Louis si chiedeva come facesse il corpo gracilino di Eleanor a portare tra le braccia quella torre formata da panni e vestiti da lavare. La stava osservando da circa venti minuti da quando erano entrati in quella stanza.
Louis, scioccato dalla situazione, non riusciva a muovere un solo muscolo.
Eleanor fece passare per normale quella situazione, perché dopotutto, Louis era un uomo, e il compito degli uomini non era certo quello di lavare, servire, cucinare o stirare. Ma quel ragazzo doveva farlo, se voleva guadagnarsi da vivere e poi, Eleanor immaginava il ragazzo in una divisa rosa, carinissima e femminile.
I pensieri di Eleanor erano da considerare abbastanza strani, ma per lei erano più che divertenti.
Eleanor era una ragazza simpatica, allegra e socievole. Era una di quelle persone che non si fermano davanti a nulla e sorridono sempre. Louis la invidiava, perché anche lui voleva essere così.
“Louis, tesoro, vuoi iniziare o preferisci continuare a guardarmi sgobbare?” disse Eleanor, con tono ironico, mentre poggiava la roba che portava tra le braccia in una grandissima cesta.
Louis sollevò un sopracciglio, poi sorrise. “Ma ovviamente la prima opzione, fanciulla. Dimmi che devo fare, pur di non vederti in questo stato.” Louis sfotteva il darsi da fare di Eleanor. Il suo non era di certo un lavoro meraviglioso, anzi, non lo era per nulla, ma lei nonostante questo sembrava divertirsi.
“Bene, porta questi capi stirati dentro la sala accanto.” Ridacchiò Eleanor, fermandosi e portando le mani sui propri fianchi.
Louis non se lo fece dire due volte; Prese i capi stirati e li tenne stretti a se, cercando di non stropicciarli.
Per aprire la porta semichiusa, Louis, diede uno spintone ad essa con il piede, facendo attenzione a non fare danni. Eleanor, che si era accorta di tutto, scoppiò in una fragorosa risata, facendo arrossire il ragazzo che affrettò il passo verso la sala accanto. Beh, accanto un corno; Quella stanza sarà stata almeno 10 metri dopo la sala precedente, pensò Louis.
Quest’ultimo, senza neanche bussare, entrò e poggiò i vestiti su una sedia libera.
Un tossicchiare fece sussultare il ragazzo americano, che credendo fosse solo, era entrato e aveva poggiato quei vestiti come se nulla fosse. Louis alzò lo sguardo. Un ragazzo lo stava guardando con aria scettica.
Louis in quel momento si maledisse. Ma non perché fosse entrato senza chiedere permesso, ma perché il ragazzo che aveva difronte era dannatamente bello. Louis si perse un attimo, non capì più nulla, quasi non ricordò come si chiamasse.
Quel ragazzo aveva splendidi capelli ricci lunghi fino a poco prima delle spalle, ma non fu quello a colpire maggiormente Louis, ma i suoi occhi. I suoi occhi erano verdi, proprio come piacevano a Louis, quelli che quest’ultimo desiderava possedere; Verdi come la speranza. Le sue labbra erano rosse come la mela che Eleanor il giorno precedente offrì a Louis, la pelle bianca e candida come la neve, che Louis amava tanto.
“E adesso tu chi saresti?”
Ecco, un altro particolare da aggiungere: La sua voce. La sua voce era calda, calda come le braccia della mamma di Louis, le quali hanno sempre accolto la propria prole donandogli calore. La voce di quel ragazzo avvolse le orecchie e la mente di Louis nell’abbraccio più caloroso di sempre.
Louis voleva essere come quel ragazzo. Voleva possedere la sua bellezza e la sua voce, ma non la sua fortuna. Quel ragazzo era sicuramente il secondo genito di Anne e il signor Styles.
Louis non voleva rispondergli, ma voleva che quel ragazzo continuasse a parlare, voleva che si avvicinasse e lo scuotesse per farlo riprendere da quello stato di trance.
Ma dovette, perché altrimenti si sarebbe fatto passare per un sordo, o un pazzo.
“Louis.” Rispose infine, cercando di non sembrare nervoso.
