13- Nuova melodia (2)

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N.B Tematiche delicate, violenza

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Entrarono in camera del biondo con l'eccitazione alle stelle.
Shiloh sentiva le mani del moro in ogni dove.
Esigenti correvano frenetiche lungo il suo corpo flessuoso, scendevano dalla nuca al sedere sodo, stringevano la sua carne tenera, accarezzavano ogni punto.

Lo sollevò di peso appoggiandosi al muro vicino all'ingresso; Shiloh allacciò le gambe dietro la schiena di Millard per reggersi meglio, totalmente abbandonato tra le sue braccia forti.
Le sue iridi azzurre completamente eclissate dal nero della pupilla era qualcosa di estremamente erotico, le labbra rosse leggermente schiuse alla ricerca disperata di aria, la sua schiena che di tanto in tanto si incarnava quando la bocca del moro cercava il suo collo niveo da segnare.
Non ci furono parole in quel momento, erano l'uno troppo preso dall'altro, troppo eccitati e schiavi di un desiderio che durava da mesi ormai.
Millard strinse la presa dietro le cosce del biondo spostandosi insieme verso il letto singolo al centro della stanza, lo mise a terra facendolo appoggiare alla pediera in ferro battuto.

"Adesso non si scherza più" gli sussurrò sulle labbra, nutrendosi dei piccoli sospiri tremuli che abbandonavano di tanto in tanto la sua bocca.
Lo fece voltare di schiena, insinuando le mani sotto la camicia che aveva indossato quella sera, provocandogli mille brividi di piacere.
Le sue mani grandi seguirono poi un percorso inverso, scendendo sul bordo dei pantaloni per poi sbottonarli e abbassarli in un gesto secco insieme all'intimo.

Un moto potentissimo di godimento colse entrambi facendoli riscuotere; Shiloh con il sedere morbidissimo esposto, il sesso eretto e pulsante finalmente liberato dalla costrizione degli indumenti. Istintivamente inarcò la schiena, mostrandosi ancora più esposto e voglioso.
Si sentiva nel posto giusto, in completa balia di Millard, che dal suo canto non era messo meglio.
Una potente erezione spingeva per avere soddisfazione, la sua altezza gli consentiva di vedere in volto il biondo che aveva una espressione di totale estasi... completamente abbandonata.

Completamente abbandonata a lui.

Lo abbracciò da dietro insinuando il naso tra i capelli profumati.
Quell'odore delicato mischiato a quello dell'eccitazione gli stava facendo perdere il controllo.

Shiloh annaspava in cerca di aria, quel semplice contatto tra i loro corpi e la sensualità del moro dietro di sé lo stavano portando al limite, il languore che precede l'orgasmo era sempre più vicino e ormai la sua testa aveva toccato il paradiso ed era scesa all'inferno contemporaneamente.
Si sentiva di fuoco, non riusciva a smettere di mugolare e sospirare di piacere, lo voleva... lo voleva per davvero, e non c'era posto più giusto che stare tra le braccia del moro in quel momento.

Millard lo fece piegare sul ferro battuto. Aveva il suo sedere completamente in bella mostra, la posizione gli permetteva di guardare il suo delicato cerchietto di muscoli contratto, la pelle candida e senza imperfezioni. Non resistette oltre pizzicandogli una natica e separandola dall'altra per avere ancora più libera visuale, Shiloh intanto pigolò qualcosa, afferrando forte il lenzuolo.
Quell'attesa lo stava uccidendo.
Aspettativa, desiderio, passione...

Quando sentì un dito del maggiore accarezzargli l'apertura prese a tremare.
Lo voleva.
Lo voleva fino a stare male.
Era giusto.
Era tutto estremamente giusto.

Millard probabilmente interpretò male quella reazione e come scottato si allontanò di colpo imprecando sotto voce.

Shiloh si sentì perduto ancora una volta.

Il moro si avvicinò alla finestra, afferrando una bottiglietta d'acqua per calmarsi.
Stava per compiere l'irreparabile, lui stava...

Preso dalla foga non aveva preso in considerazione un possibile rifiuto, quindi si era lasciato trasportare dalle emozioni.
Udendo quei piccoli singulti e quel tremore si era riscosso.
Cosa stava per fare?
Si diede del deficiente mentalmente e turbato all'inverosimile fece per lasciare da solo il più piccolo in modo da riprendere in mano le proprie facoltà mentali, ma Shiloh non era dello stesso avviso.
Mentre il moro si tormentava interiormente, si era alzato i pantaloni e intuendo le sue intenzioni lo aveva afferrato da dietro.
"Ti prego non andare via. Ti prego non andare da lui, resta con me, ti prego. Ti prego...ti prego... ti prego"
Millard si arrestò sul posto, indeciso sul da farsi e con i propri pensieri annebbiati.

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