Era sera inoltrata ed il suo lavoro era quasi finito. Altri pochi ritocchi e avrebbe completato.
Alzò il foglio, guardando ciò che aveva deciso di disegnare e gli corse qualche brivido sulla schiena."Nonna, sei ancora in cucina?" chiamò il più piccolo.
"Sì Shi, ti ho preparato polpette e sugo per cena" gli sorrise la donna porgendogli le posate.
"Credevo fossi andata a messa, perché non mi hai avvisato... sarei sceso prima e avremmo cenato insieme." disse con la bocca piena di cibo e un'espressione estasiata per la bontà del piatto.
"Sono salita per avvertirti amore, ma eri così preso tra matite e gomme da cancellare che ho preferito non disturbarti" chiarì la nonna sedendosi di fronte a lui.
Aveva inforcato un paio di occhiali da vista, e con ago e filo stava rammendando un suo calzino bucato... il piccolo si ritrovò a sorridere."Quel ragazzone, Millard come l'hai conosciuto Shi?" gli chiese all'improvviso la vecchietta, facendo passare l'ago tra la stoffa.
Shiloh la guardò stranito e un po' rosso in viso rispose
"È un mio compagno di classe nonna, te l'ho detto. È il cugino newyorkese di Russ ed essendo in una città nuova gli ho fatto compagnia per un po'... come mai questa domanda?" le domandò a sua volta.
"È proprio un bel ragazzo, vero Shiloh?"
disse lei, alzando di poco gli occhi per guardare meglio il nipote.
"S-sì... s-suppongo di sì..." il cuore del biondino galoppava furioso.
"Mi ricorda tanto tuo nonno. Quello sguardo malandrino, quell'altezza che lo faceva sentire il padrone del mondo, quei modi di fare che mi spiazzavano e mi facevano innamorare di lui sempre un po' di più" sorrise la donna nostalgica.
Shiloh intanto la guardava con gli occhi un po' sgranati.
Davvero non capiva dove sua nonna volesse andare a parare con quel discorso...
"Nonna io non capisco cosa tu stia dicendo e..."
"Amore di nonna, tu guardi quel ragazzo con gli stessi occhi con cui io guardavo tuo nonno." irruppe lei posando il calzino sul tavolo e rivolgendogli tutta la sua attenzione.Shiloh rimase spiazzato. Non riusciva a reagire a quelle parole. Non riusciva confermare, ma neppure a negare quanto la nonna gli avesse appena detto.
"Shiloh ascolta. Lo so che posso sembrarti una pazza in questo momento, ma certe situazioni..."
"Nonna assolutamente no. Ti sbagli." Questa volta fu il turno del piccolo di interrompere la vecchina "ho accettato la proposta di Russ. Gli ho detto che nei weekend andrò a stare da lui. Io amo Russ nonna, è lui che voglio, è con lui che voglio stare. Ricordi no quando uscii la prima volta con lui? Mi consigliasti tu cosa mettere... E quando mi fece quella sorpresa a Natale? Ti ricordi la mia felicità e le nostre chiacchiere per tutta la notte su quanto fosse fantastico..."
Il biondo era un fiume in piena, aveva gli occhi che pizzicavano e le lacrime che minacciavano di uscire. Voleva in tutti i modi convincersi e convincere la nonna che il suo futuro fosse con Russ e nessun altro.
"Shiloh, bambino mio, la mia era solo un'osservazione. Non ho messo in dubbio niente... Shi, guardami" gli prese il volto tra le mani rugose e paffute " io ti sarò sempre accanto. Qualunque saranno le tue scelte, qualsiasi strada deciderai di imboccare io ci sarò." gli sorrise con amore e gli diede un bacio sulla guancia.
"Ti voglio bene nonna." disse il nipote con i pensieri sempre più confusi."Shiloh hai preso tutto?" gli urlò l'anziana dal piano di sotto.
"Nonna starò via tre giorni, non settant'anni" scherò il piccolo alzando la voce per farsi sentire.
"Un cambio in più non fa mai male" ridacchiò a sua volta."Allora a nonna, fai il bravo, mangia e chiamami ogni tanto, non farmi stare in pensiero" gli disse la vecchietta con un po' la voce commossa.
"Nonna dai, mi fai piangere, lo sai che sono sensibile" piagnucolò lui.
"No basta, basta. Questo è un momento bellissimo. Resterai sempre il mio cricetino anche se adesso sei grande. Salutami tanto Russ, mi raccomando."Si abbracciarono e Shiloh si avviò verso la villa del suo uomo.
Durante il tragitto ripensò un po' alla sua vita e alla strana piega che questa avesse assunto in quel periodo.
Era sempre stato un ragazzo fragile ma al tempo stesso dotato di una forza senza eguali, glielo ripeteva sempre anche Dora che era come un uragano.
In quel periodo tuttavia si stava spegnendo, le sue forze erano venute meno. Si sentiva perso, anche tra le braccia di Russ, da sempre il suo scudo preferito, il gelo lo raggiungeva, lo scuoteva fin nelle ossa.
Erano sensazioni che mai aveva provato prima.
Alzò gli occhi verso il cielo, si stava avvicinando il suo compleanno... avrebbe compiuto diciannove anni.
Si poteva essere insoddisfatti a diciannove anni? Questa era una domanda a cui non seppe dare risposta ma che irrimediabilmente gli portò alla mente Millard.
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I don't Wanna Miss a Thing
RomanceCOMPLETA. Londra. Lui: uno studente di arte. Il fidanzato: il figlio del proprietario di una gigantesca casa automobilistica. L'altro: il cugino newyorkese stronzo e dalla vita complicata. Una serie di "sfortunati" eventi porteranno Shiloh a spro...