Capitolo 26.

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'Caro Louis,

Inizio chiedendoti scusa; Non sapevo neanche quale fosse l'indirizzo. Per questo motivo, non ti ho scritto per mesi. Per un momento, ho pensato di averti perso, bambino mio. Ho affogato il dolore sul tuo cuscino; Ma è stato inutile, perché sei salvo, e ringrazio Dio per questo. Stai bene? Come va laggiù a Londra? I figli degli Styles hanno la puzza sotto il naso o sono simpatici? E ti trattano bene, Louis? Ti fanno mangiare?

Ti rimboccano le coperte come lo facevo io a casa? E, oh, ti lavano giornalmente i vestiti e li lasciano asciugare per bene sotto la luce del sole?  Le mutande le cambi tutti i giorni, LouLou? Hai qualche amichetto o amichetta lì? Come sono gli inglesi, Lou?

Forse ho fatto troppe domande, vero, bambino mio?

Adesso è il momento di dirti come stiamo io e le tue signorine preferite.

Abbiamo trovato una casa temporanea a Napa Valley. Tra meno di un mese riavremo la nostra casa e la nostra panetteria! Non è meraviglioso? In questo luogo ci sono migliaia di mucche. Per un attimo ho pensato che la popolazione fosse composta solo da esse. Lottie ha imparato ad andare a cavallo; Sì, qui ci sono anche cavalli. Tanti cavalli. Noi ne abbiamo uno nella stalla, perché, sì, abbiamo una stalla!

Sono felice di poterti scrivere dopo tempo, amore mio. Spero che questo pezzo di carta pieno d'inchiostro ti arrivi al più presto. Scrivimi appena puoi, piccino. Aspetto la tua risposta.

Ti amo, figlio mio. Che Dio ti benedica. Ci manchi.


-La tua mommy.'


La lettera stava diventando zuppa, a causa delle lacrime provenienti dagli occhioni di Louis.

Finalmente, sapeva che stessero bene. Finalmente aveva ricevuto la lettera, che aveva atteso per mesi.

Il sorriso sul suo volto si estendeva da un orecchio all'altro. Anche Harry, ora, lacrimava, anche se un risolino sfuggiva più volte dalla sua bocca; La sua mamma gli rimboccava sempre le coperte, e non poté non pensare che fosse un gesto immensamente adorabile. E Louis, aveva il vizio di non cambiare le mutande, laggiù negli USA. 


"Louis." Iniziò Anne, richiamando l'attenzione di tutti i presenti in quella stanza, che erano rimasti ammutoliti e curiosi da quella lettura. "Louis, non piangere, tesoro." Continuò, la donna dal dolce sorriso. Dolce come quello di Johanna. Johanna, la sua mamma.

E allora Louis portò i pugni chiusi davanti agli occhi, e asciugò questi ultimi, come un bambino.


"Allora, la mia mamma mi ama ancora." Disse, Louis, con quel vocino che solo a lui poteva appartenere.

La risposta fu generale: Esclamazioni di tenerezza uscirono dalla bocca di ogni persona dentro quella stanza.

A Louis non mancava più la sua mamma.




"Caspita, Eleonora, quel ragazzo non cambia le mutande con frequenza!" sbottò Max, difronte ad una tazza di tè. Fu Eleanor, ad invitarlo a rimanere lì un altro po', a bere qualcosa di caldo. Solo lei e lui.


"Caspita, mi chiamo Eleanor." Sbuffò lei, accavallando una gamba sull'altra e portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio, apparendo vanitosa. "E comunque, Louis cambia le mutande ogni giorno."

Slave - Larry Stylinson Fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora