Prologo -Destabilizzante

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"R-Russ... ah" gridò il più piccolo sotto di lui.
L'uomo spingeva forte tra le sue gambe, colpendo ripetutamente il suo punto di massimo piacere...altre poche spinte e sarebbe venuto.
Arricciò i piedi ed un fiotto perlaceo gli sporcò lo stomaco, poco dopo sentì umidiccio tra le natiche, segno che anche il suo uomo fosse venuto.

Stremato dall'amplesso si stese su un fianco e fece per accendersi una sigaretta ma Russ glielo impedì
"Lo sai che il fumo fa male e che non ne sopporto la puzza"
"Tanto si muore uguale Russ" disse sbuffando una mezza risata.

Shiloh era uno studente di arte, aveva incontrato Russ qualche tempo prima e per lui era stato amore a prima vista .

Russ a differenza sua era alto, capelli sempre in ordine, fisico asciutto e longilineo, portamento da uomo.

Era il figlio di uno dei personaggi più influenti in ambito automobilistico del suo paese. Era stato naturale posare lo sguardo su di lui e non riuscire più a distoglierlo. Era successo due anni prima, durante una gita scolastica che la sua scuola aveva organizzato per gli studenti più meritevoli.

Russ aveva un'aura di fascino tutta intorno...era riuscito ad attrarre su di se gli sguardi sognanti delle sue compagne e non solo di quelle, mentre spiegava la linea delle auto che gli incaricati creavano e producevano per la propria azienda, con un modo di fare così rilassato e flessuoso da restare abbagliati.
Ricordava perfettamente quanto avesse supplicato la sua migliore amica al fine di farsi aiutare ad attaccare bottone per poter avere una chances.

E come nei migliori film d'amore Russ gliel'aveva data. Avevano lottato contro l'età, ben 10 anni di differenza,contro i reciproci impegni e orari diversi di vita, contro il padre di lui che voleva una moglie al fianco del figlio e di certo non un ragazzino di 18 anni.

Ed ora era lì, ad ascoltare i battiti cadenzati del suo cuore e il calore che la sua pelle emanava.

"Shiloh, amore" lo chiamò piano destandolo dal torpore in cui era caduto dopo il sesso
"mh" mugulò il più piccolo ancora con gli occhi chiusi
"Shiloh, domani arriverà mio cugino americano"
"che bella notizia" disse con la voce impastata e poco convinta

"È un ragazzo abbastanza problematico, ma come biasimarlo..." lascio cadere la frase Russ, per poi continuare
"È poco più grande di te e come te studia arte, quindi vorrei ti avvicinassi a lui per non farlo sentire troppo solo"

Improvvisamente vigile e ben cosciente Shiloh sbarrò gli occhioni celesti
"ma cosa stai dicendo Ru"
"È un favore che ti sto chiedendo amore... Millard viene da un quartiere di New York...Londra per lui sarà una città completamente diversa, e vorrei che almeno all'inizio della sua vita qui, possa sentirsi accettato... puoi farlo per me?"

Di certo non voleva che il cugino problematico del suo uomo avesse ancora più problemi, né tantomeno che Russ potesse in qualche modo sentirsi ignorato da lui.

"Shiloh non devi per forza, sento gli ingranaggi del tuo cervello far rumore da lì" disse improvvisamente sorridendo
"lo dicevo per lui e so come sei fatto tu, si tratterebbe di qualche ora al giorno per qualche settimana, magari inserirlo nella tua cerchia di amici"

Certo come no... per quanto Shiloh fosse un ragazzo deciso e testardo era anche profondamente diffidente, quindi aveva legato con pochissime persone all'interno della sua scuola

"Va bene accetto" affermò, annuendo e mettendosi a sedere "ma sappi che non farò da babysitter al tuo cuginetto dal presente difficoltoso e con il cervello da criceto" puntò il dito contro il petto dell'uomo e continuò "a proposito com'è? Basso, occhialuto e brufoloso?"

"Lo vedrai, arriverà domani" disse sorridendo sornione l'uomo.

Forse quella era stata la frase più sbagliata che la sua mente avesse partorito in 18 anni e mezzo di vita.

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