I chiarori del giorno erano arrivati troppo presto e filtravano timidamente dalla finestra.
Shiloh si perse nell'osservare Millard ancora ancorato a lui.
Il maggiore aveva avuto un sonno abbastanza agitato, quietato solo dalle sue carezze che di tanto in tanto si posavano leggere sul suo corpo.Era ancora scosso da quello che Millard gli aveva raccontato.
Ogni barriera si era sgretolata lasciando solo macerie.Si domandò se Russ conoscesse quella situazione...
Ma il moro gli aveva apertamente detto di non aver mai rivelato quei tristi retroscena della sua vita...Dei mugolii lo fecero riscuotere e i suoi occhi azzurri si concentrarono su di lui.
Millard l'aveva completamente avvolto con il proprio corpo massiccio. Le gambe intrecciate, la testa nera sul suo petto, le braccia avvolte intorno alla sua vita dalle curve morbide.
"Buongiorno" gli disse con la voce arrochita dal sonno interrotto.
Sciolse quel caldo abbraccio e si stiracchiò quel minimo che poteva, limitato nei movimenti dal letto singolo condiviso con il biondo."Buongiorno Mill" sussurrò a sua volta.
Si mise seduto e non riuscì a non notare due marcate occhiaie violacee che spiccavano sul volto olivastro del maggiore.
Gli si strinse il cuore ancora una volta.
Vederlo stare male gli faceva male.
Il moro notò quello sguardo liquido posato su di sè e un moto di sofferenza lo riscosse ancora una volta.
Aveva sempre mascherato le proprie emozioni e seppellito il proprio passato, come gli era saltato in mente di esporsi tanto? Cosa aveva quel biondino più degli altri? Con lui purtroppo non riusciva a contenersi... o tutto o niente...Aveva anche provato a ignorarlo, ma tutto si era rivelato vano. Lo desiderava, lo sentiva sotto pelle... al punto di avergli rivelato qualcosa che si era promesso di tacere fino alla fine dei suoi giorni.
"Non guardarmi così Foster. Sono lo stesso di sempre. È solo stato un attimo di debolezza" disse sferzante, guardandolo dritto negli occhi.
In un primo momento Shiloh non comprese quell'atteggiamento... fino a poco prima sembrava avessero trovato una particolare sintonia e adesso? Addirittura si rivolgeva a lui chiamandolo per cognome...
"Smettila di comportarti così. Non ti sto giudicando né compatendo. Te l'ho detto e te lo ripeto non mi fai pena" disse leggermente alterato.Se credeva che lui avrebbe fatto finta di niente e che tutto sarebbe ritornato come prima si sbagliava di grosso.
Millard lo guardò accigliato, ma poi grugnì qualcosa assentendo alle parole del più piccolo e si diresse verso il bagno.Shiloh sorrise un poco fissando la porta chiusa, contento di quel piccolo passo avanti.
Dire piccolo era un eufemismo, il moro gli aveva praticamente aperto sé stesso in tutto e per tutto quella notte. Era grato per quelle confidenze, adesso bisognava fare chiarezza sul perché proprio lui e sui sentimenti che provava.Shiloh aveva accettato il proprio tumulto interiore. Si era reso conto che quello che provava per Millard non era neppure lontanamente paragonabile a quello che aveva da sempre provato per Russ.
Russ era stato il suo primo amore, mai aveva pensato a lui come unico uomo della sua vita. Invece con Millard sembrava così semplice guardare oltre, pensare a qualcosa di grande, di immenso, di infinito.
Si era innamorato dei suoi silenzi, del suo modo di fare, della sua baldanza, della sua incredibile fragilità.
Millard era come un posto oscuro, nel quale hai paura di addentrarti perché non sai cosa potrebbe succederti, perché è tutto ignoto, ma poi scopri che andando avanti non puoi farne a meno, scopri particolari che diventano trame e che a poco a poco formano qualcosa di meraviglioso.
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I don't Wanna Miss a Thing
RomantizmCOMPLETA. Londra. Lui: uno studente di arte. Il fidanzato: il figlio del proprietario di una gigantesca casa automobilistica. L'altro: il cugino newyorkese stronzo e dalla vita complicata. Una serie di "sfortunati" eventi porteranno Shiloh a spro...