone l’intenso profumo. Quest’ultimo era buonissimo, ma secondo Louis, il profumo di Harry era ancora più buono. Un misto di vaniglia e gelsomino; Era questo l’odore che il corpo dell’amico emanava e Louis avrebbe voluto sentirlo sotto il proprio olfatto per tutta la vita.

Slave - Larry Stylinson Fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora