4- Cosa mi stai facendo?

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Stranamente il moro procedeva in modo molto pacato con la moto, quasi come una culla, con quel lento ondeggiare tra le strade notturne di Londra.
"Non andare a casa mia Millard." alzò di poco la voce Shiloh per farsi sentire dal lato posteriore.
Erano schiena contro petto, Millard percepiva il respiro del più piccolo sempre più lento e rilassato, quasi stesse per addormentarsi.
"E dove vorresti andare dolcezza?" gli disse, sorpreso da quella richiesta.
"Mi chiamo Shiloh." disse, già più vigile a differenza di qualche istante prima "non lo so, ma non a casa" finì la frase.

L'aveva portato al mare.
Faceva un freddo fottuto su quella spiaggia e lui era a mezze maniche, gli sarebbe sicuramente salito un febbrone da cavallo l'indomani, ma ne sarebbe valsa la pena, era un posto magico.
Una miriade di stelle costellavano il buio del cielo notturno, la luna rifletteva nel mare creando una scia argentata che si infrangeva tra le onde calme.
Erano entrambi seduti sulla sabbia, vicini, ma non abbastanza da far entrare in contatto i loro corpi.
Shiloh portò le gambe al petto, abbracciando se stesso nel tentativo di darsi un po' di calore.
Sentì improvvisamente un peso sulle spalle e poi un tepore irradiarsi per tutto il corpo. Millard gli aveva ceduto il chiodo di pelle.
Era talmente grande da sembrare una coperta e l'odore che sprigionò tutto intorno, gli diede alla testa.
"G-grazie" gli disse, affinando lo sguardo per poter delineare meglio la sua figura  nell'oscurità.
"Perché non sei voluto tornare a casa Shiloh?" domandò secco il maggiore.

Perché non era voluto tornare a casa, o magari andare da Russ e trascorrere del tempo con il suo uomo? Perché aveva preferito farsi portare in qualsiasi altro posto da uno sconosciuto?

"Io non lo so" rispose infine sincero, poggiando il capo sulle ginocchia.

Stettero in silenzio per qualche minuto, con solo il rumore del mare che si infrangeva sugli scogli poco lontani, in sottofondo.

"Millard mi dispiace per prima, davvero non avrei dovuto interromperti. E mi dispiace di averti osservato in quell'atto intimo con quella ragazza, non è da me...io..." disse d'un fiato Shiloh, con le guance tinte di rosa per l'imbarazzo.
"Hey bambolina, nessun problema. Se avessi voluto privacy di certo non sarei andato a scopare in un cesso" lo interruppe Millard
"e poi siamo uno pari" gli sorrise malizioso.
Ok, adesso sarebbe voluto sprofondare. Quindi Millard davvero l'aveva visto fare sesso con Russ.
"Ma quindi...tu...tu... hai visto me e Russ... cioè noi due..." era diventato bordeaux per l'imbarazzo... fortuna che il buio lo aiutava a nascondere il suo colorito.
"Sì, vi ho visto mentre scopavate. Colpa mia. Non avrei dovuto soffermarmi, ma stavo cercando il bagno e quindi sentendo dei gemiti e..." disse il moro con naturalezza, ma Shiloh lo interruppe
"Sì ho capito, Dio che vergogna..." Millard rise di cuore.

Sentirlo ridere in modo così sincero era stato molto strano per Shiloh. Non credeva che una semplice risata potesse fargli un effetto simile, eppure si sbagliava. Avrebbe voluto sentirlo ridere per sempre, magari restare lì per sempre e vivere delle risate del Moro...

Shiloh era sempre stato molto sincero, poi quella notte i fumi dell'alcol stavano ancora facendo il proprio corso e allora parlò senza pensare, dando voce alle palpitazioni del suo cuore in quel momento
"Millard cosa mi stai facendo? Io non mi riconosco più. Ormai vivo con te stampato nella mente" aveva un nodo in gola. Quasi gli veniva da piangere, ma era quello che sentiva e doveva liberarsi di quel peso che lo opprimeva.

Millard lo osservò per secondi che sembrarono infiniti, e poi disse
"Ascoltami ragazzino, devi starmi lontano. Non sono il tipo che fa per te. Ho già una vita troppo problematica. Alla mia età alcuni sono ancora dei poppanti e io ho visto cose che tu non puoi neanche immaginare" alzò di poco la voce il moro, mentre il più piccolo era pietrificato.
"Sei il fottuto fidanzato di mio cugino,non mi metterò contro di lui per i tuoi capricci da adolescente ribelle" detto questo gli voltò la faccia puntando lo sguardo alla luna.

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