Facciamo l’amore, Louis.
Le guance del ragazzo più grande si sfumarono di rosso. Sollevò le sopracciglia, in segno di sorpresa e si morse il labbro inferiore.
“L’amore?” Sussurrò Louis, con le iridi azzurre incantate su quelle del suo amante, di colore verde smeraldo. Verde speranza. Verde Harry.
Piegò la testa di lato, e, come un perfetto bambino, preso di imbarazzo, mormorò “Come si fa l’amore , Harry?”
Harry, a quella domanda così pura, così innocente, sorrise. Sapeva per certo, che se la sua mamma non gli avesse spiegato da dove provenissero i bambini, neanche lui lo avrebbe saputo.
Ma Harry, scommetteva, che Louis lo sapeva cos’era, ma non sapeva come si facesse; E ora che Harry ci pensava bene, non lo sapeva anche lui, come si mettesse in atto quel dolce gesto.
Sapeva solo che ci avrebbe messo tutto il cuore e che sarebbe stato molto pacato.
Harry non sapeva cosa dovesse fare, ma sapeva, che l’avrebbe fatto.
“Lascia che te lo mostri, Lou. Fatti amare da me, per favore. Voglio diventare un’unica persona, con te, questa notte…” iniziò Harry, mentre gli occhi stupiti e le guance rosse di Louis erano lì, e non avevano intenzione di cambiare. “Questa notte, domani notte, dopodomani notte. Ma anche nel mattino, nel pomeriggio. Io voglio che tu sia me, Louis. Io voglio che io sia te. Voglio che noi due, siamo noi.” Continuò, senza interrompere le altre parole che i suoi occhi stessero dicendo a Louis, le quali la sua bocca non lasciava uscire.
Il cuore di Louis era diventato un concerto per pianoforte e il suo corpo tremava come le dita di un pianista alla fine di un’esecuzione. Harry lo aveva lasciato a bocca asciutta, senza parole, ma pieno di sentimenti e sensazioni. Il suo corpicino esile, si avvicinò di più a quello più possente. Le sue dita sottili, sbottonarono gentilmente la camicia del riccio, il quale stava trattenendo il respiro, con le guance più rosse che mai.
“Mi farai male, Harry?” chiese innocuamente Louis, mentre lasciava cadere a terra la camicia profumata di pulito del più piccolo. I suoi pollici e i suoi indici, si allestirono nel calare la cerniera dei calzoni di Harry.
Harry non riusciva a rispondere, non dopo quello che Louis stava facendo. Lo trovò seducente, anche con quell’aria da bambino sperduto e chiuse gli occhi, per trattenersi dal saltargli addosso come un animale.
“No. Non mi permetterei mai.” Si affrettò a rispondere, con gli occhi sgranati e la paura che Louis non volesse unirsi ad un gesto così bello, così pieno d’amore. Non voleva costringerlo, assolutamente.
Ma quella paura presto svanì, perché i suoi calzoni erano calati sui suoi piedi e le mani del suo ragazzo erano su posti dove neanche le mani di Harry erano mai state.
Louis si prese di coraggio. Carezzò il compagno da oltre la stoffa delle mutande, le quali stavano impedendo il contatto pelle a pelle. Sorrise, nel vedere l’espressione beata raffigurata sul volto del viso angelico di Harry. Quelle labbra rosse, da mordere, erano socchiuse e le palpebre erano serrate.
“Ti piace questo, Harry?” chiese innocentemente, Louis, con la voglia di scoprire Harry e ciò che lo facesse star bene. La sua voce suonò talmente dolce alle orecchie del riccio, che quest’ultimo aveva voglia di mangiarla. Sorrise, il ragazzo più piccolo, aprendo gli occhi e trovandovi quelli acquosi di Louis.
“Si, Louis. Continua, per favore.”
Louis prese un gran respiro, dopo aver udito quelle parole. Harry era ansimante, sotto il suo tocco.
Lo attirò a se, per un altro languido bacio. La sua lingua si stava beando di tastare quella di Harry, di assaggiare ogni centimetro della sua cavità orale.
Vere bombe atomiche stavano scoppiando nei loro petti, colmi di felicità e intimità.