“Che bel nome, Louis. Io mi chiamo Harry. Sono un membro della famiglia Styles.”
Harry. Quel nome era ancora più melodico del Waltz in A minore, B 150, KK 1238-1239 di Chopin.
Louis sorrise al ragazzo, e quest’ultimo, ovviamente ricambiò; aveva delle bellissime fossette ai lati delle labbra. Louis ci sarebbe voluto cascare in quelle fossette e magari perdersi in esse. Avrebbe anche voluto dirglielo al ragazzo, ma come al solito, Louis tacque.
Harry aprì bocca per poter dire qualcos’altro, e Louis tese le orecchie per poter sentire ancora quella dolce tortura che era la sua voce, ma in quel preciso momento, entrò Eleanor con altri panni stirati e profumati.
“Hey, Loueh! Hai conosciuto Harry?” chiese Eleanor, bella pimpante, mentre posizionava i vestiti su quelli precedenti.
Louis in quel momento pensò di dirle che in realtà aveva fatto un balletto. Era una domanda un po’ banale quella di Eleanor; Dopotutto, cosa avrebbe mai dovuto fare un ragazzo con un altro ragazzo sconosciuto se non conoscenza?
Magari avrebbe potuto restare lì, a guardarlo per ora, senza dire nulla.
Per la prima volta, Louis, si sentì in dovere di pensare che una persona fosse bella.
Harry era bello, anzi, era più che bello.
“No, in realtà ha fatto un balletto, Eleanor.” Disse il riccio, sorridendo ironicamente. Louis, a quelle parole, aggrottò la fronte. Sbagliava o Harry aveva proprio detto quello che lui voleva dire?
Questo non era giusto. La mora sorrise di rimando ad Harry e Louis voleva soltanto guardare Harry.
Si, Louis lo invidiava. Pensava che forse, osservandolo, avrebbe preso un po’ di bellezza anche lui, ma Louis, come tutti, viveva un po’ di fantasie o, semplicemente, voleva osservare Harry e basta.
“Io, in realtà, non so ballare.” Disse Louis, tanto per rendersi partecipe a quella conversazione insolita.
Che poi era la verità. Louis non sapeva ballare. Sicuramente Harry sapeva farlo; Tutti i nobili sanno ballare, perché spesso organizzano gran galà nei palazzi o semplicemente si divertono tra loro.
L’unico gran galà al quale Louis ha assistito, è stato quello delle sue sorelle che in un giorno come tanti, avevano deciso di organizzare con altri bimbi della loro età nello spiazzale della panetteria.
Harry ed Eleanor, credendo fosse una battuta, ridacchiarono e osservarono il ragazzo minuto.
La ragazza si avvicinò a Louis e lo abbracciò. Louis non aveva mai ricevuto abbracci da persone che non fossero state le sue sorelle o la sua mamma. In quel momento si sentì felice di ricevere quella dimostrazione d’affetto; Strinse la ragazza al suo petto e le carezzò i capelli, lasciandole un bacio tra di essi.
Harry tossicchiò, come tossicchiò il primo momento in cui vide Louis.
Quest’ultimo ed Eleanor si separarono dolcemente dall’abbraccio, prima di ricevere una domanda da parte di Harry “Avete finito?”.
N/A:
Ciao a tutti! Forse sto parlando da sola, ok.
Come vi sembra la storia fin qui?
Devo ammettere che mi sto impegnando molto a scriverla, nonostante di mezzo ci sia la scuola. Come vedete, finalmente Louis ha incontrato Harry ed Harry ha incontrato Louis.
Mi piacerebbe se commentaste sia negativamente che positivamente.
Se avete twitter seguitemi su @xxharoldsmile_x, vi preeeego.
Voglio salutare Fiorella (Come se non lo facessi mai.) Ciao Magnus Ics Bein.
Adieu:(
-Aurora xx
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Slave - Larry Stylinson Fanfiction.
FanfictionTRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=1zhGgqNqyMg Tratto dal capitolo 1: Louis è sempre stato ritenuto diverso dalla massa di giovani, lì, a San Francisco. Erano tutti propensi a divertirsi, a fare feste quasi ogni giorno...Ma Louis era diverso...