Quando si ritrovarono sul letto, nudi, petto contro petto, pelle contro pelle, Harry guardò Louis negli occhi, e quasi si emozionò a pensare che tanta bellezza gli appartenesse. Tracciò con il pollice la linea dura che era il labbro inferiore del suo amante e guardò quel meraviglioso viso, del quale non si lasciò sfuggire neanche un dettaglio.
“Sei così bello, Lou. Sei così mio.” Mormorò Harry. Le lacrime minacciavano di uscire dai suoi bulbi oculari e il suo cuore stava vagando anche attraverso il suo cervello.
Harry non si era mai sentito così. Gli occhi di Louis, che lo stavano fissando, gli fecero capire quanto amore potesse dare anche un semplice sguardo. Uscirono lacrime salate da essi, che, talmente erano frutto di una commozione sincera, sarebbero dovute essere dolci.
“Oh, no, Louis. Non piangere. Vuoi per caso che quell’oceano, racchiuso in quelle tue iridi, venga fuori?”
Non poté non sorridere, il ragazzo americano, che con amore e affetto stava ascoltando quelle dolci frasi pronunciate dal suo amante. Le sue lacrime vennero asciugate dai caldi pollici di Harry, che successivamente scesero lungo il suo viso, carezzandone una buona parte.
“Ti amo, Harry.”
Molte cose, oggi, sono ancora incerte. Non si sa se Omero fosse cieco, se fosse un Aedo o un rapsodo. Non si sa se la teoria del Big Bang fosse vera, o meno. Non si sa se civiltà come i sumeri fossero davvero vissute.
Ma una cosa è certa. Louis ed Harry si amavano, e su questo, non c’erano dubbi.
Potreste negare che un assioma e tutti gli enunciati, che vengono considerati veri, siano tali; Ma non potreste mai negare l’amore tra Louis ed Harry, tenero, innocente e vero.
Una delle mani di Louis era stretta saldamente a quella di Harry, e i loro sguardi erano incastrati l’uno all’altro. Le dita del ragazzo dai capelli ricci scavavano dentro Louis. I loro cuori battevano all’unisono, i loro petti si abbassavano e si rialzavano contemporaneamente.
“Sei pronto, Lou?” aveva mormorato Harry, sulle labbra di Louis, che, spalancate stavano accogliendo quelle del ragazzo più piccolo.
“Mai stato così pronto.”
Ed era mentre Harry era dentro di Louis, che il riccio, capì che loro due erano due pezzi di un puzzle che combaciavano perfettamente. Era mentre Harry era dentro di Louis, che i loro gemiti si fondevano e apparivano come melodie.
Era mentre Harry era dentro di Louis, che le loro pelli, i loro bacini cozzavano.
Era mentre Harry era dentro di Louis, che le dita del ragazzo più grande tiravano i ricci disordinati del più piccolo. Era mentre Harry era dentro di Louis, che il liscio gettava indietro la testa, lasciando che il suo collo, il suo pomo d’Adamo, fossero baciati, leccati, morsi.
Era mentre Harry era dentro di Louis, che il mondo, all’infuori sarebbe apparso più bello.
Era mentre Harry era dentro di Louis, che entrambi raggiunsero l’apice, urlando uno il nome dell’altro, amandosi e facendosi promesse di cui non c’era neanche il bisogno di esprimere ad alta voce.
N/A:
Aloha!
Finalmente ho aggiornato. Chiara, se stai leggendo, baciami la mano.
Ecco qui il ventunesimo capitolo, corto come al solito, ma incentrato su un solo evento.
Cosa ne pensate?
NON STO PER PUBBLICIZZARE IL VIAKAL, O SOLE PIATTI, MA E' UNA VERSIONE DI CINQUANTA SFUMATURE SU I NOSH, DI UNA MIA AMICA.
NON VI COSTRINGO, MA VI STO COSTRINGENDO A LEGGERLA.
AshsBluePinguin si sta dando da fare per questa versione e gradirei se voi la leggeste.
Giorgia, alla fine l'ho ricordato.
Seguitemi su twitter, se vi va. Sono sempre @xhovranx.
A prestoz.
-Aurora. xx
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Slave - Larry Stylinson Fanfiction.
FanfictionTRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=1zhGgqNqyMg Tratto dal capitolo 1: Louis è sempre stato ritenuto diverso dalla massa di giovani, lì, a San Francisco. Erano tutti propensi a divertirsi, a fare feste quasi ogni giorno...Ma Louis era diverso...